Sarà la Salomè di Oscar Wilde nella messa in
scena firmata da Luca De Fusco a dare il via il 21 giugno al Teatro Grande di
Pompei alla seconda edizione della rassegna estiva del Teatro Stabile di Napoli-Teatro
Nazionale promossa in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei.
15 06 2018
Si apre
giovedì 21 giugno al Teatro Grande di Pompei la seconda edizione di Pompeii
Theatrum Mundi, la rassegna di drammaturgia antica promossa dal Teatro Stabile
di Napoli-Teatro Nazionale in collaborazione con il Parco Archeologico di
Pompei.
Alle 21.00
sul palcoscenico del bellissimo teatro romano andrà in scena in prima assoluta
la Salomè di Oscar Wilde, nella traduzione di Gianni Garrera, su adattamento e
regia di Luca De Fusco, che vede protagonisti: Eros Pagni nel ruolo di Erode,
Gaia Aprea in quello di Salomè, Anita Bartolucci nei panni di Erodiade,
Giacinto Palmarini in quelli di Iokanaan.Con loro condividono la scena
Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Luca Iervolino, Gianluca
Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Carlo Sciaccaluga, Paolo Serra, Enzo
Turrin.
Le scene e i
costumi sono firmati da Marta Crisolini Malatesta; il disegno luci è di Gigi
Saccomandi; le musiche originali sono di Ran Bagno; le coreografie sono di
Alessandra Panzavolta; le installazioni video sono di Alessandro Papa. La
produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di
Genova, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Teatro Stabile di Verona.
«Salomè –
scrive nelle note Luca De Fusco – è un grande archetipo, un simbolo eterno di
amore e morte…i registri che Wilde usa oscillano tra il drammatico, l’ironico,
l’erotico, il grottesco in una miscela molto ambigua e di difficile
rappresentazione proprio per i suoi meriti, ovvero per la sua originalità, che
la fa solo in apparenza somigliare ad una tragedia greca mentre in realtà ci
troviamo di fronte ad un’opera unica nel genere. È inoltre enigmatica ed
inafferrabile la natura della protagonista e il suo desiderio di amore e morte
che non trova logiche spiegazioni. Credo che l’amore/odio di Salomè per
Iokanaan sia figlio di quel desiderio mimetico su cui l’antropologo René Girard
ha scritto pagine memorabili. In sostanza, a mio avviso, Salomè ama talmente il
profeta da volersi trasformare in lui stesso. Non può e non vuole uscire da una
dimensione narcisistica dell’amore e quindi si specchia nel profeta».
Lo
spettacolo replicherà venerdì 22 e sabato 23 giugno sempre alle ore 21.00.
La durata è
di 1h 30’.
Informazioni
su servizio navetta, visite guidate, parcheggi e ristoranti convenzionati,
sconti e agevolazioni: www.teatrostabilenapoli.it
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