Un viaggio
alle pendici dell'Athos, dove, dal 1046, è consentito l'accesso ai soli maschi.
Un luogo iconico 365 giorni l'anno, che in questo periodo si arricchisce del
Festival Kouzina.
di
DONATELLA CHIAPPINI, 30 maggio 2018
Bisogna
accontentarsi di guardarli dal basso in alto se sei nata femmina. Puoi godere
del panorama, delle strane architetture a strapiombo sul mare (tra il Golfo del
Monte Athos, quello di Ierissos e quello di Orfani), delle curiosità che la guida
racconta, ma al Sacro Monte non puoi accedere. Perché il Monte Athos, è cosa
arcinota, accoglie nei suoi monasteri solo gli uomini, muniti di permesso e
adeguatamente abbigliati, in religioso silenzio. E non provate, signore,
neppure a travestirvi - come fece negli anni Venti la scrittrice francese
Maryse Choisy, autrice del libro Un mois chez les hommes - per entrare
clandestinamente nei santi cortili. Il Monte ha uno statuto speciale di
autogoverno e dalle sue leggi non si scappa dal 1046, anno in cui l’imperatore
di Bisanzio promulgò un decreto con il veto di genere più contestato degli
ultimi anni. Ma tant’è: il Monte è una Repubblica Monastica che conta più o
meno 1800 monaci - quasi tutti greci ortodossi e per lo più over 60 - che
vivono in venti monasteri e dodici skiti (una sorta di eremi), luoghi in cui la
giornata segue regole che il resto del mondo non conosce.
Tanta
spiritualità si confonde, in ogni caso, con i profumi della macchia
mediterranea e con piccolissime spiaggette alle pendici della “rupe”
spirituale, dichiarata Patrimonio Unesco nel 1998, in cui è impossibile
avvicinarsi. Unica chance la barca, quella che placidamente naviga lungo il
terzo dito (geograficamente definito istmo) della penisola Calcidica, Grecia
del Sud. Periferia estrema dell’antica Tracia, oggi terra di cultura e bagni
indimenticati. Una specie di corolla mistica alle altre due dita - Kassandra,
centro della movida ellenica, e Sithonia, patria di trekking e vacanze relax -
che è meta di pellegrinaggio in ogni momento dell’anno, Pasqua compresa. Ma se
ogni periodo è perfetto per fare una vacanza tra sacro e profano (vale il
viaggio già solo il monastero de La Grande Lavra, il più antico e nobile dei
monasteri del Sacro Monte circondato da altissime mura), l’occasione per andare
in Calcidica adesso diventa perfino più “appetibile”.
Occasione stranamente golosa, va aggiunto. Con
il festival Kouzina 2018: rassegna di sapori variegati che alla cultura
gastronomica ellenica aggiunge “contaminazioni di gusto” dell’Asia Minore e non
solo. A provare i piatti dell’antica Grecia, i menù a base di pesce, la cucina
dei Monasteri e quella Microasiatica si
è cominciato qualche giorno fa ad Arnaia, tuttavia si ha il tempo di assaggiare
varie delizie fino alla metà di giugno. La bella isola di Ammouliani, per
esempio, dall’8 al 10 giugno ospiterà il gran gala del pesce. Un porticciolo
mignon, poco più di cinquecento abitanti e un mare dall’appeal indiscusso non
impediscono alla più grande flotta di pescherecci della Macedonia Centrale di
garantire prodotti di prima qualità. E la sardina, in particolare, regna
sovrana sulle tavole delle taverne.
Ai prodotti dei monasteri (vino, olio, miele,
marmellate e così via) sono dedicate alcune serate del Festival Kouzina -
gestito dalla Mount Athos Area Organization – dove è possibile approdare dopo
una giornata di “pura vacanza” in una delle 18 incantevoli spiagge che hanno
conquistato le Bandiere Blu: da Kambos (nell’area di Gomatiou) a Ouranopolis,
ultimo avamposto prima del Sacro Monte. Ed è lì che ci s’imbarca con il
battello alla volta della vetta spirituale che seduce i greci ortodossi certo,
ma anche moltissimi turisti russi e pellegrini delle chiese d’Oriente.
E la visita
a Vatopaedi, fondato nel 972 e abitato in origine da eremiti armeni,
costituisce un esempio eccellente di eclettica vacanza devozionale con
balneazione aggiunta. Il monastero ha una biblioteca di duemila preziosissimi
manoscritti nonché quarantamila volumi stampati, una maestosità che “dal basso”
(a livello del mare) spaventa e un’appendice di cronaca che l’ha portato alla
ribalta nel 2008. Scelto dai potenti del mondo per qualche giorno di
raccoglimento, è stato al centro di in uno scandalo politico-immobiliare per
transazioni di permuta di terreni tra il convento e il governo greco del
premier Kostas Karamanlis.
Ingiustificabile, ma la bellezza del luogo aiuta a comprendere la
tentazione materiale.
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