Lo ricorda il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione della Giornata internazionale contro la corruzione
Venerdì 08 Dicembre 2017
Riceviamo e
pubblichiamo:
Il
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende
ricordare la Giornata internazionale contro la corruzione (9 dicembre),
istituita nel 2003 dalle Nazioni Unite, quando è stata adottata la Convenzione
ONU contro tale fenomeno. Essa costituisce un’importante occasione di
riflessione sulla necessità di inquadrare la corruzione come un reato grave,
che impoverisce il sistema Paese e favorisce le mafie. Tale necessità è resa ancora
più urgente, in quanto la consapevolezza che la corruzione rappresenta una
perdurante questione problematica, stenta ad affiorare alla coscienza
collettiva degli italiani. Nonostante diverse convenzioni internazionali ne
evidenziano la pericolosità sociale, nel nostro Paese rimane un crimine
sostanzialmente impunito.
L’Italia
insieme alla Grecia, è una delle democrazie occidentali con il più elevato
livello di corruzione interna (Trasparency International). Risulta interessante
confrontare l’indice di percezione della corruzione rilevato per l’Italia da
parte degli investitori stranieri, con la percezione che ne hanno gli stessi
cittadini italiani. Gli italiani risultano essere più preoccupati dai reati
connessi alla sicurezza e all’immigrazione che piuttosto quelli legati al
malaffare costruito sulle “tangenti”. Lo “scollamento”, tra le percezione dei
paesi esteri e la sostanziale indifferenza nazionale al fenomeno della
corruzione, deve far riflettere sull’importanza di informare e rendere i cittadini
consapevoli dei guasti che essa produce, e che è un vero e proprio “costo” per
la democrazia.
Ogni
comunità educativa può apportare il proprio contributo attraverso l’educazione
alla legalità e l’approfondimento delle discipline giuridiche ed economico/aziendali.
Stando alla
più recente letteratura economica, la corruzione determinerebbe anzitutto una
cattiva allocazione delle risorse: in sistemi altamente corrotti si privilegia
la costruzione di opere inutili “cattedrali nel deserto”, invece di migliorare
le infrastrutture esistenti, dato che quest’ultima attività veicola un minore
volume di tangenti. Diffuse pratiche corruttive , specie nel settore degli
appalti pubblici, tendono a premiare le imprese che sono competitive non in
ragione dei principi di efficienza, bensì perché più disponibile alle dazioni
illecite oppure perché criminali in quanto abbassano i costi utilizzando lavoro
nero o materie prime scadenti. La corruzione altera le regole della
concorrenza, incoraggia la crescita di fondi neri, sottraendo risorse
all’economia pulita. I costi sociali della corruzione gravano di più sulle
fasce deboli in quanto sono esse che si avvalgono dei servizi pubblici. Le
discipline giuridiche ed economiche devono promuovere le competenze di
cittadinanza attiva all’interno dei
moduli di riferimento, attivando l’interesse degli allievi e rendendoli più
consapevoli del fenomeno corruttivo. Allo stesso modo le discipline
economico-aziendali devono approfondire l’argomento all’interno di diversi
moduli del programma: (imprese, contabilità, bilancio d’esercizio e bilancio
sociale), infatti, a monte di una
corruzione, si colloca frequentemente- quando il privato corruttore è una
impresa- il reato di falso in scritture contabili e, a valle, il delitto di
riciclaggio. C’è tanto bisogno di un richiamo autentico all’etica che passi
attraverso una serie di misure atte a restituire trasparenza, a partire proprio
dai bilanci d’impresa. Quanto tempo occorre perché nei programmi di economia
aziendale, occupi un posto centrale la redazione del bilancio sociale, per il
riconoscimento dell’importante ruolo di responsabilità sociale dell’impresa
moderna?
Il
Coordinamento Nazionale Docenti della
disciplina dei Diritti Umani propone alcune attività didattiche e operative:
1) Analisi
della correlazione negativa fra la corruzione e un insieme di indicatori dello
sviluppo di un paese, come la libertà di stampa, la spesa pubblica per
istruzione e ricerca, la spesa sanitaria, il livello di discriminazioni
sociali, etnico -razziali o di genere.
2) Pene
previste dal codice penale e quelle delle sanzioni inflitte in concreto.
3) La green
corruption (l’ambiente a rischio corruzione)
4) Dalla
terra dei fuochi, alla vicenda Mose, dalla TAV alle autostrade, dall’Expo fino
alla ricostruzione dei paesi terremotati, la corruzione dilaga, apre ogni porta
lubrifica gli ingranaggi, facilita il saccheggio a spese della collettività.
5) Come
cambia il bilancio sociale per le aziende quotate in borsa, in base alla
Direttiva europea 2014/95/UE: rendicontazione “non financial”. Lotta alla
corruzione, tutela ambientale, benessere dei collaboratori, rispetto dei
diritti umani, sono solo alcuni degli indicatori che affiancheranno dal 2017 i
tradizionali parametri finanziari nel bilancio di esercizio.
6)
Tangentopoli.
7) Film
suggeriti “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito; American Hustle di David O’Russel; “Un padre
e una figlia” di Chistian Mungiu; “Le confessioni” di Roberto Andò Nell’inferno
dantesco i corrotti affollano le Bolge
Leopardi
(Operette morali)
A scuola, la
cultura e lo studio conducono la riflessione fuori dai luoghi comuni
dell’informazione frettolosa e dalla propaganda urlata: a scuola la logica di
scambio e dei favori possono essere contrastati e rifiutati con successo. A noi
docenti tocca il lavoro di costruire occasioni di riflessione , di
partecipazione e di essere protagonisti nella costruzione di valori educativi
in cui identificarsi, nella convinzione che la soluzione ai fenomeni come la
corruzione non possono essere delegati
solo alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma che è necessario far
crescere gli anticorpi più profondi in noi stessi e dunque nella società
intera. Tante volte è avvenuto in passato che delle minoranze armate di una
forte coscienza civile, hanno combattuto e denunciato certi intrecci criminali
e poi in seguito hanno visto riconosciuto il loro punto di vista
(ambientalisti, No-Tav, No Mose). Un dato che dovrebbe far riflettere sulla
necessità del conoscere le conseguenze della corruzione nel mondo della scuola
al fine di formare e sviluppare una coscienza civile.
Prof.ssa
Daniela Provenzano,
Coordinamento
Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
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