Τετάρτη 28 Δεκεμβρίου 2011

E ora la crisi in Grecia minaccia la salute (UNITA)

Come era prevedibile, la crisi economica in Grecia ha cominciato ad aggredire la salute dei cittadini. Un articolo pubblicato sulla rivista medica inglese The Lancet fa un quadro drammatico della situazione.
La prima cosa da notare è come nel 2009 sia aumentato rispetto a due anni prima, quando ancora la crisi non mordeva, il numero delle persone che non si sono rivolte al medico o al dentista benché ritenessero di averne bisogno. Il sistema sanitario greco permette ai cittadini di andare dal medico di famiglia gratis e di essere visitati negli ambulatori degli ospedali pagando al massimo 5 euro. Ma il problema è che molti greci che precedentemente si rivolgevano alla sanità privata, oggi non se lo possono permettere. I ricoveri nelle strutture private sono crollati del 30% tra il 2009 e il 2010, mente quelli negli ospedali pubblici sono aumentati del 24%. Contemporaneamente, gli ospedali pubblici hanno subito tagli per il 40% del loro budget, molti lavoratori sono stati licenziati e quindi il personale è carente. Le code per una visita o per un ricovero sono diventate lunghissime, tanto da scoraggiare i pazienti e da alimentare il sistema delle bustarelle elargite a medici e infermieri per passare avanti a qualcuno, un sistema del resto ben consolidato in Grecia anche prima della crisi, come racconta un articolo del Wall Street Journal. Inoltre, cominciano a scarseggiare alcuni medicinali. Molte ditte farmaceutiche hanno infatti deciso di sospendere l’approvvigionamento di farmaci agli ospedali greci perché le fatture non venivano pagate da anni. Un esponente della Roche ha dichiarato sempre al Wall Street Journal che il gruppo svizzero ha interrotto la fornitura di alcuni farmaci anticancro, Novo Nordisk ha smesso di mandare insulina e Leo Pharma non spedisce più un farmaco anticoagulante e uno contro la psoriasi.
La sensazione di essere in condizioni di salute non buone o addirittura pessime è aumentata del 14% e i suicidi sono aumentati del 17% tra il 2007 e il 2009 e addirittura del 40%, secondo il ministero della salute, nei primi sei mesi del 2011.
Anche l’Aids ritorna a fare paura. Il numero di nuovi infettati da Hiv aumenta: 52% in più nel 2011 rispetto al 2010. La causa è da cercare nella riduzione di un terzo dei programmi di prevenzione rivolti alle prostitute e ai tossicodipendenti. Siringhe pulite, sostituti dell’eroina e trattamenti antiretrovirali sono necessari per combattere l’infezione, ma oggi, in un paese che ha tagliato le spese sanitarie del 36%, secondo i dati dalla scuola di sanità pubblica, queste cose sono difficili da ottenere. E lo saranno sempre di più, visto che il governo sembra stia pianificando un taglio al contributo statale per i farmaci antiretrovirali: oggi un trattamento costa allo stato greco circa 1000 euro al mese per persona, con i nuovi tagli ogni paziente dovrà pagarne 400. Inoltre, il numero dei tossicodipendenti è in aumento. Un altro segnale inequivocabile del malessere è che le cliniche di strada messe in piedi da alcune organizzazioni non governative per gli immigranti hanno cominciato ad essere utilizzate dagli stessi greci. Medicines du monde stima che la percentuale di greci che vi si rivolge sia salita dal 3-4% prima della crisi al 30% di oggi

Grecia. E adesso si scappa in campagna

i greci se ne vanno dalle città per cercare una vita più sostenibile e conveniente nelle campagne. Non credevo che sarebbe successo così presto.

