Prigionieri italiani catturai a Corfù
In questo
giorno della memoria, dedicato a tutte le vittime del nazismo, sento il dovere
di ricordare i Caduti sammarchesi nell’ultimo conflitto e in particolare i 49
Internati Militari che hanno trovato la morte nei lager tedeschi in Germania,
in Polonia, in Grecia e nelle acque dell’Egeo.
Il mio proposito è in linea con
lo spirito della Legge n. 211 del 20 luglio 2000 - approvata dal Parlamento
italiano in largo anticipo rispetto alla risoluzione 60/7 dell'Assemblea
generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005 - che negli articoli 1 e 2 definisce così le
finalità e le celebrazioni del Giorno della Memoria: «La Repubblica italiana
riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di
Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah
(sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei
cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia,
la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono
opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite (. . .) in modo da
conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo
della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano
mai più accadere»
Il vuoto di potere politico e militare
venutosi a creare in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943 e
l’attuazione tempestiva delle contromisure tedesche provocarono l’occupazione delle regioni
dell’Italia centro-settentrionale e lo
sbandamento dell’esercito italiano, con la conseguente cattura da parte degli
ex alleati di circa ottocentomila militari dell’esercito regio: 725.000 secondo
le stime dello Stato Maggiore tedesco, mentre per lo storico Gerhard Schreiber
la cifra sale a 810.000.
A questa massa di uomini catturati non solo
in Italia, ma anche nelle aree strategiche dei territori occupati dalle nostre
unità militari (Francia, Balcani, Isole greche), non è stata riconosciuta la
condizione di prigionieri di guerra ma di IMI, acronimo di Internati Militari
Italiani.
Inesistente nella nomenclatura militare, lo
status di “Internato” è stato coniato da Hitler allo scopo di impedire
l’intervento della Croce Rossa internazionale, nel cui statuto non era
contemplata la condizione di “internato”. Pertanto alla fine di dicembre del
’43 si trovano alla mercé dei tedeschi 810.000 Italiani di cui 321.000
catturati in Italia, 58.000 in Francia e 430.000 nei Balcani. Anche se nelle
regioni del Sud ne sono stati catturati all’incirca centomila, i militari di
origine meridionale però non sono stati esenti da questo dramma, in quanto la
maggior parte di loro erano inquadrati in quelle divisioni stanziate in Grecia
e nelle isole dello Ionio e dell’Egeo, proprio laddove è stato più facile per
le unità della Wehrmacht incapsulare interi comandi delle nostre forze armate,
lontane dalla madrepatria e impossibilitate a ricevere aiuti. In quest’area i
tedeschi hanno organizzato “lager di transito” (dulag), in attesa di trasferire
i prigionieri in Germania o di avviarli al seguito delle unità germaniche sul
fronte russo. Molti infatti saranno i prigionieri italiani che poi verranno
catturati da reparti dell’Armata Rossa e finiranno i loro giorni nelle prigioni
sovietiche.
Particolarmente
tragico è stato il destino dei prigionieri italiani dislocati nelle numerose
isole greche. Tranne quei pochi che riuscirono a raggiungere con mezzi di
fortuna le coste della Turchia, tutti gli altri furono costretti il più delle
volte ad imbarcarsi su navi sovraffollate e prive di ogni norma di sicurezza
che spesso, durante la traversata, affondavano con tutto il loro carico umano.
Gli italiani
deportati nei lager della Germania e della Polonia sono stati sottoposti ad
ogni tipo di soprusi. Avviati di giorno al lavoro coatto nelle industrie
belliche e nelle aziende agricole con turni massacranti, tornavano alla sera
all’interno dei reticolati nelle baracche di legno, dove la vita era altrettanto dura per la mancanza
di cibo, per il freddo, la sporcizia e i
maltrattamenti.
La tipologia
dei campi era varia: negli stalag erano internati i sottufficiali e la truppa;
negli oflag gli ufficiali; negli straflager, gestiti dalla Gestapo, finivano
invece quei malcapitati passibili di punizione, che il più delle volte era
letale.
