ISTANBUL -
Sessantacinque anni dopo l'ultima visita di un presidente turco in Grecia,
mentre Ankara vive uno dei momenti più difficili nei suoi rapporti con l'Ue e
la Nato, Recep Tayyip Erdogan sbarca in un'Atene blindata. Una
"storica" visita di due giorni con l'obiettivo di rilanciare la
Turchia a Occidente, bilanciando le alleanze con Russia e Iran.
07 DICEMBRE 2017
Su molte
questioni, da Cipro all'Egeo, le distanze restano. Ed Erdogan non ha perso
l'occasione di lanciare una polemica sulle dispute storiche tra Ankara e Atene
e ha auspicato un "aggiornamento" del trattato di Losanna del 1923,
che definisce i confini tra i due Paesi, spesso contesi, e inquadra lo status
della minoranza musulmana di origine turca, che sarebbe "discriminata".
Parole a cui il presidente greco ha replicato escludendo qualsiasi
"revisione" dell'accordo.
Ma sono
schermaglie a uso interno. Il Sultano con il premier greco, ha gettato le basi
politiche per il Consiglio di cooperazione bilaterale di alto livello, che tra
due mesi a Salonicco potrebbe dare il via a tre importanti progetti
infrastrutturali comuni: un collegamento marittimo Smirne-Salonicco, l'alta
velocità ferroviaria Istanbul-Salonicco e un ponte al confine sul fiume Evros.
Un volano per rilanciare commercio e turismo, dopo il dimezzamento
dell'interscambio negli ultimi 4 anni a 2,6 miliardi di dollari.
L'altro
capitolo cruciale è quello dei rifugiati. L'accordo tra Bruxelles e Ankara del
marzo 2016 resta il punto di riferimento, anche se Erdogan continua a
denunciare le "promesse non mantenute" dell'Ue sul trasferimento dei
fondi.
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