è stato il Guardian, un paio di settimane fa, a raccontare che i greci se ne vanno dalle città per cercare una vita più sostenibile e conveniente nelle campagne.
Non credevo che sarebbe successo così presto. Anzi: malgrado lo vada predicando da anni, non credevo sarebbe stato possibile vedere la migrazione in campagna di una Nazione che subisce la fase terminale di una crisi. Sapete com'è, si crede razionalmente all'impensabile ma non lo si vuole accettare.
Mi stupisce anche una presa di coscienza così rapida dell'invivibilità delle città in caso di gravi problemi economici e di organizzazione strategica. Non si aspettano le stragi in strada per scappare, pare proprio di no. Sappiamolo.
Mi auguro che per i greci vada diversamente che per gli argentini, dove in campagna si alzò addirittura la mortalità infantile per fame. Spero che questa migrazione tempestiva serva anche a trovare il tempo per organizzarsi. La Grecia è ancora molto rurale, piena di ulivi, alveari, mandrie, e sono in pochi. Ce la faranno.
Sono piuttosto sconcertata, perdonate. Non era la bozza di un romanzo, quella che abbiamo scritta qui per oltre tre anni.

Situazione greca, utile infografica

Gli ammortizzatori sociali greci sono la metà, pro capite, di quelli francesi; lo stesso vale per i costi amministrativi dello Stato e la spesa per le pensioni. Che questa crisi finanziaria sia un'ottima scusa per distruggere quel che resta del welfare europeo è un sospetto sempre più tangibile.

Grecia, è allarme suicidi per la crisi

Rispetto all'anno scorso sono aumentati del 40%: uomini tra i 35 e i 60 anni, molti si uccidono per la vergogna
IL DRAMMA
Grecia, è allarme suicidi per la crisi
Rispetto all'anno scorso sono aumentati del 40%: uomini tra i 35 e i 60 anni, molti si uccidono per la vergogna
MILANO - La crisi economica in Grecia ha portato ad una drammatica crescita dei suicidi. Ad indagare sul fenomeno è il Wall Street Journal, che riporta dati ufficiali del ministero della Salute secondo i quali vi è stato un aumento del 40% dei suicidi nei primi cinque mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
IL SUICIDIO E' VISSUTO COME UNA VERGOGNA- In realtà le vittime potrebbero essere molte di più perchè in Grecia il suicidio è vissuto come una vergogna e molte famiglie cercano di far passare per incidenti la morte dei loro cari. Altri tentano invece di togliersi la vita in modo plateale, come l'uomo che si è dato fuoco venerdì davanti ad una banca a Salonicco. L'organizzazione Klimaka, che gestisce un telefono amico per la prevenzione dei suicidi, riceveva un tempo circa 10 telefonate al giorno. Ma ora vi sono giorni «in cui arriviamo a 100», racconta lo psicologo Aris Violatzis. A chiamare sono uomini finanziariamente rovinati fra i 35 e i 60 anni. «Hanno perso la loro identità di marito che porta il pane a casa e non si sentono più uomini secondo i nostri standard culturali», spiega Violatzis.
LA STORIA DI PETRAKIS - Al mercato di Heraklion, una città dell'isola di Creta, vi sono stati tre suicidi in poco tempo. Qui l'onore degli uomini è un concetto culturalmente molto radicato e un caso esemplare è quello di un verduraio, il signor Petrakis. Vecchie foto lo mostrano con lo sguardo spavaldo e i folti baffi neri, ma pochi giorni fa, all'età di 58 anni, si è sparato fra gli ulivi del campo comprato con mille sacrifici. Alberghi e ristoranti lo pagavano con assegni postdatati, che era costretto a rivendere a prezzo inferiore alle banche per far fronte ai debiti. Per sfuggire alla rovina, dopo che la banca aveva minacciato di prendergli la casa, Petrakis ha disperatamente tentato una piccola truffa portando in banca un assegno falso. Ma è stato subito scoperto e denunciato. Per la vergogna ha tentato una prima volta il suicidio bevendo benzina. La moglie lo ha salvato ma, quando è tornato al mercato, un fornitore di arance ha preteso di essere pagato e lo ha chiamato «truffatore». E per Petrakis è stato troppo. (Fonte: Adnkronos Salute)