La manodopera costituita dagli Internati fu
provvidenziale per l’economia di guerra nazista, in quanto il reclutamento di
tutti i giovani tedeschi aveva privato le fabbriche della manovalanza
necessaria al loro funzionamento. L’obiettivo della Germania mirava infatti a
privare di ogni diritto gli internati e
di sfruttarli come forza lavoro a costo zero. Il dato sorprendente però è che
la stragrande maggioranza dei militari italiani catturati, di fronte alla
scelta di collaborare con l’esercito tedesco, scelsero la prigionia, accettata
come condizione onorevole per la propria coscienza e come prova di lealtà e di
fedeltà nei confronti del re. La prigionia fu considerata da questi
”prigionieri volontari” una forma di resistenza passiva e, anche se più volte
venne offerta loro la possibilità di entrare nelle file dell’esercito nazista o
di arruolarsi nelle forze armate della Repubblica Sociale, in molti preferirono
restare nei lager, dove circa 50.000 di loro trovarono la morte106.
Fra questi vanno
annoverati i nostri concittadini, soldati contro la loro volontà, di cui
ricordo i nomi, la data di nascita e di morte, le circostanze belliche durante
le quali furono catturati e i luoghi del decesso:
1) Aucello
Leonardo (Classe 1915) – Prigioniero dei
tedeschi, perisce il 18 ottobre 1943 nel naufragio della nave Sinfra, nelle
acque del mare Egeo, al largo di Capo Spada (Creta).
2) Bonfitto
Andrea (Classe 1912) Catturato il 12 settembre del ’43 nell’isola di Rodi
(Grecia), perde la vita nel naufragio del piroscafo Oria, affondato il 12 -2-
1944 nei pressi dell’isola di Gaidouronisi (Patroklou), a 25 miglia dal Pireo.
3) Bonfitto
Antonio (Classe 1924) – Fatto prigioniero sul fronte greco-albanese, è deceduto
nel campo di Eisenach – Stedtfriedhh am Wertenberg (Germania)
4) Bonfitto
Michele (Classe 1913) - Catturato nell’isola di Creta, perde la vita durante la
deportazione in prigionia nell’affondamento della nave Sinfra, silurata il 18
ottobre 1943.
5) Carrafa
Felice (Classe 1911) - Catturato dai tedeschi
in territorio montenegrino (Jugoslavia) nel settembre del 1943. risulta
disperso durante la prigionia dal mese di maggio del 1944.
6) Ceddia
Antonio (Classe 1911) – Caduto in prigionia tedesca a Rodi Egeo, muore nel
naufragio del piroscafo Oria, durante la deportazione.
7) Centola
Michele (Classe 1913) - Catturato
nell’isola di Rodi (Egeo) nel settembre del 1943, viene deportato nel lager di
Wolfsberg in Carinzia (Austria), dove muore il 22 marzo 1945.
8) Coco
Antonio (Classe 1915) - Catturato a Fiume, viene internato nel campo di
concentramento di Eisenach (distaccamento del campo di Buchelwald). A causa di
un diverbio con un sorvegliante, finisce in mano della Gestapo nel campo di
punizione (straflager) di Hildesheim, dove poi si perdono le sue tracce.
9) Coco
Leonardo - Caduto in mano tedesca nel settembre del 1943 dopo la resa del contingente italiano di stanza a Creta (Mare Egeo),
viene deportato in Germania nel campo di concentramento di Wartenberg (Assia),
dove dal dicembre 1944 si perdono le sue tracce.
10) Cursio
Domenico (Classe 1914) - Catturato il 12 settembre 1943 nell’isola di Rodi,
viene deportato in territorio jugoslavo, dove si perdono le sue tracce.
11) Cursio
Leonardo (Classe) -Catturato in Grecia agli inizi di settembre 1943, viene
internato a Daka in Ungheria. Dopo un anno di prigionia, pur di tornare in
Italia, si arruola nell’esercito della RSI e il 7 agosto del 1944 torna in
patria. Nel tentativo di rivedere la propria famiglia, nel mese di novembre
dello stesso anno si allontana dal comando di appartenenza. Ricatturato, viene
deportato nel campo di concentramento di Frommern (Germania), dove muore il 28
febbraio 1945.
12) Daniele
Antonio (classe 1911) - Catturato dalle unità della Wehrmacht a Rodi Egeo,
risulta disperso dal mese di dicembre 1943, durante la prigionia in mano
tedesca.
13) Daniele
Matteo (Classe1921) - Catturato a Trieste, perde la vita il 5 novembre 1944 nei
pressi di Vienna, durante un raid aereo alleato abbattutosi sul treno diretto
al campo di prigionia di Mauthausen (Austria).
