Joseph-Désiré Court, La morte di'Ippolyto, 1828.
L’opera, in
origine in dieci libri, s’intitola Periegesi della Grecia. Per periegesi
s’intende quel filone storiografico, soprattutto di epoca ellenistica, che,
intorno a un itinerario geografico, raccoglie notizie storiche su popoli,
persone e località, verificate, per quanto possibile, dall’esperienza diretta.
Situandosi in questo filone, Pausania scelse di descrivere quanto di notevole,
dal punto di vista artistico e socio-religioso, fosse rimasto in Grecia,
certamente situandosi nel movimento di ellenofilia che contraddistinse l’età
degli Antonini.
Ogni libro,
fatta eccezione per l’Eubea e la Tessaglia, descrive una regione della Grecia
antica, con excursus storici e geografici intesi a informare su fatti
d’importanza secondaria o chiarire punti cardine, presupponendo la conoscenza
delle opere storiche maggiori, quali la Guerra del Peloponneso di Tucidide e le
Storie di Erodoto. In effetti, oltre alla conoscenza autoptica, Pausania cita
spesso opere storiografiche e, in molti casi, lavori poetici anche di minore
rilevanza o poemi arcaici, i quali spesso costituiscono fonte privilegiata di
conoscenza.
L’autore,
partendo dall’Attica (I libro), descrive Corinto e l’Argolide (II), per poi
soffermarsi sul Peloponneso (Laconia e Messenia) (III-IV), sull’Elide, con
un’ampia trattazione sulle Olimpiadi e sull’area del santuario di Zeus Olimpio
(V-VI), l’Acaia; il VII libro contiene con divagazioni sulla colonizzazione
greca arcaica, mentre l’VIII libro descrive l’Arcadia. L’opera, forse
incompiuta, come detto, si chiude con la descrizione della Beozia (IX) e della
Focide, con particolare attenzione a Delfi (X).
Sinossi
tratta da Wikipedia
Dall’incipit
del libro:
Mi sembrò
affatto necessario premettere a questa mia versione qualche notizia sullo
Scrittore tradotto, esporre il merito della sua opera, accennare i motivi che
mi mossero a volgarizzarlo, e finalmente mostrare le traccie, che mi propongo
seguire nella piena sua illustrazione, della quale ho testè publicato un
saggio.
Quantunque
non vi sia opera più conosciuta di quella di Pausania, pure dell’autore stesso
assai scarse notizie ci sono rimaste. Il nome di Pausania fu assai celebre
nell’antichità. La Laconia diede alla luce tre uomini illustri così chiamati;
il vincitore de’ Medi a Platèa, non Re, ma tutore di Plistarco Re di Sparta; il
Re che cooperò a far riacquistare la libertà agli Ateniesi; ed uno Scrittore
filologo. Vi fu pure un medico di questo nome, ed un amico di Empedocle.
Pausania nomavasi anco quel nobile macedone, che spense Filippo padre di Alessandro;
quel Proedro di cui parla l’oracolo di Tralli; quello scrittore di Tattica
lodato da Eliano; e finalmente quello rammentato da Atenèo, e di soprannome il
Pozzo Altri ve ne furono meno famosi; ma a niuno di costoro appartiene l’opera
conosciuta sotto il nome di Descrizione della Grecia.
(Nuovamente dal testo greco tradotta da A. Nibby membro ordinario dell’ Accademia romana di archeologia.)
"Descrizione della Grecia" di Pausanias. Volume 2
Acropole - Nikolaos Lytras
Dall’incipit
del libro:
1. Il bosco
oggi detto Cherio è pe’ Messenj il confine verso Gerenia con quella parte del
loro territorio, che dall’Imperadore distaccata, fu unita alla Laconia.
2. Dicono,
che questa regione sendo deserta ebbe così i primi abitatori. Morto Lelege, il
quale regnò in quella oggi detta Laconia, ed allora da lui nomata Lelegia,
Milete suo figliuolo maggiore ottenne il regno; Policaone era più giovane di
età, e per questo motivo rimase persona privata fino a tanto che sposò Messene
da Argo figlia di Triopa di Forbante. Messene adunque orgogliosa pel padre, che
superava in dignità, e potere tutti i Greci di quel tempo, non soffrì, che il
suo marito rimanesse privato. Avendo pertanto raccolto un esercito da Argo, e
da Lacedemone, vennero in questo paese, ed a tutta la regione fu imposto il
nome di Messene dalla moglie di Policaone.
3. Furono
edificate parecchie città, e fra queste Andania dove stabilirono la reggia.
Perciocchè non credo, che alcuna città si chiamasse Messene prima della
battaglia, che i Tebani diedero ai Lacedemonj in Leuttri, e della edificazione
della odierna Messene sotto il monte Itome.
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