Orrore, la Grecia in schiavitù: è stata venduta agli inglesi

La scoperta è di quelle agghiaccianti, e ci arrivo fra un attimo. Ma il senso di disperazione di chi scrive è che non so più a chi appellarmi. Questo colpo di Stato finanziario in Europa sta vomitando orrori su orrori man mano che gli si scava all’interno. Il mio lavoro è di scoprire e rendere pubblico ciò che scopro, ma per chi? Chi ha la determinazione di agire? Non voi, non i politici, non i sindacati, non la Chiesa. Chi allora? Chi? Ora la scoperta. I greci sono spacciati, non possiamo far più nulla. Dobbiamo lasciarli andare e vederli morire, come fossimo i pochi che sono riusciti a salire sull’ultima scialuppa rimasta e che devono rassegnarsi ad abbandonare gli altri naufraghi ai pescecani che li stanno già dilaniando.
Lo so, è orrendo allontanarsi mentre quelli urlano da non poter sopportare. Non abbiamo scelta. I criminali dall’Unione Europea, leggi i financialnazisti tedeschi e i financialVichy francesi, hanno firmato la condanna a morte dei greci nel summit europeo del 26 ottobre, dove all’insaputa della stampa e delle televisioni la seguente clausola è stata imposta di forza ad Atene: la giurisdizione legale sui titoli di Stato greci ancora in circolazione (cioè non ripagati) passa dalla sovranità greca a quella inglese. Traduco: la Grecia non è più padrona del proprio debito, che da ora è gestito legalmente dalla Corona britannica sotto leggi britanniche.
Conseguenze: primo, la Grecia può essere ora trascinata in tribunale dai suoi creditori senza poter esercitare uno straccio di difesa sovrana con le proprie leggi. Parlamento e giustizia greci valgono ormai meno di nulla. Secondo, la Grecia in questo modo non potrà più rinegoziare il proprio debito per salvare la nazione. Non lo potrà fare né in Euro, né in Dracme (cioè proporre ai creditori di accontentarsi di rimborsi inferiori in Euro o di rimborsi in Dracme). Infatti non è più legalmente proprietaria del suo debito, e verrebbe massacrata dai creditori che per farlo userebbero le leggi di un altro Paese (notoriamente e sfacciatamente pro-business).
Ma questo significa soprattutto che non può più abbandonare l’Eurozona, perché la condizione essenziale del default sovrano è di poter poi dire al mondo intero: «Rinegozio il mio debito alle mie condizioni e con la mia moneta». L’hanno chiusa dentro a chiave, hanno buttato la chiave, e lì deve morire. Fermi: parliamo di sofferenze vere, gente vera, oggi, e destini troncati. Crimini contro l’umanità.
La cosa che fa urlare di furia è anche che fra l’altro questa condanna a morte gli è stata imposta in cambio di un pacchetto di aiuti che sono proprio ciò che ne torturerà l’economia lentamente fino al decesso, perché sono le… famose misure di austerità che sono oggi piombate anche qui da noi. I greci sono perduti. Mi rimane solo una magrissima speranza: che il sadismo franco-tedesco, dopo aver macellato milioni di famiglie greche, irlandesi, portoghesi e italiane, inizi a divorare se stesso, collassando anche la scialuppa dove troneggiano Francia e Germania, che forse comincinano già ora a rendersene conto.
E rimaniamo noi. Cioè voi, perché io la mia parte la faccio. Lavoro gratis per queste battaglie, rischio il vilipendio del Capo dello Stato un giorno sì e uno no, rischio le querele che mi portano via la casa, rischio i manganelli quando vado a urlare a Prodi “delinquente” in pubblico, rischio un bossolo in una busta di carta nella buca delle lettere, certo, perché questi non scherzano, e poi  ho perso reddito, fama, e ciò che amavo fare nella vita, cioè le inchieste in giro per il mondo. Ma voi. Voi su quella scialuppa, ancora interi, adulti vaccinati, che messi di fronte alla fine dei vostri figli in un’Italia kosovizzata state lì inermi, laureati, diplomati, occupati, macchinati, Ipaddati, bravi a tirare scapaccioni ai vostri bambini, ma lì imbelli di fronte al Potere e solo capaci di scrivere a me “Dott. Barnard, ma cosa possiamo fare?”. Cosa potete fare? Siate uomini! Siate donne! E se non sapete difendervi per sopravvivere allora schiattate. Vergognatevi. Carne da pescecani. (e smettete di scrivermi).
(Paolo Barnard, “Carne da pescecani (voi)”, intervento pubblicato sul blog di Barnard il 12 novembre 2011).

