La Venere di Milo
Ideale di
bellezza, di maternità o di passione, la donna è da sempre tra i soggetti più
rappresentati della storia dell'arte: ma quali sono le sculture famose di donne
più belle ed ammirate della storia? Dalla Venere di Milo alla Nike di
Samotracia, ecco quelle che abbiamo scelto per voi.
da Caterina Padula, 21 Febbraio 2018
Ideale di
bellezza, di maternità o di passione, la donna è da sempre tra i soggetti più
rappresentati della storia dell’arte: ma quali sono le sculture famose di donne
più belle ed ammirate della storia? Non solo quello maschile, anche il corpo
femminile ha rappresentato, fin dall’antichità, l’idea di bellezza associata a
concetti quali grazia ed equilibrio di proporzioni. Nell’arte dell’Antica
Grecia, ad esempio, con opere come la Venere di Milo, il corpo femminile
diventa sinonimo di bellezza e di armonia di proporzioni: le forme sono morbide
e rotonde ed evocano, ancora oggi, grande fascino e sensualità. In questo
articolo vorremmo proporvi alcune delle statue di donne più famose dell’arte,
dee di bellezza suprema come la Venere di Milo o donne che, come la Vergine
della Pietà Vaticana, rappresentano in maniera sublime il concetto di
maternità. Ecco, dunque, qui di seguito le statue più famose sulla bellezza
femminile.
SCULTURE
FAMOSE DI DONNE: LA VENERE DI MILO
La Venere di
Milo (nell’immagine in apertura) è una delle statue greche più note della
storia: è una scultura in marmo che risale al II secolo avanti Cristo e
rappresenta, ancora oggi, l’ideale perfetto di bellezza femminile. L’opera, di
cui fu autore Alessandro di Antiochia, e che è stata ritrovata nel 1820 da un
contadino sull’isola greca di Milo, si trova al Museo del Louvre, dove fu
collocata nel 1821 dopo una serie d’interventi di restauro.
LA NIKE DI
SAMOTRACIA
Così come la
Venere di Milo, anche la Nike di Samotracia (tra le sculture di donne più
famose della storia) risplende di una ‘bellezza incompleta’ che ne aumenta –
forse – fascino e sensualità. Realizzata in marmo intorno al 200 avanti Cristo,
è attribuita allo scultore greco Pitocrito e raffigura la giovane dea alata
Nike mentre si posa sulla prua di una nave da battaglia. La statua (che è stata
ritrovata, acefala e priva di braccia, nel 1863) sembra essere investita da un
vento impetuoso (la veste che la ricopre pare ‘svolazzare’) mentre le pieghette
dell’abito, realizzate con estremo virtuosismo artistico, esaltano alla
perfezione lo slancio della figura. Conosciuta anche come Nike (o Vittoria)
alata, è alta 245 centimetri ed è conservata in tutta la sua maestosa bellezza
nel museo parigino del Louvre.
LA VERGINE
DELLA PIETÀ VATICANA
Tra le sculture
famose di donne, vale la pena inserire anche la Vergine raffigurata da
Michelangelo nella Pietà, una delle sue sculture più belle e famose conservata
nella Basilica di San Pietro a Roma. L’artista raffigura Maria seduta su una
roccia che accoglie tra le braccia il corpo di Gesù, rappresentando le figure
in modo realistico e rivoluzionando così i canoni dell’epoca: lo sguardo della
Vergine, ritratta con gli occhi bassi, rappresenta tutta la drammaticità del
momento, mentre la mano sinistra, rivolta verso l’alto, sembra esprimere
dolorosa rassegnazione. In più, il volto della donna, che Michelangelo
raffigura molto giovane, sembrerebbe alludere alla sua bellezza spirituale,
mentre la posizione delle due figure potrebbe rimandare ad una visione di Maria
circa il drammatico destino del figlio.
