Inaugurato
il Parco Archeologico sorto sull’area in cui nel 2000 fu rinvenuto il villaggio
perifluviale di Longola, definito dagli studiosi “la Venezia della protostoria”.
10 febbraio 2018
Un viaggio
nella storia. Un viaggio lungo 3.500 anni. È quello che si potrà compiere
varcando la soglia del Parco Archeologico Naturalistico di Longola, realizzato
nell’area - ricadente nel Comune di Poggiomarino – in cui sorgeva
l’insediamento protostorico, articolato su isolotti artificiali e frequentato
dall’età del Bronzo (XV sec. a.C.) fino al VI sec. a. C.
A tagliare
il nastro della struttura, il Sindaco del Comune di Poggiomarino, Leo
Annunziata, la Consigliera Delegata ai Siti UNESCO della Città Metropolitana di
Napoli, Elena Coccia, l’Assessore alla Formazione della Regione Campania,
Chiara Marciani, e il Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei,
prof. Massimo Osanna.
Presenti
alla cerimonia i Sindaci dei Comuni limitrofi, esperti e tecnici che hanno
condotto la campagna di scavo sotto la supervisione della Soprintendenza
Archeologica di Pompei (oggi Parco Archeologico di Pompei), Consiglieri
regionali e metropolitani, Deputati e Senatori della Repubblica.
Il programma
della giornata ha previsto anche laboratori didattici di tessitura antica
tenuti dal Gruppo Archeologico ‘Terramare 3000’, mostre (una, dal titolo
“Sarrasti… Poggiomarino”, allestita nella Serra didattica dall’Associazione
‘G.A.P.’, e un’altra, “Antichi mestieri”, dislocata lungo la passeggiata
fluviale dall’Associazione ‘I Carri d’Epoca’), momenti musicali a cura
dell’Associazione ‘Musikarte’, visite guidate a cura dei progettisti. Le
attività proseguiranno anche nella giornata di domani, domenica 11, dalle ore
10 alle ore 17.
“E' un
giorno importante – ha affermato il Sindaco Leo Annunziata – perché finalmente
vede la luce un progetto per il quale ci battiamo da 18 anni. Voglio
innanzitutto ringraziare le Istituzioni che ci sono state vicine, i Sindaci che
mi hanno preceduto, le associazioni che stanno esprimendo massima
disponibilità, ma soprattutto l’intera comunità poggiomarinese che ha
dimostrato in questi anni di battaglie grande attaccamento al territorio e
grande senso di appartenenza. Longola rappresenta un tassello fondamentale per
la ricostruzione delle nostre origini, è un ritrovamento di importanza mondiale
per la comunità scientifica ma deve da oggi rappresentare anche un volano per
lo sviluppo economico di tutta l’area, collegandosi ai circuiti turistici e
culturali esistenti e articolandone di nuovi”.
“La Città
Metropolitana – ha sottolineato la Consigliera Delegata del Sindaco
Metropolitano, Luigi de Magistris, Elena Coccia, che nel corso
dell’inaugurazione ha anche presentato un volume sul tema – ha già inserito il
Parco di Longola negli itinerari che ha sviluppato a partire dai siti UNESCO, e
lo ha già presentato lo scorso settembre a Siena, al WTU, il Salone mondiale
dell’UNESCO, dove Longola ha riscosso un notevolissimo successo ed è stata
assoluta protagonista. È necessario, ora, che continui questa attività di
valorizzazione della rete delle eccellenze metropolitane, in questo caso
creando un collegamento fra Longola, Pompei e il territorio della valle del
Sarno, le cui vicende storiche sono strettamente intrecciate.
“La scoperta
e lo studio del sito di Longola hanno infatti arricchito il quadro delle
conoscenze per la Campania protostorica – ha dichiarato il Direttore Osanna -
colmando un’importante lacuna riguardante il popolamento della valle del Sarno
finora documentata per lo più da
contesti funerari. Si tratta di un giacimento archeologico fondamentale per la
ricostruzione delle dinamiche insediative nelle fasi che hanno preceduto la
nascita di Pompei. Oggi finalmente aprire alla fruizione il Parco Archeologico
e naturalistico di Longola, grazie alla collaborazione con il Comune di
Poggiomarino, rappresenta un’occasione per diffondere la conoscenza di questo
altro pezzo di storia”.
Il Parco
Realizzato
dal Comune di Poggiomarino sotto la direzione scientifica del Parco
Archeologico di Pompei in virtù di un finanziamento di due milioni e mezzo di
euro erogato dalla Regione Campania, e di recente manutenuto grazie ad un
intervento della Città Metropolitana, in un proficuo esempio di sinergia
istituzionale, il Parco consente ai visitatori di immergersi in uno spaccato
della vita del Villaggio di più di tremila anni fa, di camminare ‘nella storia’
e ‘sulla storia’. Una parte dell’insediamento protostorico è stata infatti
ricostruita fedelmente in un’area poco distante da quella interessata dai saggi
archeologici (ora reinterrati), che hanno restituito oltre un milione di
reperti, fra cui le tre eccezionali imbarcazioni monossili, e che hanno consentito
di definire la morfologia dell’abitato protostorico, esteso presumibilmente per
7 ettari, anche oltre l’attuale corso del Sarno.