14)
D’Augello Angelo (Classe1923) – Dopo la cattura nel settembre del 1943
nell’isola di Creta (Mare Egeo), si perdono le sue tracce durante la prigionia
in mano tedesca.
15) Di Fiore
Matteo (Classe 1923) - Disperso nel corso degli eventi bellici avvenuti in
Tessaglia (Grecia), dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.
16)
Francavilla Antonio (Classe 1915) - Catturato nell’isola di Rodi il 12
settembre 1943, viene deportato in Germania, dove dal mese di marzo del 1944 si
perdono le sue tracce
17) Giuliani
Andrea (Classe 1917) - Deceduto il 15 dicembre 1943 nell’isola di Rodi durante
la prigionia in mano tedesca.
18) Graviana
Nicola (Classe 1915) - Perito in mare il
12 febbraio 1944 nel naufragio della nave Oria, infrantasi sulle scogliere dell’isola di Gaudouronisi, a
circa 25 miglia dal porto del Pireo.
19)
Iannantuono Donato (Classe 1915) – Fatto
prigioniero a Creta ( Egeo), è deceduto l’8 febbraio 1944 nell’affondamento
della nave Petrella durante la deportazione in prigionia.
20)
Iannantuono Gabriele (Classe 1919) - Catturato
nell’isola di Rodi Egeo nel settembre 1943, viene internato in Germania
dove nel corso della prigionia si perdono le sue tracce.
21) Ianno
Raffaele (Classe 1913) - Prigioniero dei
tedeschi nell’isola di Rodi Egeo, risulta disperso durante l’internamento dal
mese di gennaio 1944.
22) Ianzano
Matteo (Classe1920) – Dichiarato disperso durante la prigionia in mano tedesca.
La Porta
Antonio (Classe 1914) - Catturato dai tedeschi nell’isola di Rodi nel settembre
del 1943, perde la vita in mare il 12 febbraio 1944 durante la deportazione in
prigionia, nel naufragio della nave Oria.
23) La Porta
Leonardo (Classe 1917) - Perde la vita il 22 maggio 1944 nell’ospedale militare
di Atene (Grecia), durante la prigionia in mano tedesca
24) La
Riccia Antonio (Classe 1911) - Catturato dai tedeschi a Rodi Egeo subito dopo
la resa delle unità italiane, è deceduto il 12 febbraio 1944 durante la
deportazione nel naufragio della nave Oria, infrantasi sugli scogli dell’isola
di Gaiduronisi (oggi Patroklou).
24) Leggieri
Matteo (Classe 1922) – Catturato a Rodi
Egeo dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, viene trasferito in Francia,
dove muore il 6 agosto del 1945.
26) Limosani
Luigi (Classe 1922) - Catturato dai tedeschi in Montenegro, viene trasferito
sul fronte russo, dove cade in mano alle forze sovietiche. Si spegne il 14
gennaio 1945 nel campo n° 38 di Reni (Ucraina).
27) Martino
Tommaso (Classe 1914) - Caduto in mano tedesca a Rodi (Egeo) nel settembre del
1943, non ha più dato notizia di sé dal 5 novembre dello stesso anno.
28) Marzano
Francesco Paolo (Classe 1915) - Catturato dai tedeschi nell’isola di Rodi Egeo,
è perito il 12 febbraio 1944 nel naufragio della nave Oria.
29)
Massenzio Luigi (Classe 1914) -
Catturato a Rodi Egeo dopo l’8 settembre del 1943, risulta disperso durante la
prigionia.
30)
Mezzanotte Giuseppe (Classe 1921) Risulta disperso nell’isola di Rodi durante
la prigionia in mano tedesca.
31) Mimmo
Tommaso (Classe 1914) - Catturato dai
tedeschi a Rodi Egeo, è deceduto il 12 febbraio 1944 nel naufragio della nave
Oria, in navigazione verso la Grecia continentale.
32) Nardella
Gabriele (Classe 1910) - Catturato in
Albania agli inizi di ottobre del ‘43, viene deportato in Germania, dove muore
il 19 marzo 1945 nel campo VI di Lüdenscheid - Germania
33) Nardella
Michele (Classe 1916 )- Catturato dai
tedeschi a Rodi nel settembre 1943, perde la vita durante la deportazione in
prigionia nella nave Oria, naufragata il 12 febbraio 1944 nelle acque del mare
Egeo.
