Z è un
romanzo dello scrittore greco Vasilīs Vasilikos, talvolta pubblicato con il
sottotitolo L'orgia del potere. Apparso originariamente in Grecia nel 1966, è
ispirato all'assassinio del deputato Grigoris Lambrakis avvenuto a Salonicco
nel 1963, quando il governo di destra lascia posto a una democrazia di tipo
autoritario, e qualche anno prima del colpo di stato dei Colonnelli, il 21
aprile 1967.
La notorietà
internazionale del romanzo è anche dovuta alla fortuna del film Z - L'orgia del
potere (1969) del regista Costa Gavras.
L'antefatto
storico della vicenda
Tra il 1952
e il 1963 la Grecia è un regime formalmente parlamentare e teoricamente
democratico, ma l'opposizione è repressa in maniera sistematica dal partito di
governo, l'ERE (Unione radicale nazionale) del maresciallo Alexandros Papagos e
poi di Konstantinos Karamanlis, che ha la maggioranza assoluta nel parlamento.
Questa democrazia autoritaria agisce in nome di un viscerale anticomunismo, e
fonda la repressione su una legislazione approvata non solo durante la
precedente dittatura di Ioannis Metaxas, ma addirittura sotto il periodo
dell'occupazione nazista e della successiva guerra civile.
Cardini di
questa legislazione sono l'interdizione del Partito Comunista di Grecia, gli
istituti della detenzione amministrativa anche per ragioni politiche, la
subordinazione di un contratto di lavoro al possesso di un “certificato di
lealtà nazionale”, lo stretto controllo dello Stato sulla confederazione
sindacale.
Organi della
repressione statale sono, oltre a Polizia, Gendarmeria e Forze armate, anche
una pluralità di servizi d'intelligence di diversa obbedienza, su alcuni dei
quali esercita influenza anche l'ambasciata degli Stati Uniti: un vero e
proprio «Stato parallelo» basato su una notevole componente di terrore, la cui
costruzione è inversamente proporzionale al successo elettorale dei partiti di
destra.
Alle
elezioni parlamentari del 1961 il partito EDA (Sinistra democratica unita)
scende dal 25% dei consensi al 14%, ma i centristi raggruppati nell'Unione di
centro di Georgios Papandreou salgono al 33%: significa che malgrado
repressione e intimidazioni l'ERE ha raggiunto poco più della metà dei voti. Di
conseguenza agli inizi degli anni sessanta la Grecia vede un notevole sviluppo
dello «Stato parallelo», e in questo quadro si situa l'assassinio di Grigoris
Lambrakis il 22 maggio 1963.
Trama
Il 22 maggio
1963 il Generale, nuovo comandante della gendarmeria nel nord della Grecia,
interviene a un convegno di Agricoltura al quale è presente il Segretario di
Stato. Davanti al pubblico, parla della peronospora utilizzandola come metafora
del comunismo che minaccia lo Stato.
Un membro
delle squadre della morte di un'organizzazione di estrema destra, un autista
che lavora ai mercati generali di nome Yangos, viene contattato da un
funzionario di polizia conosciuto con il nome di Ittiosauro, che gli promette
di rimborsare il debito contratto per un automezzo se lui accetterà di
provocare un “incidente di circolazione” per togliere di mezzo per qualche
tempo un deputato comunista la cui attività dà fastidio al governo. Però Yangos
si lascia scappare a denti stretti con un collega, Kostas, che la sera stessa
farà la più grande follia della propria vita, che finirà con la morte di Z.,
deputato di opposizione.
Kostas, ex
militante comunista ritiratosi dalla politica, racconta la cosa a Soula, una
sua conoscente e moglie di un attivista del partito di sinistra EDA, ma vuole
rimanere anonimo. All'ultimo momento, il mattino stesso del meeting pacifista,
il proprietario del locale dove Z. dovrà parlare in pubblico disdetta la sala e
restituisce l'anticipo ricevuto. Gli organizzatori, gli avvocati Matsas e
Spathopoulos, si trovano in difficoltà a reperire un'altra sala. Z. arriva in
aeroporto, si recano tutti insieme dal Direttore della polizia che si finge
impotente. L'unico locale disponibile è una sala di proprietà dei sindacati
democratici, situata di fronte all'albergo dove prende alloggio il deputato.
La sera, la
piazza è presidiata dalla polizia e invasa da un quantità di dimostranti
anti-pace che mette paura. Tra di loro si mescolano anche poliziotti in
borghese. Z., che osserva dall'albergo, non li teme; ma quando attraversa la
piazza seguito dagli organizzatori dell'evento viene assalito da tre giovani
che lo colpiscono alla testa provocandogli il sanguinamento di un orecchio.
Quasi contemporaneamente viene aggredito anche un altro deputato dell'EDA
giunto appositamente da Atene in treno, Pirouchas; caricato su un'ambulanza,
viene fermato da un gruppo di picchiatori al comando di Varonaros, che lo
trascinano giù dall'autoveicolo e lo manganellano con forza, solo l'intervento
dei passanti permette di farlo arrivare in ospedale.