Gli isolotti
e le capanne
È stato
riprodotto sia uno degli isolotti a destinazione abitativa, delimitato da
palizzate, che costituivano parte del complesso sistema di tecniche messe in
opera per regimentare le acque del contiguo fiume Sarno e guadagnare spazio
all’asciutto, sia un’area a vocazione artigianale. Sull’isolotto ad uso
residenziale sono state ricostruite due capanne absidate in scala reale, mentre
altre tre capanne sono state delineate e completate planimetricamente mediante
la messa in opera di un filare di pietre calcaree. Le capanne di Longola,
realizzate in materiale deperibile, erano di in genere di forma rettangolare o
absidata, presentavano tetto a doppio spiovente con ingresso sul lato lungo o
breve, e uno spazio interno diviso in due navate o in più vani; un focolare era
posto solitamente al centro dell’ambiente principale. Le capanne di Longola,
così ricostruite, presentano un’architettura piuttosto complessa, sono dotate
di circa 45 pali strutturali, con un diametro compreso tra 23 e 15 cm, che
raggiungono, nella maggioranza dei casi, una profondità di infissione di circa
1,80 m. La struttura portante delle pareti intrecciate di tompagno è realizzata
con 360 paletti di circa 5 cm di diametro, attorno ai quali si intrecciano una
notevole quantità di polloni e virgulti.
Le altre
strutture
Il Parco,
che si estende per complessivi 40mila mq, si articola inoltre in una serie di
strutture, fra cui un infopoint, una struttura dedicata al birdwatching e altri
edifici e aree all’aperto che ospiteranno attività didattiche e laboratori.
Previsto anche un percorso olfattivo e cromatico, con la realizzazione di una serra
e di orti didattici. La struttura ingloba poi la passeggiata naturalistica
lungo il fiume Sarno, realizzata in precedenza, cui sono state aggiunte ora
un’area pic-nic e un’area giochi per i più piccoli. Del resto, da quando è
stato istituito il Parco, nell’area si assiste ad un ripopolamento della flora
e della fauna, con avvistamenti di aironi e cicogne, che scelgono questo
habitat per nidificare.
La gestione
Obiettivo
dell’Amministrazione comunale è quello di - con la collaborazione delle tante
associazioni cittadine che hanno manifestato la loro disponibilità - rendere
fruibile il Parco alle scolaresche, alle famiglie, agli attori del turismo
culturale attraverso visite guidate, passeggiate archeologiche, laboratori,
mostre, anche mediante la costituzione e la formazione di un gruppo di
archeologi in grado di illustrare le caratteristiche del Villaggio e lo
svolgimento della vita economico-sociale dello stesso.
L’INSEDIAMENTO
DI POGGIOMARINO - LONGOLA
“LA VENEZIA
DELLA PROTOSTORIA” (a cura del Parco Archeologico di Pompei)
LA SCOPERTA
Il sito
protostorico in località Longola di Poggiomarino fu scoperto casualmente nel
2000 durante i lavori per la realizzazione dell’impianto di depurazione di
Poggiomarino-Striano. Lo scavo condotto dalla Soprintendenza Archeologica di
Pompei (oggi Parco Archeologico di Pompei), in seguito alla sospensione del
progetto del depuratore, ha consentito la messa in luce di un insediamento
perifluviale frequentato a lungo, a partire dalla media Età del Bronzo fino al
VI sec. a.C., e unico nel suo genere in Italia meridionale.
L’ABITATO SU
ISOLOTTI ARTIFICIALI
L’abitato,
al centro della valle del Sarno, godeva di una posizione strategica e ben
collegata sia con i comprensori limitrofi sia con la costa e sorgeva in ambiente
umido, su isolotti artificiali circondati da un sistema di canali di varie
dimensioni che permettevano gli spostamenti interni e verso l’esterno.
LE CAPANNE
Le
abitazioni erano costituite da capanne in materiale deperibile, diverse per
orientamento, forma (rettangolare o absidata) e per articolazione degli spazi
interni. Tutte le fasi di vita del villaggio mostrano come lo spazio abitativo
sia stato costantemente riorganizzato per adattarsi ai continui mutamenti
geomorfologici dell’area e per sottrarre gradualmente spazio all’acqua mediante
operazioni di bonifica, di regimentazione delle acque superficiali in canali
secondari e tramite innalzamenti periodici dei piani di calpestio al fine di
creare livelli più compatti e resistenti.
IL QUARTIERE
ARTIGIANALE
Durante il
periodo Orientalizzante, e forse anche prima, un’area dell’insediamento si
contraddistingue come quartiere artigianale, con la presenza di strutture e
artigiani impegnati nella realizzazione di manufatti di uso quotidiano e in
lavorazioni specializzate come quella dell’ambra e del bronzo. Il rinvenimento
di un bacino idrico con strutture di ormeggio, una sorta di darsena, e i resti
delle tre imbarcazioni monossili confermano l’eccezionalità di Longola e il suo
coinvolgimento nella rete di scambio che si snoda lungo la valle del Sarno fra
Età del Bronzo ed Età del Ferro.
L’ACQUA E LA
STRAORDINARIA CONSERVAZIONE DEI REPERTI
L’elemento
acquatico, che ha caratterizzato la vita del villaggio in tutte le sue fasi di
frequentazione, ha consentito anche la straordinaria conservazione, in ambiente
anaerobico, di materiali deperibili pertinenti alle abitazioni e alle
infrastrutture, che hanno costituito un eccezionale dossier per indagini
pluridisciplinari, da quelle dendrocronologiche a quelle archeobotaniche e
archeozoologiche.
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