Il rebetiko
[ρεμπέτικο] (al plurale, rebetika [ρεμπέτικα]) è la musica tradizionale più
celebre e diffusa in Grecia. Questa musica apparve nelle prigioni greche alla
fine del XIX sec. Al principio, infatti, il rebeta era un detenuto che suonava
e cantava il suo dolore e il suo rimpianto con i mourmourika [μουρμούρικα]:
brontolii, mormorii tristi e lamentosi. Più in generale, il rebeta è un uomo
dei bassifondi dallo stile di vita anticonformista, orgoglioso del suo vivere
da disagiato e da emarginato ribellando alle istituzioni in modo provocatorio e
non violento.
I più importanti cantanti e musicisti di rebetiko sono Markos Vamvakaris, considerato il padre della musica rebetika, Mikis Theodorakis, autore della celebre canzone del film "Zorba il greco", Vassilis Tsitsanis, Manolis Chiotis, Apostolos Kaldaras, Manos Hadjidakis, Giannis Papaioannou, Stavros Xarchakos, Marika Ninou, Rosa Eskenazi e Sotiria Bellou.
La storia
del rebetiko
Nel 1923 il
Trattato di Losanna dichiarò la fine dell'Impero Ottomano e il riconoscimento
della Repubblica di Turchia. Il trattato fu una diretta conseguenza della
Mikrasiatiki katastrofi [Μικρασιατική καταστροφή] (la Catastrofe dell'Asia
Minore) una serie di funesti eventi per la Grecia: la sconfitta nella guerra
greco-turca, la distruzione di Smirne e lo scambio di popolazione: un milione
di Greci che vivevano in Anatolia furono costretti a far ritorno in Grecia,
così come i Turchi che risiedevano nel territorio ellenico dovettero far
rientro nella loro nuova repubblica. Senza un soldo e costretti a vivere nelle
baraccopoli sorte nelle periferie delle grandi città, molti profughi greci si
dedicarono ad attività criminali. Così l'esperienza e la cultura degli esuli si
mescolò a quella dei rebeti, dei banditi e degli emarginati.
Durante il
periodo smyrneiko, dal 1922 al 1932, lo stile fu dettato dai musicisti profughi
della città di Smirne. In questi anni nessun rebeta giunse alla celebrità. Il
rebetiko era per le persone umili ed emarginate soltanto un pretesto per
incontrarsi e stare insieme. Ci si riuniva nei tekedes, locali dei quartieri
malfamati delle città si bevevano alcool e fumavano hashish. Le canzoni
rebetiche erano interpretate dai manghes [μάγκες], uomini di strada baffuti e
sempre armati. Altro luogo di ritrovo nelle grandi città greche e mediorientali
erano i caffè-aman, frequentati dalla media borghesia che veniva ad ascoltare
le amanes, canzoni struggenti che raccontavano l'amore passionale. Così il
rebetiko fuse le canzoni dei fuorilegge che avevano come protagonisti droga,
sesso, crimini e prigionia e quelle più raffinate dei profughi dell'Asia Minore
che raccontavano, invece, l'erotismo e la nostalgia per i propri paesi,
lasciati contro la propria volontà.
Dal 1932 al
1944 fu il periodo d'oro del rebetiko, il cosiddetto periodo classico. La
musica inizia ad essere notata e apprezzata anche dalle altre classi sociali e
i primi musicisti rebeti incontrano un certo successo. Si diffonde uno stile
rebetiko chiamato pireotiko perché ideato dal Quartetto del Pireo, un gruppo
musicale formato da Stratos Pagioumtzis, Giorgios Batis, Anestis Delias e
Markos Vamvakaris, considerato universalmente il padre del rebetiko e autore di
una delle più famose canzoni, Fragosyriani, rivisitata più volte fino a nostri
giorni. Nel 1938 il generale Ioannis Metaxas, primo ministro greco, ritenendo
indegno e volgare il rebetiko, applicò la censura. Per alcuni anni le canzoni e
gli stessi strumenti musicali dei rebeti furono banditi dal regime. Inoltre, fu
vietata ogni registrazione di canzoni che avessero attinenza con temi di
prigionia o di droga. In realtà, il rebetiko continuò a essere suonato in
clandestinità e venivano scritte di nascosto molte nuove canzoni.
Soltanto
dopo la Seconda Guerra Mondiale, il rebetiko riuscì a diffondersi liberamente
in tutto il Paese: iniziò il terzo periodo, il periodo laikò, in cui il
rebetiko arrivò ad essere considerata la musica popolare greca. Il rebeta
Vassilis Tsitsanis iniziò a utilizzare esclusivamente il bouzouki e la
chitarra, eliminò le tematiche scabrose e malsane in favore di testi più
articolati e raffinati. Introdusse, infine, il taxim, lungo preludio privo di
testo che apriva ogni canzone rebetika.
Come si
suona il rebetiko
Per suonare
il rebetiko viene utilizzato il bouzouki, lo strumento musicale greco più
famoso al mondo. Appartenente alla famiglia dei liuti a manico lungo, ricorda
nell'aspetto il mandolino. Le sue origini si perdono nell'antichità. In realtà,
molti rebeti usano il baglama, un piccolo bouzouki lungo circa 50-60 cm, più
comodo da portare in giro. Gli altri strumenti utilizzati sono la chitarra, la
lira, il clarinetto, il violino, il santouri e il kanonaki (due particolari
strumenti a corda), l'oud e lo tzouras (simili al bouzouki), il tumbeleki (una
specie di tamburo).
La musica
rebetika oggi
Lo spirito
rebetiko è ormai del tutto scomparso, anche se le canzoni rebetiche vengono
ancora suonata nelle taverne e nei locali. Uno dei più famosi rebeti moderni è
George Dalaras che dagli anni ‘80 ha ridato linfa alla musica rebetika
pubblicando alcuni album di canzoni classiche da lui interpretate ed esibendosi
nei teatri di tutto il mondo.
Nel 2012 il
cantautore italiano Vinicio Capossela ha pubblicato l'album Rebetiko Gymnastas
una rivisitazione in chiave rebetika di brani del suo repertorio, sue
interpretazioni di celebri successi di rebetiko e altre canzoni inedite. Tra i
brani compare Misirlou [Μισιρλού], un celebre brano famosissimo in tutto il
mondo ma che in pochi immaginano sia, in realtà, una canzone greca popolare molto
antica, di autore sconosciuto. Il primo ad inciderla, nel 1928, fu Michalis
Patrinos, uno dei tanti esuli greci dell'Anatolia. Patrinos riscrisse musicò in
rebetiko quella canzone popolare. In seguito, Misirlou subì molte altre
rivisitazioni, anche al di là dei confini ellenici. Nel 1941 Nick Roubanis,
musicista americano di origini greche, la rivisitò in chiave jazz, priva di
testo. Nel 1962 Dick Dale, chitarrista americano, trasforma la versione di
Roubanis in un impetuoso assolo di chitarra surf rock western. Misirlou di Dick
Dale diventa celebre in tutto il mondo grazie al regista Quentin Tarantino che
la inserisce nella colonna sonora del film Pulp Fiction.
In passato,
ogni canzone rebetika era accompagnata da balli. Le danze che venivano
praticate durante il rebetiko erano principalmente lo zeybekiko, l'hassapiko e
lo tsifteteli. Si noti come tra questi manchi il sirtaki, il ballo greco più
conosciuto nel mondo. Il perché è semplice: il sirtaki non è un ballo
tradizionale greco.
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