In un angolo
remoto della Sicilia, a circa 30 km a est di Mazara del Vallo, ecco la città
greca di Selinus, l’odierna Selinunte. Ben conservata e baciata dal sole, è
incorniciata da un territorio carico di verde, pittoresche case rustiche e
cieli azzurri che solo la Trinacria sa regalare.
di Francesca Spanò, 16/02/2018
In questo tratto occidentale
dell’isola, è divisa tra templi grandiosi che gli anni e i terremoti non hanno
scalfito in modo troppo significativo. Solo piccole parti sono state
riedificate e rappresenta sempre una tappa fondamentale per un tour in questo
splendido tratto di Italia.
Breve storia
di un capolavoro monumentale e artistico
Raggiunse il
suo pieno sviluppo nel V secolo a.C e la sua nemica peggiore era la vicina
Segesta. Non fu l’unica però. Il suo territorio fertile e la felice posizione,
interessavano anche Cartagine che finì per saccheggiarla. Successivamente più
di un sisma la mise letteralmente in ginocchio. Nel tempo vi tornarono i
cartaginesi, poi gli arabi e a questo punto fu dimenticata fino al Cinquecento.
Le rovine
resistono
Nonostante
la storia travagliata, i turisti possono ancora ammirare le sue meraviglie e il
sito rappresenta uno dei must dei viaggi in Sicilia. La zona archeologica si
trova a ovest del paese moderno di Marinella di Selinunte, dove arrivano i
pullman. Questa può essere una buona base per chi vuole esplorare i dintorni.
Pittoresca è la stretta stradina tortuosa che scende fino al porticciolo. Qui
l’immagine da cartolina è garantita con le caratteristiche barche che vengono
tirate a secco.
Le spiagge
Un tempo
Marinella era un’area piuttosto isolata, mentre oggi è carica di trattorie,
negozi di souvenir, articoli da spiaggia o oggetti di fattura tunisina. Dal
paese fino alle rovine a ovest, si allunga una bella spiaggia di sabbia fine
anche se l’acqua è meno eccezionale essendo spesso carica di alghe. Qui però si
può fare surf e in estate noleggiare sdraio, ombrelloni e pedalò. A est del
porto invece si trova il Mare Pineta perché accanto, dietro la battigia, c’è
proprio un’area verde .
Il sito
archeologico
Alle spalle
della Marinella, ecco le rovine divise in due parti con altrettanti gruppi di
templi. Il sito è probabilmente il più grande d’Europa, quindi non è facile
riuscire a vedere tutto con una sola visita. Se fosse necessario, potrete
servirvi anche dell’apposita navetta, mentre a piedi per scoprire tutti i
dettagli più importanti dell’area vi serviranno almeno tre ore. I templi
orientali sono a vari livelli di ricostruzione e il più completo è quello più
vicino al mare forse dedicato a Era. Da qui ci si incammina verso l’Acropoli,
con i resti di altri templi, insieme a vecchie strade urbane e al muraglione a
gradini. Da vedere anche l’agorà, il punto dove sorgeva il Santuario Malophoros
e l’Antiquarium.
Una città
sepolta
2700 anni fa
era un luogo vivo e fiorente, poi è rimasto per secoli nascosto fino ad ora che
è tornato alla luce. Grazie ad una termocamera ad alta sensibilità termica
caricata su drone, sei geologi dell’Università di Camerino hanno effettuato una
scoperta sensazionale. Nel corso delle loro esplorazioni, infatti, hanno
rilevato sul terreno dell’area archeologica delle anomalie riconducibili ad
importanti strutture sepolte che dal tempio scendevano verso il porto. In più,
sono state individuate anche le tubature costruite dai greci ed attraverso le
quali l’acqua arrivava in ogni ambiente circostante.
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