Τρίτη 13 Φεβρουαρίου 2018

Calabria, un “Progetto Sud” nel solco della Magna Grecia

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In Bit focus sul ruolo degli itinerari culturali e del patrimonio archeologico come chiave per il rilancio. Senza dimenticare la questione infrastrutturale.

13/02/2018

Un "Progetto Sud" che metta in primo piano il millenario percorso della Magna Grecia e attualizzi la ricca storia del meridione, unendolo nelle sue radici comuni. Ad annunciare l'iniziativa è Gerardo Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria che alla Bit di Milano dichiara di aver condiviso l'idea insieme a Corrado Matera, assessore al turismo della Regione Campania. Lo sviluppo del turismo passa quindi dal riconoscimento della propria storia e dalla valorizzazione del patrimonio culturale, “principali attrattori - sottolinea Oliverio - da cui partire per ricordarci del volto positivo della nostra regione, terra di accoglienza e non solo nota per gli aspetti negativi che naturalmente non vanno sottaciuti”.

La strategia regionale prevede la realizzazione di un museo virtuale che illustri le tappe del percorso della Magna Grecia e diventi vetrina di Sibari, Locri, Reggio Calabria, Crotone. In più, progetti di finanziamento per creare la più grande pista ciclabile del Sud Europa che da Metaponto corra lungo il corridoio ionico per ritornare in Basilicata e Campania lungo la costa tirrenica. Intanto a dicembre 2017 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa “Antica Kroton” per il quale è previsto un investimento di 61,7 milioni di euro per il recupero e la valorizzazione della città antica, la ripresa degli scavi di Sibari. Tra gli obiettivi in agenda anche il ripristino del calendario di attività del teatro di Locri e la valorizzazione del patrimonio e delle radici dei borghi calabresi con la definizione di un disegno di legge regionale per destinare a questo scopo 100 milioni di euro. Cruciale resta il ruolo delle infrastrutture e il problema dell’accessibilità del cui stato si ha consapevolezza. Tra le priorità individuate da Oliverio, quella di investire sulla ferrovia ionica per farne una “metro” di superficie “e non una cattedrale nel deserto; puntare sull’Alta velocità perché da Salerno arrivi a Reggio Calabria”.

In Bit è intervenuto anche Carmelo Malacrino, direttore del Museo nazionale di Reggio Calabria che ha fatto un bilancio a quasi due anni dalla riapertura dell’istituto museale nell’aprile 2016. Il 2017 si è chiuso con un aumento di ingressi che sono passati da circa 210mila a 215mila, “un ottimo risultato – ha commentato Malacrino – che ha superato le aspettative dell’effetto novità”. Il rinnovato museo dopo otto anni di chiusura, si sviluppa su quattro livelli svelando  reperti che dal Paleolitico raccontano la storia della Calabria sino all’arrivo dei Greci e custodisce i celebri Bronzi di Riace nella stessa sala insieme ai Bronzi di Porticello: “Quattro capolavori del V secolo a.C. in un solo spazio – sottolinea Malacrino – un unicum che non ha pari al mondo”. Un museo “non solo di Reggio Calabria ma della Calabria - ha aggiunto il direttore - che dialoga con il territorio circostante e si è aperto prima di tutto alla città e agli ospiti più giovani attraverso laboratori di restauro, concerti, degustazioni per riscoprire prodotti locali come il bergamotto. Una sfida di sistema – ha chiuso Malacrino – che si deve confrontare con un rilancio infrastrutturale”.

A fare eco alle richieste di intervento regionale sul problema dell’accessibilità, anche Giovanni Latella, delegato al turismo del Comune di Reggio Calabria. Se in città, sottolinea, “stiamo investendo su servizi basilari come il trasporto pubblico e la segnaletica stradale, bisogna sbloccare la costruzione dell’arteria statale 106 a quattro corsie e incoraggiare il potenziamento delle strutture ricettive per aumentare i posti letto e rendere più attrattiva la destinazione”. v.a.


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