34) Nardella
Michele (Classe 1916) - Caduto in mano tedesca nell’isola di Rodi nel settembre
1943, viene deportato in Germania. Muore
a Norimberga l’11 marzo 1945.
35) Paglia
Antonio (Classe 1917) - Catturato dai
tedeschi a Rodi Egeo l’8 settembre del 1943, è perito durante il trasporto in
prigionia, nel naufragio della nave Oria (12 febbraio 1944)
36) Palma
Michelino (Classe 1911) - Catturato dai tedeschi nell’isola di Creta, è
deceduto il 18 ottobre 1943
nell’affondamento della motonave Sinfra, al largo di Suda (Mare Egeo).
37) Parisi
Bonifacio (Classe 1922) - Caduto in mano tedesca nel settembre del ‘43
nell’isola di Creta, viene internato nel campo di concentramento di Mastamba.
Le sue tracce si perdono durante la prigionia.
38) Perta
Angelo (Classe 1915) - Catturato dai
tedeschi il 12 settembre 1943 nell’isola di Creta, viene deportato in Germania
dove muore l’8 maggio 1945 a Mollerstift di Brackwede per cause imprecisate.
39) Pontonio
Michelino (Classe 1921) - Fatto
prigioniero dai tedeschi nell’isola di Rodi Egeo nel settembre del ‘43,
muore il 5 dicembre dello stesso anno
nel corso di un bombardamento alleato sull’isola.
40) Potenza
Bonifacio (Classe 1922) - Prigioniero dei tedeschi nell’isola di Rodi Egeo, è
perito il 12 febbraio 1944 nel naufragio
della nave Oria.
41) Rago
Pasqualino (Classe 1915) - Catturato in Croazia dai tedeschi nei giorni
seguenti l’armistizio, viene internato nel campo 32 (Stammlager III B - Sermais
Zielenzik) di Frankfurt Oder, dove il 2 febbraio 1945 rimane vittima di
un’incursione aerea alleata
42) Soccio
Giuseppe (Classe 1917) - Catturato dai tedeschi nell’isola di Creta nei giorni
seguenti l’armistizio, risulta disperso durante la prigionia dal settembre del
1943.
43)
Solimando Ciro (Classe 1921) - Catturato dai tedeschi nell’isola di Rodi, è
deceduto durante la deportazione in prigionia nel naufragio della nave
Oria il 12 febbraio 1944 .
44)Stilla
Pasquale (Classe 1921) - Catturato dai tedeschi a Durazzo (Albania) il 9
settembre del ’43, viene internato in Germania. Tornato in Italia, viene
ricoverato nell’ospedale militare di Bolzano, dove si spegne il 1° febbraio
1945.
45) Tiscia
Amtonio (Classe 1922) – Dichiarato disperso nel settembre del ‘43 nell’isola di
Rodi , dopo la resa delle forze italiane al contingente tedesco.
46)
Vigilante lazzaro (Classe 1913) - Caduto in mano tedesca dopo l’occupazione di
Rodi (Grecia) nel settembre del ‘43, le sue tracce si perdono durante la
prigionia.
47) Villani
Giovanni B. (Classe 1914) - Catturato
dai tedeschi nell’isola di Coo (Egeo), viene deportato nella zona di operazioni
sul fronte orientale, dove cade in mano sovietica. Muore il 6 marzo 1945
nell’ospedale del campo n. 38 di Reni (Regione Ismailia, Ucraina).
48) Villani
Matteo (Classe 1915) - Catturato a Rodi Egeo dai tedeschi dopo l’8 settembre
del 1943, è deceduto durante la deportazione il 12 febbraio 1944 nel naufragio
della nave Oria, affondata nelle acque del Mar Egeo, a largo di Capo Sounion
(Attica meridionale).
49) Villani
Michele (Classe 1917) - Catturato dopo
l’8 settembre nella zona di Trento e internato in Germania. E’ deceduto il 12
maggio 1944 nella miniera Anna I (Lager
Kriegsfangenenlager 638 di Alsdorf).
«La violenta
reazione nazista all’armistizio italiano è la storia di una serie di crimini
di guerra, che possono essere annoverati tra le più infami atrocità del secondo
conflitto mondiale»
(Gerhard Schreiber)
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