Chiuderà il
prossimo 19 febbraio la mostra “Odissee. Diaspore, invasioni, migrazioni,
viaggi e pellegrinaggi” allestita al Palazzo Madama di Torino. Se ancora non
l’avete visitata, non perdete l’occasione: si tratta di un’interessante
carrellata nella nostra storia che parte dalla preistoria per giungere
all’oggi.
SAUL
STUCCHI, 13 FEBBRAIO 2018
Articolato in dodici tappe o sezioni, il percorso espositivo si
concentra su alcuni fenomeni e momenti storici, ché sarebbe impossibile
raccontare l’intera vicenda umana (il tentativo si avvicinerebbe a quello di
disegnare una mappa dell’impero in scala 1:1 del noto racconto di Borges…).
Ma la
selezione è tutt’altro che casuale, spaziando dalle origini del genere umano
alle migrazioni contemporanee, attraverso i viaggi mitologici di Ulisse ed Enea
(che, ricordiamolo, combattevano su due fronti opposti ma furono accomunati da
un lungo peregrinare nel Mediterraneo), la Diaspora del popolo ebraico,
l’espansione dell’impero Romano e le invasioni barbariche che ne minarono
l’unità fino alla completa dissoluzione. All’espansione islamica fecero seguito
le Crociate…
Sono salti
arditi, voli pindarici, quelli che permettono di passare dai Greci antichi agli
Ebrei negli stati sabaudi, dalle vie dei pellegrini delle varie religioni ai
tracciati delle migrazioni contemporanee.
Ciascuna
sezione si concentra su pochi pezzi in grado di raccontare una storia, a
cominciare dai crani (ovviamente si tratta di calchi, vista la fragilità dei
reperti originali) che ci parlano dell’origine e della diffusione dell’Homo
Sapiens e dall’anello nuziale del V-VI secolo che testimonia l’integrazione tra
Goti e Romani al tempo di Teodorico grazie alla presenza di due nomi incisi sul
castone: latino quello di lui, germanico quello di lei (Amor omnia vincit!).
La mostra
"Odissee" al Palazzo Madama di Torino
Qui sotto
indico la mia personale selezione di “oggetti-parlanti”, ma ciascun visitatore
è libero di scegliersi la propria.
1. Cranio di
Homo georgicus (calco) rinvenuto nel 1999 nel sito di Dmanisi, in Georgia.
2. Frammento in
marmo rosso antico raffigurante Ulisse e le Sirene, datato al I sec. d.C.
3. Lampada a
olio per Chanukkah, terracotta dipinta realizzata nel 2000 da Emanuele Luzzati.
4. Pettorale
per cavallo (balteo) con scena di battaglia tra Romani e barbari, da Aosta
(metà II secolo d.C.).
5. Anello
nuziale in oro dal cosiddetto “Tesoro di Desana”.
6. Vaso a forma
di cavallo con cavaliere in terracotta invetriata, dall’Iran centrale, datato
alla dinastia Selgiuchide (XII-XIII secolo).
7. La copia del
Grifo di Pisa, opera bronzea dell’arte Islamica dell’XI secolo circa, il cui
originale è conservato nel Museo dell’Opera del Duomo.
8. Il rilievo
in arenaria rossa raffigurante il parinirvana del Buddha, ossia il momento
della morte terrena e della liberazione.
9. L’olifante
da caccia di manifattura Sapi-portoghese (Sierra Leone).
10. L’elefante
da parata con alti funzionari, in avorio intagliato e traforato, realizzato in
Rajasthan verso la metà del XIX secolo.
11. Il grande
vaso chiriguano con lama della Cristalería San Carlos in Argentina.
12. E infine
l’opera “Love Difference” del 2002 di Michelangelo Pistoletto, in smalto
acrilico (verniciatura aerlex) su lastra d’acciaio lucidata a specchio. Il
riflesso dello specchio invita alla riflessione: siamo tutti in viaggio…
E così la
conclusione non può che essere la piroga (da Panama Orientale) che mi ha fatto
tornare in mente i versi del poeta Luciano Erba:
Si passano
le stagioni
a scavare il
tronco di un albero
per
preparare la piroga
su cui
c’imbarcheremo in autunno.
Didascalie:
Pompeo
Batoni
Enea che
fugge da Troia in fiamme (1754-1756)
Musei Reali
Torino – Galleria Sabauda.
La piroga al
centro della sala espositiva.
Odissee - Diaspore,
invasioni, migrazioni, viaggi e pellegrinaggi
Fino al 19
febbraio 2018
Palazzo
Madama, Museo Civico
d’Arte Antica
Piazza
Castello, Torino
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