EBE, DI
ANTONIO CANOVA
Magnifica
opera del Canova, Ebe (di cui esistono quattro versioni, realizzate in tempi
diversi e con scelte stilistiche differenti) è tra le sculture famose di donne
che incarnano al meglio l’ideale neoclassico del bello. La statua è alta un
metro e mezzo circa e rappresenta la dea dell’eterna giovinezza Ebe, che nella
mitologia greca aveva il compito di servire nettare ed ambrosia agli dei per fa
sì che si mantenessero giovani ed immortali. Alcune versioni dell’Ebe del
Canova furono, all’epoca, aspramente criticate, per il bronzo utilizzato per la
coppa, per la patina rosea dell’incarnato e per la mancanza di espressione del
volto – cosa che, evidentemente, non ha minato per nulla la magnificità
dell’opera. La scultura, realizzata dallo scultore veneto tra il 1795 e il
1799, si trova alla Nationalgalerie di Berlino.
LA SIRENETTA
DI COPENAGHEN
Benché di
genere e di epoca diversi, anche la Sirenetta di Copenaghen rientra a pieno
titolo tra le sculture famose di donne. Statua simbolo della capitale danese, è
opera dello scultore Edvard Eriksen (1876-1959) e raffigura, com’è facile
intuire, l’eroina di una delle fiabe più note di Andersen, La sirenetta. E’
stata realizzata interamente in bronzo, è alta un metro e 25 centimentri e si
trova all’ingresso del porto di Copenaghen; è, senza alcun dubbio, una delle
sculture moderne più famose del mondo.
PUDICIZIA,
DI ANTONIO CORRADINI
Detta anche
Pudicizia velata, questa bellissima statua è opera dello scultore d’origine
veneta Antonio Corradini, artista del Settecento di fama mondiale e maestro nel
riprodurre figure velate. Corradini dedicò questa statua (che raffigura una
donna ricoperta da un velo semi-trasparente) a Cecilia Gaetani dell’Aquila,
madre dell’alchimista e letterato Raimondo di Sangro morta ad un anno dalla
nascita del figlio. L’opera, in cui risalta la flessuosità del corpo ricoperto
dal velo, è un’allegoria della Sapienza e rappresenta, attraverso quel velo che
ricopre il viso, il dramma del figlio rimasto senza madre. Si trova nella
cappella San Severo a Napoli, insieme ad altre sculture commissionate dal di
Sangro per la cappella funeraria di famiglia, come il Disinganno di Francesco
Queirolo e il magnifico Cristo velato di Giuseppe Sanmartino.
LA NINFA
SALMACE, DI FRANCOIS JOSEPH BOSIO
Parlando di
sculture famose di donne, vale la pena menzionare anche questa statua di
Francois Joseph Bosio, realizzata nel 1826 ed esposta a Parigi al museo del
Louvre. Rappresenta la ninfa Salmace che, innamorata del giovane dio
Ermafrodito, rifiutò l’obbligo della verginità voluto dal culto di Diana.
LE CARIATIDI
Tra le
sculture famose di donne che abbiamo scelto, infine, c’è anche il celebre
portichetto delle Cariatidi, che adorna il tempio greco dell’Eretteo, situato
sull’acropoli di Atene. La cariatide è una scultura femminile utilizzata
anticamente come colonna: secondo Vitruvio, come si legge su Wikipedia, il nome
rimanda alle donne della città greca di Karya che, pur rese schiave dopo la sconfitta
della loro patria, mantennero attributi e vesti matronali. A ricordo di quegli
eventi, e come simbolo di sostegno, sarebbero state utilizzate in funzione di
colonna. Le famose cariatidi dell’Eretteo sembrano rappresentare anche le
giovani donne della Grecia antica, le korai, un canone utilizzato spesso
nell’arte successiva, dalla decorazione di Villa Adriana a Tivoli, al
‘capitello delle tre cariatidi’ del Duomo di Modena.
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