L’annuncio della Germania che non permetterà la riduzione del
debito per la travagliata nazione europea costringerà la Grecia a mettere
all’asta l’ultima delle sue attività e firmare per cedere sua sovranità residua
alla burocrazia europea.
Nel 2010, la Grecia è stata costretta a chiedere il suo primo
salvataggio I programmi di austerità successivi hanno decimato l’economia
greca. Un altro salvataggio è stato richiesto nel 2012 , che poi ha causato
grandi picchi di disoccupazione e una esplosione di malcontento pubblico. Tre
anni più tardi, per la Grecia è default con Fondo monetario internazionale
(FMI), diventando il primo paese sviluppato a farlo. La crisi continuata della
Grecia ha causato molta instabilità economica nella zona euro, ma – come gli
analisti di Deutsche Bank Research hanno notato – “sembra di essere vicini alla
conclusione di questo episodio della saga Grecia” Evidentemente la Germania
dimentica quando tutti gli stati europei cancellarono tutti i debiti tedeschi
nel 1953 senza chiedere nulla in cambio.
Con l’economia greca ancora in rovina e il suo governo che ancora
annega nel debito, il governo di Atene sembra avere poche opzioni, lasciando
che a scegliere il suo futuro sia la Germania – membro più potente della UE –
con un terzo salvataggio . Il ministro delle Finanze di Baviera, Markus Soeder,
ha annunciato che ha intenzione di prendere una posizione più rigida sulla
negoziazione del bail-out rispetto alle offerte precedenti, affermando che “I
miliardi dovrebbero fluire solo quando Atene implementa tutte le riforme. Anche
allora, però, l’aiuto deve essere somministrato solo nei confronti di un
impegno, sotto forma di denaro contante, oro o immobili.”
In sostanza, la Grecia deve cedere gli ultimi beni, in cambio euro
per pagare il suo enorme debito (soldi a debito per pagare un altro debito…ti
si è accesa la lampadina?). In effetti, i precedenti negoziati bail-out hanno
rivelato che tutti i beni pubblici della Grecia sono valutati in il 50 miliardi
di euro, una cifra che impallidisce in confronto al prezzo dei prestiti
necessari per il pagamento del debito scaturito anche dai precedenti
salvataggi, 90 miliardi.
Il piano ha semplicemente continuato la forzata “privatizzazione
volontaria” della Grecia – un eufemismo per la sua schiavitù verso l’Unione
europea e i suoi Stati più potenti, anzi la Germania!. Dal momento che dagli
ultimi due salvataggi i tedeschi hanno beneficiato al massimo da questa
privatizzazione, prendendo il controllo dei suoi aeroporti, porti, porti
turistici e servizi idrici . Ancora una volta, la Germania si è imposta per
essere il più grande beneficiario del prossimo salvataggio, con multinazionali
e altri stati che hanno intenzione di partecipare al bottino finale della
Grecia. Questa, anche se non sentiti gli spari, è guerra! E miete le sue
vittime nelle strade. Unione Europea, già il termine unione dovrebbe far
intendere la fratellanza tra gli Stati e invece è solo un covo di avvoltoi
pronti a cibarsi dei resti delle nazioni più deboli.
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