Grecia senza cibo e medicine, i bambini muoiono di fame

Duecento casi di bambini in pericolo, denutriti, «perchè i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve». Non è il medioevo, è la Grecia del 2011. «Quando ho letto questa notizia – confessa Debora Billi – pensavo fosse l’esagerazione di qualche blog catastrofista, tanto mi sembrava incredibile». Invece è l’Ansa, che cita il sito “Newsit”. E’ la maggiore agenzia di stampa italiana a confermare la storia: quei 200 piccoli europei sono davvero alle prese con la fame, e i loro insegnanti «fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare». Questa non è più crisi, è catastrofe umanitaria: «Il ministero della pubblica istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come “propaganda”, si è visto costretto a riconoscere la gravità del problema».
Come hanno riferito alcuni insegnanti al quotidiano “To Vima”, il problema della denutrizione ormai esiste e, in Grecia, viene individuato più facilmente nelle scuole a tempo pieno: «Molti ragazzi vengono in classe senza il pranzo e dicono di averlo dimenticato a casa perché si vergognano di dire la verità». E non mancano nemmeno i casi di pazienti che, dopo essere guariti, non vogliono lasciare l’ospedale perché non hanno dove andare a dormire, continua la cronaca greca, ripresa dal blog “Crisis.Blogosfere”. «Stanno uccidendo i greci, e non solo con la fame», osserva Debora Billi: l’altra emergenza, ormai drammatica, riguarda l’assistenza sanitaria: la Grecia sembra stia scivolando verso una disperazione sociale da terzo mondo.
«I ricoveri nelle strutture private sono crollati del 30% tra il 2009 e il 2010», scrive “L’Unità” in un recente servizio da Atene, «mentre quelli negli ospedali pubblici sono aumentati del 24%». Contemporaneamente, i centri sanitari statali hanno subito tagli per il 40% del loro budget: il personale è gravemente carente, perché molti lavoratori sono stati licenziati per effetto dei tagli al sistema di protezione sociale imposto dalla terapia d’urto voluta dall’Europa. Risultato, la disperazione ormai diffusa, che incoraggia la peggiore forma di corruzione: «Le code per una visita o per un ricovero sono diventate lunghissime, tanto da scoraggiare i pazienti e da alimentare il sistema delle bustarelle elargite a medici e infermieri».
Inoltre, aggiunge “L’Unità”, cominciano a scarseggiare alcuni medicinali: molte ditte farmaceutiche hanno infatti deciso di sospendere l’approvvigionamento di farmaci agli ospedali greci perché le fatture non venivano pagate da anni. Un esponente della Roche ha dichiarato al “Wall Street Journal” che il gruppo svizzero ha interrotto la fornitura di alcuni farmaci anti-cancro, mentre Novo Nordisk ha smesso di rifornire gli ospedali greci di insulina e Leo Pharma ha cessato di spedire ad Atene due medicinali importanti, un anticoagulante e un farmaco contro la psoriasi.
Già nel 2008, cioè tre anni fa, sapevamo che i greci sarebbero stati “i primi”, scrive Debora Billi, segnalando che il suo blog ha avviato dal 2010 un monitoraggio ravvicinato delle sofferenze sociali provocate in Grecia dal “rigore” imposto dalla Bce dopo lo scoppio della crisi finanziaria, lasciata marcire dai bilanci statali “truccati” dai consulenti della Goldman Sachs. Debora Billi è “sul pezzo” da anni: «Malgrado ciò – scrive ora – sono stupita dalla rapidità con cui la situazione si sta deteriorando. Non possiamo fare altro che assistere inorriditi alla tragedia che si consuma a poche ore di navigazione dalle nostre coste, con la sempre più ineluttabile consapevolezza che i prossimi saremo noi».