Z. riesce a
tenere il suo comizio nella sala chiusa, parla in favore della Pace, un
concetto che sgomenta i sottoproletari poveri ingaggiati come massa di manovra
dalla polizia, giù in strada. Il deputato si rende conto di non avere paura,
anche se potrebbe essere l'ultimo giorno della sua vita: sa che i provocatori
hanno già mandato all'ospedale il collega Pirouchas e che l'avvocato
Strathopoulos, fra gli organizzatori del meeting, è stato quasi sequestrato e
ha dovuto essere scortato nella sala del comizio da poliziotti riluttanti.
Yangos
arriva puntuale all'appuntamento datogli dall'Ittiosauro con il suo furgoncino
a tre ruote, sul cassonetto del retro c'è Vangos. Si ferma protetto agli
sguardi da uno schieramento di agenti di polizia. Il Direttore di polizia non
riesce a trattenere i contromanifestanti che lui stesso ha organizzato, fa
requisire tutti gli autobus di linea per evacuare i partecipanti alla riunione.
Nel frattempo il meeting finisce e Z. esce in strada, impavido, per chiedere
alle autorità di garantire l'incolumità degli attivisti. Improvvisamente il
furgoncino di Yangos irrompe nella piazza, quando passa vicino al deputato
Vangos lo colpisce alla testa con una spranga di ferro e si allontana. Un
attivista di nome Hatzis salta a bordo, getta fuori Vangos e ha una
colluttazione con l'autista in una delle vie intorno alla piazza.
Scatta
immediatamente il tentativo di depistaggio per attribuire all'EDA le
responsabilità degli scontri. Ormai non è possibile nascondere che è stato
Yangos a investire il deputato, ma si tenta di farlo passare per l'incidente
stradale provocato da un ubriaco.
Intanto Z.
muore all'ospedale. Un treno blindato scende da Salonicco a Atene per portare
il corpo, il Governo ordina che non faccia soste perché teme disordini, persino
lo scoppio di una rivoluzione. Tutto si svolge invece in modo molto ordinato,
gli avvocati dell'EDA ottengono persino dalla Chiesa di celebrare la cerimonia
funebre nella cattedrale metropolitana.
A Salonicco
intanto il falegname Nikitas testimonia al procuratore che già prima
dell'incidente, Yangos gli aveva detto che avrebbe ucciso il deputato; da quel
momento viene pedinato in strada e mandato all'ospedale con una manganellata,
ma lui non ritira la deposizione. Il magistrato che indaga intanto fa cadere in
contraddizione Vangos, che dopo avere concordato con il cugino Yangos una
versione di comodo, confessa di appartenere a un'organizzazione di estrema
destra anticomunista.
Un
giornalista di Atene, Antoniou, gira per Salonicco fotografando di nascosto
tutti gli aderenti all'organizzazione, poi stampa le immagini e le mostra a
Pirouchas ancora ricoverato in ospedale. Il deputato riconosce tra i suoi
aggressori Varonaros, che viene arrestato. Il procuratore risale poco per volta
fino all'Ittiosauro, che viene anche lui incarcerato; ma il magistrato è così
inflessibile e ligio al dovere che poco per volta i suoi amici, la sua stessa
classe sociale gli fanno il vuoto intorno. Però ormai l'indagine è una valanga,
viene travolto anche il Mastodonte, funzionario di polizia superiore
all'Ittiosauro; persino il generale della gendarmeria perde l'appoggio dei
superiori, che accettano le sue dimissioni. Il governo delle destre cade e sale
al potere un nuovo esecutivo di centro.
Nikitas e
Hatzis lasciano Salonicco per Atene, qui incontrano il Direttore silurato, che
propone loro di ritrattare tutto in cambio di due milioni di dracme. Accettano,
ma poi lo denunciano spinti da scrupoli di coscienza. Un colpo di stato
organizzato dal re esautora il governo, ritornano le destre e il clima si fa
difficile. Il giudice istruttore viene gratificato con una borsa di studio
molto opportuna e parte per Parigi. L'inchiesta si insabbia.
L'indagine
sull'omicidio Lambrakis
Ex sportivo
di alto livello (detentore del record nazionale di salto in lungo tra il 1936 e
il 1959), Grigoris Lambrakis (1912-1963) è un ginecologo, direttore di una
clinica sociale e professore all'Università di Atene; eletto deputato nel 1961
nelle liste dell'EDA nella circoscrizione del Pireo, è conosciuto anche
all'estero grazie alla Marcia della pace del 21 aprile 1963, tra Maratona e
Atene.
Grigoris
Lambrakis viene colpito alla testa da due uomini che gli si avvicinano su un
piccolo veicolo commerciale, il 22 maggio 1963, all'uscita da un incontro del
Movimento per la pace indetto a Salonicco. Muore il 27 maggio dopo cinque
giorni di coma. Le indagini sull'assassinio si sviluppano soltanto dopo il
crollo elettorale dell'ERE nel 1963, quando al governo ci sono i partiti di
centro di Papandreou, e rivelano che i mandanti sono figure di spicco
dell'estrema destra appartenenti alla polizia e alla gendarmeria. Papandreou si
dimette nel luglio 1965, sostituito da un governo di coalizione di centro-sinistra.
La colpevolezza di esecutori e mandanti dell'assassinio è riconosciuta,
malgrado le pene comminate siano moderate.
Dopo il
colpo di stato del 21 aprile 1967, che porta alla dittatura dei Colonnelli,
tutti i colpevoli sono amnistiati.
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