La Grecia ha
bisogno di investimenti con la massima urgenza. Tuttavia, coloro che vogliono
investire si trovano di fronte a non pochi ostacoli. Esempio attuale: il sito
del vecchio aeroporto di Atene.
Alexia
Angelopoulou e Takis Tsafos, dp - 20.12.2017
Si
tratterebbe del più grosso investimento privato realizzato in Grecia: un
consorzio di aziende internazionali vorrebbe investire otto miliardi di euro
(circa 9,2 miliardi di franchi) nella ristrutturazione del sito del vecchio
aeroporto di Hellinikon.
Una buona
dose di adrenalina per l'economia greca, che attualmente versa in uno stato
pietoso, perché solo all'inizio, questo progetto titanico dovrebbe necessitare
della manodopera di 10'000 persone. E una volta terminato il cantiere, potrebbe
addirittura portare alla creazione di 70'000 posti di lavoro. Tuttavia, per il
momento non si vede all'orizzonte nessuna macchina escavatrice.
Gli
oppositori al progetto si battono con tutti i mezzi in loro possesso e
ritardano senza sosta l'investimento. Questi detrattori fanno parte del
governo. L'aeroporto è chiuso dal 2001: a meno di duecento metri da lì, si
possono osservare le onde lambire la sabbia. E, tra le due, passa un'autostrada
a sei corsie.
In questi
ultimi anni, migliaia di rifugiati hanno campeggiato qui nella più grande
illegalità, come testimoniano i rifiuti, le tende e le corde per il bucato
abbandonate sul luogo.
Guardando la
carta di Atene, ci si rende conto che nessun'altra metropoli europea possiede
un'area vuota altrettanto vasta. Essa si estende su 620 ettari – cosa che
corrisponde a più di tre volte la superficie del principato di Monaco. Il
consorzio Lamda Development, che ha ottenuto l'aggiudicazione per 920 milioni
di euro (circa 1,1 miliardi di franchi), ha grandi progetti per questo sito.
Alexis
Tsipras ha combattuto questo progetto quando era capo dell'opposizione
I lavori
prevedono la realizzazione di un casinò, di complessi turistici, 8000
appartamenti, un centro commerciale e dei congressi, oltre che uno dei più
grandi acquari di Europa ed il più alto edificio abitativo del Mediterraneo. Si
prevede inoltre di costruire il più grande parco sul lungomare del mondo. Tutto
ciò dovrebbe essere realizzato nell'arco di dodici anni.
Il progetto
dunque ha ambizioni superlative, ma deve far fronte a numerose critiche e
resistenze dietro le quinte. Fatto stupefacente: diversi membri di Syriza, il
partito di sinistra al potere, che sono per principio contro la privatizzazione
e avrebbero preferito vedere il sito trasformato in parco, fanno parte degli
oppositori del progetto. «Il Signor Tsipras vuole quest'investimento o no?», si
chiede ugualmente il portavoce del partito socialista (PASOK) Pavlos
Christidis. «In ogni occasione, il suo partito si serve dell'apparato statale
caotico e della funzione pubblica per ritardare e sabotare questo progetto.»
Infatti,
l'attuale capo del governo Alexis Tsipras combatteva ancora questo progetto
quando era capo dell'opposizione. È stato soltanto una volta diventato primo
ministro che ha ceduto alla pressione dei creditori internazionali, che
attendevano da lui che privatizzasse le proprietà statali per migliorare la
struttura economica del paese e far rientrare denaro nelle casse dello Stato.
Il consiglio
centrale di archeologia ha ripreso l'affare
Sia la sinistra
che il partito di estrema destra «Alba dorata» protestano contro questi
progetti e la presunta «liquidazione del paese» ad investitori stranieri, in
disprezzo del fatto che oltre al gruppo cinese Fosun e dell'impresa Al-Maabar,
basata ad Abu Dhabi, il consorzio si compone ugualmente del gruppo greco
Latsis. E poi, ci sono persone che abitano intorno all'aeroporto, che temono
una caduta dei prezzi del mercato immobiliare e la comparsa di un cantiere
della durata di diverse decine di anni. Sebbene nessuno si dichiari
ufficialmente contrario all'investimento – dopo tutto, vista la situazione
disastrosa dell'economia greca, sarebbe assurdo opporsi agli investimenti –,
molti sono esplosi di gioia quando il Consiglio centrale archeologico della
Grecia ha ripreso in mano l'affare, sebbene con continui rinvii e slittamenti
nelle decisioni. Ad Atene, ovunque si scavi, si rinvengono oggetti antichi. È
ciò che ha dichiarato il Consiglio, in particolare per quanto riguarda il
vecchio aeroporto di Atene. Ha inoltre dichiarato sito archeologico un'area di
30 ettari di terreno di costruzione, una superficie che resta ancora mal
definita.
Gli
investitori restano nell'aspettativa. Perché i loro piani tengono conto della
questione archeologica sin dall'inizio. «La situazione giuridica è stata
chiarita da molto tempo, attraverso accordi conclusi con i ministeri e
l'amministrazione», si può leggere nel comunicato del consorzio. Prima di fare
una dichiarazione ufficiale, il consorzio vuole aspettare che il Consiglio di archeologia
precisi concretamente di quali superfici si tratta, per vedere quali
costruzioni e progetti saranno toccati.
La pazienza
degli investitori
Comunque
sia, gli investitori sono già riusciti a superare un altro ostacolo. Secondo
due organizzazioni ambientalistiche, poiché il sito era originariamente una
zona forestale, non poteva essere urbanizzato, ma doveva essere rimboscato.
Sollevo per gli investitori: essi non hanno ottenuto il minimo risultato. Negli
ambienti governativi, si ammira già l'infinita pazienza di cui fa prova il
consorzio, perché altri investitori non reagiscono con la stessa calma allo
sbarramento fatto dai politici e dai funzionari greci. È per esempio il caso
del gruppo minerario canadese Eldorado Gold: quando l'impresa aveva già investito
tre miliardi di euro in un progetto di sfruttamento aurifero nel nord della
Grecia, i Canadesi hanno abbandonato le loro attività a settembre, perché tutte
le formalità erano state regolate, ma mancava sempre l'autorizzazione allo
sfruttamento.
«Eldorado
Gold, sgombera il terreno, vattene altrove!», aveva scritto all'epoca Nikos
Karanikas, uno dei consiglieri di Alexis Tsipras, su Facebook.
Il capo del
governo si mostra imperturbabile. Durante la visita del presidente francese
Emmanuel Macron, che era accompagnato da numerosi investitori, il settembre
scorso, Alexis Tsipras ha comunque messo le mani avanti: «Coloro che investono
in Grecia non se ne pentiranno».
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