L'indiscrezione
circolava già da qualche tempo, ma stavolta è apparsa ufficialmente su
"Kathimerini". In caso di mancato rimpasto, già promesso a settembre
dal premier e fino a ieri in programma a gennaio, ecco che le urne anticipate
toglierebbero le castagne dal fuoco all'esecutivo alle prese con la quarta
valutazione da parte della troika e con il caso Erdogan, dopo la visita ad Atene
del Presidente turco che ha sollevato un polverone.
Scritto da Giorgio Fthia - 11 Dicembre 2017
Lo avrebbero
suggerito a Tsipras alti burocrati ellenici secondo cui la pressione sul
governo lieviterà anche a causa della concomitanza, in gennaio, del dibattito
parlamentare sulla legge di riforma sindacale e sulle proiezioni di crescita
dell'anno che si sta chiudendo.
Ma oltre al
versante economico che comunque rappresenta un qualcosa di non scontato, è il
dossier Erdogan che offre motivo di serie preoccupazioni. Il Presidente turco
ai giornalisti che lo accompagnavano sul volo di ritorno dopo la visita in
Grecia, ha detto che i greci sarebbero “ossessionati dal Trattato di Losanna”,
quello che definì i confini (e le isole) tra i due paesi. Per poi ritrattare
tutto. L'ennesima provocazione a cui la politica ellenica non ha saputo
replicare adeguatamente.
Erdogan ha testualmente
detto che vorrebbe modificare quel trattato, come ha riferito al presidente
Pavlopoulos drante il loro incontro ateniese. Poi ha aggiunto che tra i due
Paesi scorre “miele” per via di scambi commerciali e turistici. Nessuno però ha
dimenticato le provocazioni turche con le centinaia di sconfimamenti aerei
sulle isole contese, l'arresto di un agente segreto turco nei pressi della base
greca di Salamina, le continue scorribande di navi militari turche nell'Egeo.
Un teatro
dell'assurdo che, francamente, non può essere cassato da ipocrite strette di
mano e pranzi ufficiali di gala. La politica estera è cosa troppo seria perché
finisca tutto a tarallucci e vino.
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