I documenti
Usa hanno rivelato i nomi dei politici che, secondo l'accusa, avrebbero
ricevuto milioni in tangenti per far ottenere alla multinazionale elvetica una
posizione di forza nel mercato ellenico
di Francesco De Palo | 6 febbraio 2018
Ci sono
anche ex primi ministri greci e otto ex ministri tra i file del Dipartimento di
Stato americano secondo cui sarebbero implicati in un presunto scandalo di
corruzione da tre miliardi di euro che ha coinvolto in Grecia il colosso
farmaceutico svizzero Novartis. I file dell’FBI hanno rivelato i nomi dei
politici greci che secondo l’accusa avrebbero ricevuto milioni in tangenti per
far ottenere una posizione di forza nel mercato farmaceutico ellenico alla
Novartis.
Si tratta di
Yannis Stournaras, attuale governatore della banca di Grecia e già ministro
delle finanze; Dimitris Avramopoulos, attuale commissario UE all’immigrazione;
Adonis Georgiades, già ministro della salute; Evangelos Venizelos, già ministro
degli esteri; Antonis Samaras, già premier. Al presidente di Novartis Grecia è
stato intimato di non lasciare il paese. Secondo il pm che indaga si tratta del
più grande scandalo dalla costituzione dello stato greco, più grande finanche
dello scandalo Siemens.
Il super
procuratore anticorruzione greco ha formalmente chiesto al parlamento di
consegnare tutti i documenti sulla presunta corruzione che riguardano gli ex
ministri di Pasok e Nea Dimokratia in carica tra il 2006 e il 2015.
Nell’aprile
dello scorso anno il parlamento greco aveva votato un ordine del giorno per
l’apertura di un’inchiesta su presunti scandali sulla salute: secondo l’esecutuvo
Tsipras, i governi socialisti e conservatori avrebbero consentito agli
appaltatori di sovraccaricare gli ospedali di attrezzature, forniture e
medicine in cambio di tangenti. Il giro di soldi per cui il colosso
farmaceutico si sarebbe garantito una posizione egemone nel settore è stato
calcolato in 500 milioni all’anno. In totale 3 miliardi di euro.
Il ministro
della giustizia greco Stavros Kontonis ha detto che Novartis probabilmente ha
corrotto “migliaia” di medici e dipendenti pubblici per promuovere i suoi
prodotti e ha continuato a vendere farmaci “troppo cari” anche dopo che il
paese è stato colpito dalla crisi economica nel 2010. Dal 2016 ad oggi decine
di manager, collaboratori, faccendieri, medici e cittadini sono stati
interrogati per fare luce sul maxi buco creato nei conti pubblici greci dalla
multinazionale elvetica.
Tutto parte
dagli utimi giorni del 2016. Da mesi agenti dell’Fbi sono sul suolo ellenico
per incrociare dati e bonifici sospetti: nel pomeriggio del giorno di
Capodanno, un uomo di 44 anni minaccia di lanciarsi nel vuoto dalla terrazza al
13mo piano del centralissimo Hotel Hilton di Atene se non fosse stato ascoltato
da un certo magistrato ateniese, lo stesso che negli ultimi anni si è occupato
di anticorruzione. L’uomo, ex manager del gruppo farmaceutico, viene salvato
dopo un ora di trattative. Nei giorni successivi viene anche perquisita
l’abitazione privata Yanis Stournaras, ex ministro delle Finanze con Papademos
e attuale Governatore della Banca di Grecia.
Il gigante
farmaceutico è stato indagato dalle autorità statunitensi nel 2014, accusato di
aver pagato tangenti per aumentare le vendite di alcuni dei suoi prodotti: in
seguito è stato multato per 390 milioni di dollari e nel marzo 2017 per altri
25 milioni per liquidare i sinistri relativi alla sua controllata cinese.
Fino al 2010
la Grecia spendeva il 3,3% del pil per spese militari (poco più della Germania,
ferma al 3,1%) e il 5,9% per quelle sanitarie. Dopo sei anni di crisi le prime
sono state limate, le seconde hanno subito un crollo del 50%.
L’inchiesta
del dipartimento di Stato Usa poggia su video, e-mail, conti bancari, nomi e
indirizzi. I pm ora dovranno valutare se Novartis stesse davvero manipolando il
sistema politico in modo tale da garantirsi un quadro giuridico favorevole per
bypassare alcune leggi.
Mentre tutti
i politici greci citati dai file Usa smentiscono il personale coinvolgimento e
accusano il governo Tsipras di strumentalizzazioni elettorali (alla fine del
2018 dovrebbero scolgersi le elezioni anticipate) lo speaker dell’esecutivo
Dimitris Tzanakopoulos ha incontrato il procuratore della Corte Suprema per
aggiornarlo sul caso. Il procuratore lo ha informato che il fascicolo è stato
trasmesso al ministro della Giustizia per le azioni giudiziarie previste dalla
legge.
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