Suicidi in aumento, l’Italia scivola verso la Grecia

Mario Monti riuscirà a salvarci, come scrivono giornali e televisioni? No, purtroppo: sempre ammesso che l’obiettivo del governo tecnico sia il salvataggio del paese, e non invece la sua sostanziale svendita a prezzi di realizzo ai dominus della finanza mondiale, ansiosi di mettere le mani sui “gioielli di famiglia” come Eni e Finmeccanica, senza contare immobili prestigiosi, terreni agricoli, beni comuni come l’acqua. Loretta Napoleoni è pessimista: «Penso che stiamo scivolando verso la Grecia», dice, perché «quello che sta succedendo oggi in Italia l’abbiamo già visto in Grecia e lo vediamo quotidianamente». Come se non bastasse, c’è un nuovo campanello d’allarme: l’aumento dei suicidi. «E’ uno dei primi segnali di un Paese che scivola lungo la china del default e della bancarotta».
Chiaramente, aggiunge l’economista in un intervento pubblicato sul blog “Cado in piedi”, il baratro della crisi è anche un problema di percezione. E’ accaduto anche ad Atene: il numero di suicidi è vertiginosamente aumentato quando il paese ha affrontato lo choc della realtà: il buco nero del debito e i tagli selvaggi imposti alla spesa sociale. Fino a poco prima, la Grecia non aveva il minimo sospetto che la catastrofe fosse dietro l’angolo. E adesso, a quanto pare, tocca a noi: «Fino a poche settimane fa – scrive Loretta Napoleoni – gli italiani neanche sapevano di trovarsi in questa situazione, perché si continuava a dire che tutto andava bene», stando appunto alle surreali rassicurazioni del Cavaliere. Poi, di colpo, il precipizio. Fino alla “cura” Monti. Che, secondo la Napoleoni, peggiorerà solo le cose.
«Ci troviamo in una situazione in cui la politica di austerità imposta dall’Europa unita non funzionerà», dice l’economista. Il “rigore” «ci porterà a una spirale deflazionista e di depressione». Finale scontato: «Andremo verso il destino della Grecia, con 519 miliardi da pagare nel 2012 e da rastrellare sul mercato per pagare gli interessi sul debito». Prima o poi dovremo chiedere aiuto: soccorso finanziario che «sicuramente non ci verrà dato». Il rischio? «Si porrà il problema del default incontrollato», la bancarotta improvvisa e selvaggia, il panico. «Noi dovremmo avere un “piano B” per un default controllato, una rinegoziazione del debito e una potenziale uscita dall’Euro o la costituzione di un Euro a due velocità», insiste Loretta Napoleoni: «Dovremo fare un po’ più di quello che fa Cameron e un po’ meno di quello che fa Papademos e che ha fatto fino a oggi Papandreou».

Stanno uccidendo i greci

In Grecia ci sono già bambini che hanno fame, e malati che non hanno medicine.
Quando ho letto questa notizia pensavo fosse l'esagerazione di qualche blog catastrofista, tanto mi sembrava incredibile.
Parlando con il sito online Newsit.gr, la donna ha affermato che nelle ultime settimane "sono stati registrati circa 200 casi di neonati denutriti perche' i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve", mentre gli insegnanti delle scuole intorno all'istituto da lei diretto fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare. Il ministero della Pubblica Istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come "propaganda", si e' visto costretto a riconoscere la gravita' del problema.
Come hanno detto alcuni insegnanti al quotidiano To Vima, il problema di denutrizione esiste e viene individuato piu' facilmente nelle scuole a pieno tempo: "Molti ragazzi vengono in classe senza il pranzo e dicono di averlo dimenticato a casa perche' si vergognano di dire la verita'". E non mancano nemmeno i casi di pazienti che, dopo essere guariti, non vogliono lasciare l'ospedale perche' non hanno dove andare a dormire.
Stanno uccidendo i greci, e non solo con la fame. L'Unità, qualche settimana fa:
I ricoveri nelle strutture private sono crollati del 30% tra il 2009 e il 2010, mente quelli negli ospedali pubblici sono aumentati del 24%. Contemporaneamente, gli ospedali pubblici hanno subito tagli per il 40% del loro budget, molti lavoratori sono stati licenziati e quindi il personale è carente. Le code per una visita o per un ricovero sono diventate lunghissime, tanto da scoraggiare i pazienti e da alimentare il sistema delle bustarelle elargite a medici e infermieri.
Inoltre, cominciano a scarseggiare alcuni medicinali. Molte ditte farmaceutiche hanno infatti deciso di sospendere l'approvvigionamento di farmaci agli ospedali greci perché le fatture non venivano pagate da anni. Un esponente della Roche ha dichiarato sempre al Wall Street Journal che il gruppo svizzero ha interrotto la fornitura di alcuni farmaci anticancro, Novo Nordisk ha smesso di mandare insulina e Leo Pharma non spedisce più un farmaco anticoagulante e uno contro la psoriasi.
Questo blog si occupa di Grecia da tempo. Nel dicembre 2008, tre anni fa, sapevamo già che i greci sarebbero stati "i primi". E Pietro cominciò a seguire da vicino la Grecia nel gennaio 2010, due anni fa. Malgrado ciò, sono stupita dalla rapidità con cui la situazione si sta deteriorando. Non possiamo fare altro che assistere inorriditi alla tragedia che si consuma a poche ore di navigazione dalle nostre coste, con la sempre più ineluttabile consapevolezza che i prossimi saremo noi.

