Achille,
Patroclo, Agamennone, Odisseo (in Italia conosciuto come Ulisse) sono tutti eroi
mitici dell’antica Grecia, nomi noti grazie ai poemi omerici, in particolare
l’Iliade. Omero però dimenticò di parlare del “più bello e intelligente” dei
guerrieri greci, Palamede.
Annalisa Lo Monaco, 23-01-2018
Eppure,
nelle vicende che portarono alla Guerra di Troia, il valoroso Palamede rivestì
un’importanza notevole, che Omero non poteva ignorare. Forse la dimenticanza
del grande aedo si deve al fatto che l’eroe fu un grande antagonista di
Odisseo, il re di Itaca protagonista del secondo poema del più celebrato autore
greco (non vogliamo qui addentrarci nell’annosa polemica sulla reale esistenza
di Omero).
Certo è che
altri autori antichi, come Euripide, Eschilo, Sofocle, lo resero protagonista
delle loro opere teatrali, purtroppo in gran parte perdute. Palamede viene
ricordato per la sua straordinaria intelligenza, oltre che per le numerose
invenzioni a lui attribuite, dalle lettere dell’alfabeto, all’introduzione dei
numeri, del concetto di anno, stagioni e mesi, fino ad alcune tattiche militari
e al gioco dei dadi, creato come passatempo per i soldati durante il
lunghissimo assedio di Troia.
Perché
quindi Omero dimentica di citare Palamede?
Probabilmente
perché Odisseo riuscì a farlo passare per un traditore, la cui memoria doveva
essere cancellata per sempre. Tutto comincia con la storia di corna più famosa
del mondo: Paride, bellissimo ma non troppo valoroso principe troiano,
approfitta dell’ospitalità di Menelao, re di Sparta, e in sua assenza gli porta
via la moglie Elena, la donna più bella del mondo.
Per la
verità, la responsabilità del gesto poco simpatico di Paride ricade in buona
parte su Afrodite, la bellissima e vanitosa dea dell’amore. Pur di aggiudicarsi
il pomo d’oro della discordia – la mela sulla quale la litigiosa dea Eris aveva
scritto “Alla più bella”, proprio per scatenare la rivalità tra Era, Atena e
Afrodite – la dea della passione promette a Paride, giudice nella contesa,
l’amore della donna più bella del mondo, Elena appunto.
Quando Elena
rifiuta di tornare a Sparta dal marito, Menelao chiede l’aiuto dei più
importanti principi greci, tra i quali figura Odisseo, il “tessitore d’inganni”
astuto e coraggioso. Non per vigliaccheria, ma a causa del responso di un
oracolo che gli aveva predetto un faticoso rientro a Itaca, dopo dieci anni di
guerra e altrettanti di peregrinazioni, Odisseo non vuole partire per Troia, e
così si finge pazzo davanti a Menelao, Agamennone e Palamede: si fa trovare
mentre dissoda la sabbia di una spiaggia con un aratro cui sono aggiogati un
asino ed un bue, seminando poi del sale. Palamede però non cade nell’inganno, e
pone il piccolo Telemaco, figlio di Odisseo, davanti all’aratro. Il re di Itaca
si ferma immediatamente, dimostrando la sua lucidità: è quindi costretto a
unirsi all’esercito greco.
Con il suo
gesto Palamede si è fatto un nemico mortale: Odisseo non lo perdona e cerca il
modo di vendicarsi, anche perché prova gelosia per l’ammirazione di cui gode
l’eroe da parte di tutti i suoi compagni e dei principi achei.
Odisseo fa
in modo che nella tenda di Palamede venga ritrovata una grande quantità di
denaro, insieme con una lettera apparentemente scritta dal re di Troia, Priamo,
che ringrazia l’eroe per le notizie fornite sui movimenti dell’esercito greco.
Il piano di Odisseo per vendicarsi dell’uomo che aveva smascherato la sua finta
pazzia riesce in pieno.
Palamede
viene condannato a morte e lapidato
Ovviamente,
la damnatio memoriae di Palamede non è attribuibile ad una figura mitologica
come quella di Odisseo. Secondo lo scrittore Alessandro Baricco, che nel 2015
ha allestito un’opera teatrale chiamata “Palamede, l’eroe cancellato”, i due
eroi greci sono l’incarnazione di una diversa visione politica: quella
progressista e illuminata di Palamede soccombe a quella più tradizionalista di
Odisseo, che per combattere i nemici usa armi più sottili ed oscure, come la
furbizia e l’inganno. Non per nulla la Guerra di Troia fu vinta dai greci
grazie all’astuta idea del “Cavallo” proposta proprio da Odisseo.
Ma questa è
un’altra storia…
Fonti: “I
Miti Greci” di Robert Graves; Wikipedia
TUTTE LE FOTO QUI:
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