I danni
prodotti dalla guerra del Peloponneso furono economici e politici. La Grecia si
sentiva un popolo cittadino, non suddito.
Nel 406 a.C. in Sicilia i cartaginesi approfittarono della guerra tra Atene e Sparta per provare a conquistare tutta l'isola e furono distrutte molte città greche.
Vi era così
un nuovo clima culturale: individualismo e inquietudine.
Le lunghe
mura di Atene furono demolite e Sparta impose regimi oligarchici. La democrazia
ad Atene fu abbattuta formando un regno oligarchico costituito da trenta
persone che furono soprannominati "i trenta tiranni". Un gruppo di
democratici li scacciò e restaurò la democrazia. Tutti coloro che avevano
sostenuto il regime oligarchico, trai i quali Socrate, furono condannati a
morte.
Sparta ora
voleva il controllo della Persia, così promise ai persiani la restituzione
delle città ioniche. Poi però cercò di recuperarle e i persiani misero le città
greche l'una contro l'altra. La Persia distrasse Sparta e Atene potè
ricostruire le lunghe mura. Sembrava che dovesse riformarsi la lega ateniese,
perciò persiani e spartani, alleatasi di nuovo, imposero alle città greche una
pace di compromesso. Le clausole prevedevano la cessione di tutte le città
ioniche alla Persia, mentre i persiani riconoscevano l'autonomia di tutte le
altre città greche. La pace prevedeva anche che tutte le leghe fossero
disciolte, tranne quella di Sparta.
Sparta fece
altri tentativi di imporre l'oligarchia, ma Tebe sotto la guida di Pelopida ed
Epaminonda fece rinascere la lega. Sparta non poteva permettere che Atene
avesse il predominio anche sulla terra ferma, così Sparta e Tebe si scontrarono
nel 371 a.C.
Epaminonda
preparò una nuova tattica militare rinforzando l'ala sinistra e disponendo le
truppe lungo una linea obliqua. Gli spartani furono sconfitti e gli iloti
approfittarono della rovina dell'esercito per sottrarsi al suo dominio.
Quando
Pelopida ed Epaminonda morirono a Tebe si interruppe lo sviluppo.
In Macedonia
la vita cittadina era quasi inesistente: la popolazione era costituita da
contadini liberi e il re non era un sovrano ma era "il primo tra gli
uguali".
Il creatore
della grandezza macedone fu Filippo II che prese il potere nel 359 a.C. e
salito al trono organizzò lo stato e l'esercito. L'innovazione principale fu la
falange, costituita da un fitto muro di uomini armati con lance. La strategia
politica fu quella di affermare il carattere greco del suo regno e sottomise
poi la Grecia.
Filippo si
scontrò poi con Atene; qui c'erano due gruppi: i pacifisti, che erano i
filomacedoni, e i radicali, che trovarono una guida in Demostene. Egli comprese
che la vittoria di Filippo avrebbe rappresentato la fine politica di Atene.
Atene si
alleò poi con Tebe alla condizione che Atene doveva riconoscere a Tebe
l'egemonia sui greci e in cambio Tebe la avrebbe aiutata nelle battaglie. Ma
nel 338 a.C. l'esercito alleato venne distrutto nella battaglia di Cheronea e
finisce il periodo delle libere polis. Filippo si comportò con moderazione e
fece unire tutte le città greche nella lega di Corinto, che costituiva la
sudditanza al regno macedone.
Annunciò una
spedizione contro la Persia, ma Filippo fu assassinato e gli successe il figlio
Alessandro.
Quando salì
al trono aveva solo vent'anni e la sua formazione culturale era totalmente
greca. Il suo migliore amico si chiamava Clito che lo aveva salvato quando
venne ferito gravemente. Qualche anno dopo Alessandro lo uccise perché Clito
gli rimproverava sempre di essersi trasformato in un tiranno.
Atene e Tebe
provarono a ribellarsi, ma Alessandro le rase al suo facendo vendere gli
abitanti come schiavi.
