Il promontorio di Daskalio visto dall'alto: una piramide che si erge dall'Egeo | MICHAEL BOYD
All'interno
del promontorio di un'isola delle Cicladi, famoso per avere la forma di una
piramide naturale, sono state trovate tracce di un'avanzata civiltà fiorita
prima di quella minoica.
Quasi 4.000
anni fa la superficie esterna di un piccolo promontorio dell'isola di Keros,
nelle Cicladi, fu scolpita per ricavarne terrazzamenti da ricoprire con sabbia
bianca: da lontano, Daskalio (questo il nome di quello che oggi è un isolotto
roccioso), somigliava a una piramide luminosa sorta dalle acque.
Ora sotto la
superficie abbagliante di quei gradoni sono state rinvenute opere
ingegneristiche e di artigianato stupefacenti almeno quanto l'architettura
esterna. Gli archeologi di tre diversi paesi vi hanno trovato due siti per la
lavorazione del metallo e una complessa rete di canali di scolo, realizzati
1.000 anni prima del Palazzo di Cnosso, a Creta.
LUOGO DI
CULTO. Oggi, il livello del mare rende Daskalio un'isola a sé, ma nel terzo
millennio a.C. era connessa al resto di Keros da una sorta di ponte naturale, e
aveva la funzione di "santuario". Passati scavi dell'Università di
Cambridge, dell'Eforato delle Antichità delle Cicladi e del Cyprus Institute
avevano rinvenuto i resti di statuine di marmo di forma umana stilizzata, che
venivano rotte e poi sepolte in questo lembo di terra in un rituale religioso
consolidato.
ARTIGIANATO
LOCALE. Evidentemente, però, il promontorio non serviva soltanto ai pellegrini.
Dopo 10 anni di scavi su Daskalio sono venute alla luce le rovine di due
botteghe piene di residui della lavorazione del metallo: un'ascia di piombo,
uno stampo per pugnali in rame e frammenti in ceramica di oggetti da fabbro,
come un mantice per attivare il fuoco. Tra i reperti ancora da disotterrare ci
sarebbe anche un forno in terracotta.
INFRASTRUTTURE.
Secondo Michael Boyd dell'Università di Cambridge, che ha diretto i lavori, i
pochi esperti nella fabbricazione di oggetti in metallo in un'epoca così
precoce, in cui la materia prima ancora scarseggiava, si concentravano in
questa parte dell'isola. Sulla quale sono stati individuati anche canali di
scolo - non si sa se per acqua pulita o di scarto - e tracce di cibo in gran
parte importato: fichi, mandorle, olive, legumi, cereali.
Il promontorio
dovette guadagnare fortuna per il suo ruolo di "vedetta" del migliore
porto naturale sull'isola. Ben presto le attività artigianali e agricole si
svilupparono fino a integrare e superare quella religiosa. La piramide in mare
divenne così il fulcro della vita cittadina.
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