Premiato a Cannes, ora in sala Il sacrificio
del cervo sacro
Il regista greco Yorgos Lanthimos ama i temi
forti e le atmosfere cupe e senza speranze e in 'Il sacrificio del cervo sacro'
non si smentisce affatto, mettendo in campo un thriller-horror infarcito di
simboli, miti e tragedie (come l'Ifigenia in Aulide di Euripide, dove
Agamennone si trova costretto a uccidere una figlia per riparare un'offesa ad
Artemide).
La pellicola, che ha vinto il Premio della Giuria alla 68a edizione
del Festival di Cannes e arriva ora in sala con la Lucky Red dal 28 giugno, ha
come protagonista Steven (Colin Farrell) famoso chirurgo cardio-toracico che
insieme alla moglie Anna (Nicole Kidman) e ai loro due figli, Kim (Raffey
Cassidy) e Bob (Sunny Suljic), vive una vita tranquilla e piena di
soddisfazioni. Un giorno Steven stringe amicizia con Martin (Barry Keoghan), un
sedicenne solitario che ha da poco perso il padre e decide così di prenderlo
sotto la sua ala protettrice. Quando il ragazzo entra lentamente, ma sempre di
più, nella vita della famiglia cominciano a verificarsi eventi inquietanti che
mettono in subbuglio tutto il loro mondo, costringendo alla fine il chirurgo
Steven a compiere un tragico e sconvolgente sacrificio per non correre il
rischio di perdere tutto. "Ho usato spesso il travelling (movimenti di
macchina) e comunque un modo di girare diverso da quello che in genere ci si aspetta
visto il contenuto del film - spiega il regista - : si doveva avere l'idea di
qualcosa che osserva la scena''. In 'Il sacrificio del cervo sacro' aggiunge:
"Parlo della giustizia, dei comportamenti umani. Era in fondo questo che
volevo esplorare, ovvero vedere come la gente si pone di fronte alle scelte.
Nella mitologia greca il concetto di sacrificio si trova dappertutto, così come
nella Bibbia. Abbiamo fatto emergere questioni radicate nella cultura
occidentale fin dalle sue origini, lo si può vedere bene nell'Ifigenia di
Euripide» Dice, infine, la Kidman a Cannes: "È una sceneggiatura ipnotica,
sei completamente rapito dalla visione personale e unica di questo regista. In
altri tempi forse ne avrei avuto paura: quando valuti una proposta, scegli sostanzialmente
il regista e ti assumi dei rischi, perché per quanto hai potere contrattuale e
cerchi di controllare sei nelle sue mani, e per un attore la scelta è sempre
molto difficile. Io mi sono lasciata andare, volevo provare altre cose e ho
fatto come voleva lui che ripeteva 'dimentica la tua preparazione, sul set non
fare assolutamente niente'. Il suo lavoro - conclude l'attrice - è diretto,
molto fisico, non racconta, non vuole essere distratto da altro e così mi sono
messa al servizio di questa storia che scava ed esplora la condizione umana
quando ha a che fare con la colpa e il sacrificio".
Δεν υπάρχουν σχόλια:
Δημοσίευση σχολίου