La
spedizione partì dalla Grecia e venne accompagnato da cartografi, filosofi,
scienziati, medici, storici. L'esercito era costituito da 30000 soldati e 5000
cavalieri. La Persia era sotto il comando del re Dario III che affrontò i
macedoni a Isso in cui Alessandro assalì la guarda del corpo del re giungendo
quasi a catturare lo stesso sovrano, che si salvò con la fuga lasciando nelle
mani nel nemico il tesoro imperiale. Quando arrivò in Egitto fondò una città
vicino al Nilo e la chiamò Alessandria.
Nel
frattempo Dario III aveva radunato un nuovo esercito e prima di rischiare, il
Gran Re tentò un accordo con Alessandro in cui la parte orientale doveva essere
lasciata stare. Egli rifiutò la proposta perché voleva ormai conquistare tutta
l'Asia. Così si scontrarono a Gaugamela e la vittoria fu dei macedoni. L'esercito
di Alessandro si spinse sempre più a oriente e quando arrivarono in India
l'esercito, ormai stremato dalla fatica, si rifiutò di procedere e ritornò
verso Babilonia.
Cominciò poi
a promuovere i matrimoni tra greci e persiano e si sposò con Roxane che gli
diede un figlio. Alessandro pretendeva che i suoi generali arrivando al suo
cospetto si inginocchiassero in segno di omaggio e a mano a mano che questi
atteggiamenti diventavano sempre più assolutistici, cresceva l'opposizione. Ci
furono diverse congiure ma furono duramente represse. Il sovrano morì
prematuramente in seguito una malattia e il progetto politico si arrestò.
Poco prima
di morire Alessandro aveva lasciato il suo anello con il sigillo reale al
generale Perdicca, che era primo ministro. Egli non aveva ancora eredi in grado
di salire al trono siccome suo foglio nacque poco dopo la sua morte.
L'assemblea dei comandanti riconobbe al neonato il diritto di successione e
nominò Perdicca suo tutore. Però nessuno era disposto a rinunciare alle sue
ambizioni così Perdicca e la famiglia di Alessandro furono eliminati. Tra gli
altri pretendenti al regno, detti diadochi, ossia "successori",
iniziò una serie di guerre.
Demostene
cercò una ribellione di città greche contro i dominatori macedoni ma il generale
Antiparo la soffocò. In Atene fu abolita la democrazia e Demostene si uccise.
Si formarono
poi un serie di regni autonomi:
1. il regno
di Siria, che comprendeva la parte maggiore dell'impero di Alessandro. Questa
struttura risultò fragile.
2. la Macedonia,
che continuò a dominare sulla Grecia fino a quando non venne sottomessa da
Roma.
3. il regno
di Pergamo, in cui si costruì una forte potenza militare e un centro artistico
e culturale.
4. il regno
d'Egitto, fondato da Tolomeo nel 306 a.C. La capitale fu stabilita ad
Alessandria e i tolomei favorirono la cultura greca. La realizzazione più
importante fu la biblioteca.
La
grecizzazione è l'insieme di elementi greci e orientali.
La società ellenista
fu multirazziale e in tal modo ci fu lo scambio di esperienze culturali.
L'aspetto essenziale è il mutamento del rapporto tra stato e cittadino in cui
il popolo era suddito.
Il
sincretismo è la mescolanza di elementi appartenenti a culture diverse.
Il
cosmopolitismo è un fenomeno caratterizzato dall'abitudine alla presenza di
culture differenti.
I sovrani
ellenistici avevano bisogno di un esercito per difendere i regni. Si verificò
così un flusso migratorio che trasferì centinaia di greci in Oriente e questo
stava dando luogo ad una colonizzazione.
Si formò una
lingua comune detta koinè che era il greco. Furono create banche e si allargò
il mercato.
La
biblioteca fondata ad Alessandria dai tolomei, raccolse tutto il patrimonio
letterario e scientifico dei greci.
Archimede
studiò il galleggiamento dei corpi, il piano inclinato, i principi della leva.
Tolomeo
sostenne invece che il Sole ruota intorno alla Terra.
La poesia
era un genere destinato ad un elitè culturale perché i lettori erano molto
pochi a causa del costo elevato dei libri che erano scritti su rotoli di
papiro.
Il video "Presentazione
della Grecia antica e di Erodoto" qui:
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