Grecia:Un triste Natale all'insegna di rabbia e disperazione


(di Demetrio Manolitsakis) - (ANSAmed) - ATENE, 19 DIC - In Grecia, a pochi giorni dal Natale e in piena recessione, si ha l'impressione che dovunque prevalga un'atmosfera di rabbia e di tristezza che ai greci di una certa eta' riporta alla memoria scene della Seconda Guerra mondiale e dell'occupazione tedesca del Paese: poverta', lotta quotidiana per la sopravvivenza, disperazione. Le famiglie greche, secondo i dati della Confederazione Nazionale del Commercio ellenico, vivono in una situazione che appena qualche mese fa sembrava impensabile. Nove greci su 10 hanno abolito le spese per il vestiario e per le calzature, otto su 10 le spese per i divertimenti e un cittadino su quattro dichiara che gli non bastano i soldi per l'acquisto di generi di prima necessita'. Soltanto un greco su quattro cerca di risparmiare per paura della situazione economica incerta. Mentre sempre un cittadino su quattro vive al di sotto della soglia di poverta', uno al limite della stessa soglia e due su quattro fanno ricorso ai loro risparmi per vivere. In ogni caso, secondo la Confederazione, cio' significa che sul mercato manca la liquidita' che puo' condure alla sparizione della piccola e media imprenditoria. Piu' di 400.000 nuclei familiari, secondo l'Istituto nazionale di statistica Elstat, sono rimasti senza alcun reddito perche' nessuno dei componenti lavora piu', mentre oltre 60.000 famiglie hanno fatto ricorso al tribunale chiedendo la regolamentazione dei loro debiti perche' sostengono di non essere piu' in grado di pagarli nemmeno a rate. Il numero degli indigenti che usufruiscono delle mense comuni allestite dalla Chiesa ortodossa greca e' aumentato ultimamente di 20.000 unita', come ha rivelato Maria Iliopoulou, direttrice del brefotrofio di Atene. Parlando con il sito online Newsit.gr, la donna ha affermato che nelle ultime settimane "sono stati registrati circa 200 casi di neonati denutriti perche' i loro genitori non sono in grado di alimentarli come si deve", mentre gli insegnanti delle scuole intorno all'istituto da lei diretto fanno la fila per prendere un piatto di cibo per i loro alunni che non hanno da mangiare. Anche i maestri delle scuole elementari del Comune di Atene, sostiene Iliopoulou, ''ci chiedono i pasti per i loro scolari che non hanno da mangiare, mentre in molte scuole la situazione e' ancor piu' drammatica perche' alcuni bambini sono svenuti in classe in quanto denutriti. L'Associazione insegnanti di Scuole elementari di Atene, circa la situazione in cui versano molti alunni delle scuole della capitale a causa della difficile situazione economica dei genitori, ha denunciato il caso di un padre che si e' tolto la vita perche' non era piu' in grado di far crescere i suoi tre figli. Il ministero della Pubblica Istruzione, che in un primo momento aveva definito la denuncia come "propaganda", si e' visto costretto a riconoscere la gravita' del problema. E cosi' ha deciso di distribuire agli alunni delle famiglie meno abbienti buoni pasto con cui al mattino possono acquistare la colazione dal refettorio delle scuole.

Come hanno detto alcuni insegnanti al quotidiano To Vima, il problema di denutrizione esiste e viene individuato piu' facilmente nelle scuole a pieno tempo: "Molti ragazzi vengono in classe senza il pranzo e dicono di averlo dimenticato a casa perche' si vergognano di dire la verita'". E non mancano nemmeno i casi di pazienti che, dopo essere guariti, non vogliono lasciare l'ospedale perche' non hanno dove andare a dormire.

(ANSAmed).