Intervista al Prof Konstantinos Voudouris
sull'accordo per il debito della Grecia, trovato da poco con i creditori
europei. Futuro a rischio per l'Eurozona e l'Italia sarebbe la prima indiziata
a uscire.
di Giuseppe Timpone, pubblicato il 27 Giugno 2018
Intervista al Prof Konstantinos Voudouris
sull'accordo per il debito della Grecia, trovato da poco con i creditori
europei. Futuro a rischio per l'Eurozona e l'Italia sarebbe la prima indiziata
a uscire.
Nuova intervista al Prof Konstantinos
Voudouris sull’accordo di ristrutturazione del debito in Grecia e il futuro
dell’Eurozona. Per il precedente articolo, leggi qui: La Germania scelga tra
default della Grecia o condono del debito
G.T.: Prof Voudouris, la Grecia sta per
ottenere gli ultimi aiuti dai creditori europei, ponendo fine a 8 anni di
salvataggi. Come stanno vivendo i greci questo momento?
K.V.: In pratica, 8 anni di recessione hanno
lasciato tracce sull’economia e il popolo in Grecia. I greci sono esausti dalle
misure di austerità. La situazione è migliore di qualche anno fa, ma 8 anni di
depressione sono troppi. Tsipras ha indossato la cravatta rossa con il
raggiungimento dell’accordo sul debito, ma l’economia del paese sta uscendo molto
lentamente dalla recessione.
G.T.: La stampa internazionale parla di
“condono del debito greco”. In effetti, Atene non pagherà gli interessi fino al
2032 e tutte le scadenze relative al secondo salvataggio saranno allungate di
10 anni. Crede che il debito pubblico ellenico sia diventato ora (più)
sostenibile? L’accesso ai mercati finanziari è garantito?
K.V.: Secondo il Fondo Monetario
Internazionale, il debito pubblico ellenico è ora più sostenibile per il breve
e nel medio termine, ma non nel lungo periodo. Il nuovo accordo rinvia il
pagamento di 96 miliardi all’Efsf di un decennio e come ha detto correttamente,
Atene non pagherà gli interessi fino al 2032. La durata media dei prestiti
dell’Efsf era di 30,4 anni prima dell’accordo.
La bozza della proposta francese sul fatto
che il debito greco dovesse essere legato ai futuri tassi di crescita è stata
cestinata per responsabilità di Germania e Austria. Il debito ellenico sarebbe
sostenibile, se il saldo corrente della Grecia registrasse un surplus superiore
alla differenza tra i tassi applicati sui prestiti e la crescita economica. Le
imprese elleniche devono puntare più sulle esportazioni. Il tasso di crescita
dovrebbe essere maggiore e risultano più che necessari tagli alle tasse. I
tassi di interesse sono storicamente molto bassi.
Infine, mi aspetto che un calo dei rendimenti
sovrani dopo l’accordo, almeno per quest’anno.
G.T. : La disoccupazione è ancora troppo alta
(sopra il 20%) e il pil risulta di un quarto più basso rispetto al 2007 in
Grecia. C’è qualche segno di ottimismo tra i cittadini sul loro futuro?
K.V.: I greci restano pessimisti sul loro
futuro. I giovani emigrano in altri paesi in cerca di lavoro. In Grecia, le
offerte di lavoro sono quasi zero, come dimostra la curva di Beveridge (punto
rosso). Il problema è che la domanda di lavoro delle imprese è debole in
Grecia, a causa delle alte aliquote fiscali e dei contributi previdenziali.
G.T. : In Italia, il nuovo governo sta
scuotendo le istituzioni europee, specialmente sul tema migranti. I rapporti
tra Roma e Parigi hanno toccato il punto più basso e sembra nata un’alleanza
con il Gruppo di Visegrad, l’Austria e i conservatori bavaresi. Cosa si aspetta
la Grecia da questo mutamento di scenario?
K.V.: Macron è stato una speranza per la
moneta unica e anche per l’Europa, ma sta conducendo la Francia verso un
percorso di austerità, specie con i cambiamenti che rendono più elastico il
mercato del lavoro. Grecia e Italia e altri stati del sud continueranno a
sostenere il fardello dei migranti. Oggi l’Eurozona non è … sostenibile.
G.T.: Il condono del debito era il principale
obiettivo del governo Tsipras, sebbene non sia stato ottenuto nella forma
esplicita di un taglio (“haircut”). Ci sono adesso maggiori probabilità che
Syriza vinca le prossime elezioni nel 2019?
K.V.: Dunque, c’è un 30% di probabilità che
le elezioni vengano anticipate al 2018, ma Syriza e ANEL si battono per tenerle
l’anno prossimo. Dopo l’accordo con Skopje per il riconoscimento del nome di
“Macedonia del Nord”, i sondaggi mostrano che la vittoria per i conservatori di
Nuova Democrazia sarà facile.
G.T.: Secondo Lei, qual è stato il principale
errore commesso dall’Europa nella gestione della crisi greca. Pensa che una
politica più credibile e reattiva ad Atene avrebbe reso le cose più semplici?
K.V.: Uhm, questo è un lungo discorso. In
breve, la politica monetaria di “super Mario Draghi” che ha portato al
deprezzamento dell’euro aiutato le esportazioni della Grecia, ma la politica
fiscale restrittiva con la svalutazione interna ha contratto l’economia greca.
Le entrate del governo ellenico sarebbero dovute crescere tagliando le tasse
sui consumi e sulle imprese e contrastando l’evasione fiscale. La spesa
pubblica doveva essere abbassata con tagli alle pensioni, non degli stipendi.
Questi ultimi hanno portato a un calo della produttività del lavoro nell'”Era
Glaciale Greca” (2010-2016).
G.T. : I bond a 10 anni dell’Italia rendono
ora appena 150 punti base o l’1,5% in meno di quelli della Grecia. Come
interpreta questo restringimento dello spread? Più fiducia nella Grecia o più
paura verso l’Italia? Quanto valuta probabile una “Italexit” nei prossimi anni?
K.V. : Ora, l’Italia è prima nelle scommesse
dei bookmakers riguardo a un’uscita dall’Unione Europea entro il 2025.
Nonostante ciò, l’Italia ha problema di breve termine rispetto alla Grecia, che
ha, invece, problemi di lungo periodo. Le probabilità di cui sotto lo provano.
G.T. : Un’ultima domanda: la Germania vanta
crediti superiori a 900 miliardi con il sistema dei pagamenti della BCE, Target
2, l’Italia mostra debiti per più di 426 miliardi e anche la Grecia mostra un
saldo negativo per 46 miliardi. Pensa che questi numeri rappresentino una
minaccia per la moneta unica o costituiscano un deterrente per qualsivoglia
“exit”?
K.V. : Non è l’unico fatto che minaccia la
moneta unica. L’Eurozona è un cocktail di frutti così differenti che non si può
bere e un mal di testa è alle porte. Economie troppo diverse. L’Eurozona si
trova su un percorso sbagliato. O cambia o si avvierà verso la rottura in
futuro. Ma per ora le probabilità di una rottura stanno al 12%, secondo
l’indice Sentix.
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