Dal 1 agosto
al 9 settembre 2018 – Presso Pala Dean Martin - Montesilvano
Un altra
preziosa presenza si aggiunge al fitto cartellone di “Cinema è Cultura”(1
agosto-9 settembre 2018 http://museodelcinema.org) al Pala Dean Martin a
Montesilvano: Gli Evi Evan.
Tempi di
crisi. Tempi di dialoghi tra culture diverse, musicali e poetiche. Tempo di
incontri. Tempo di "rebetiko", il genere nato in locali fumosi e
decisamente poco raccomandabili tra Istanbul, Pireo, Smirne, Salonicco e molti
altri posti del Mediterraneo orientale attorno agli anni Venti.
EvI Evan è
un antichissimo brindisi alla vita. E da dieci anni anche il nome di una
originale band italo-greca, composta da quattro musicisti polistrumentisti che,
ora singolarmente ora insieme, hanno collaborato anche con Moni Ovadia, Vinicio
Caposela, Daniele Sepe, Nour Eddine Fatty.
Grazie al
"tempo rebetico", questa estate ci incontreremo in una ideale taverna
ombrosa, sotto il cielo stellato, colmo di stelle e tradizioni...
Tekés era un
locale con finalità e natura ambigue: un bancone da taverna, due o tre
bottiglioni di liquori colorati e le saracinesche sempre mezze abbassate. Un
posto dove ci si incontrava per fumare il narghilé, chiacchierare, trovare
l’amore a pagamento e perdere il tempo con gli amici. Un piccolo spazio oscuro
e fumoso dove l’illegalità si mescolava con l’intrattenimento; la borghesia con
la malavita. Un modo di passare le serate importato in Grecia dagli immigrati
cacciati dalla Turchia dopo la Katastrofì del 1922; un punto di incrocio tra
Oriente e Occidente.
Oggi ci
troviamo in un tekès per una serata dal sapore orientale; per ritrovare ritmi
di vita lenti e il piacere di ascoltare insieme canzoni di storie di amore
maledetto, di porto e di periferie cittadine; di prigioni, di zingare, passione
per musica, vino e narghilè dove i ritmi dell’allegria si alternano alle
melodie melanconiche. Un viaggio nel tempo che con le canzoni rebetike, i canti
urbani, la musica dei “negri” ellenici, ci riporta alla prima metà del secolo
scorso, in un’epoca dove la povertà e la fatica di vivere si vincevano cantando
e stando insieme. Una musica alternativa, mistikì, nascosta, rispetto alla
globalizzazione delle proposte contemporanee.
“Praticare
il rebetiko oggi è un modo di uscire dal girone delle discoteche, dei club, del
meccanismo che c’è dietro. Dalla pubblicità delle mode giovanili. Trovarsi a
casa. Stare nel proprio. Con una musica che parla di te, e non di qualcuno che
non conosci nemmeno” (dal Tefteri di Vinicio Capossela).
L’ensemble è
composto da:
Dimitris
Kotsiouros: bouzouki, cumbus saz
Giorgos
Strimpakos: baglamas, canto
Valerio
Mileto: chitarra, oud
Stefano
Albarello: qanun, oud
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