Τρίτη 23 Ιανουαρίου 2018

Grecia - La fine della polis e il regno di Alessandro

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I danni prodotti dalla guerra del Peloponneso furono economici e politici. La Grecia si sentiva un popolo cittadino, non suddito.

Nel 406 a.C. in Sicilia i cartaginesi approfittarono della guerra tra Atene e Sparta per provare a conquistare tutta l'isola e furono distrutte molte città greche.

Vi era così un nuovo clima culturale: individualismo e inquietudine.

Le lunghe mura di Atene furono demolite e Sparta impose regimi oligarchici. La democrazia ad Atene fu abbattuta formando un regno oligarchico costituito da trenta persone che furono soprannominati "i trenta tiranni". Un gruppo di democratici li scacciò e restaurò la democrazia. Tutti coloro che avevano sostenuto il regime oligarchico, trai i quali Socrate, furono condannati a morte.

Sparta ora voleva il controllo della Persia, così promise ai persiani la restituzione delle città ioniche. Poi però cercò di recuperarle e i persiani misero le città greche l'una contro l'altra. La Persia distrasse Sparta e Atene potè ricostruire le lunghe mura. Sembrava che dovesse riformarsi la lega ateniese, perciò persiani e spartani, alleatasi di nuovo, imposero alle città greche una pace di compromesso. Le clausole prevedevano la cessione di tutte le città ioniche alla Persia, mentre i persiani riconoscevano l'autonomia di tutte le altre città greche. La pace prevedeva anche che tutte le leghe fossero disciolte, tranne quella di Sparta.

Sparta fece altri tentativi di imporre l'oligarchia, ma Tebe sotto la guida di Pelopida ed Epaminonda fece rinascere la lega. Sparta non poteva permettere che Atene avesse il predominio anche sulla terra ferma, così Sparta e Tebe si scontrarono nel 371 a.C.

Epaminonda preparò una nuova tattica militare rinforzando l'ala sinistra e disponendo le truppe lungo una linea obliqua. Gli spartani furono sconfitti e gli iloti approfittarono della rovina dell'esercito per sottrarsi al suo dominio.

Quando Pelopida ed Epaminonda morirono a Tebe si interruppe lo sviluppo.

In Macedonia la vita cittadina era quasi inesistente: la popolazione era costituita da contadini liberi e il re non era un sovrano ma era "il primo tra gli uguali".

Il creatore della grandezza macedone fu Filippo II che prese il potere nel 359 a.C. e salito al trono organizzò lo stato e l'esercito. L'innovazione principale fu la falange, costituita da un fitto muro di uomini armati con lance. La strategia politica fu quella di affermare il carattere greco del suo regno e sottomise poi la Grecia.

Filippo si scontrò poi con Atene; qui c'erano due gruppi: i pacifisti, che erano i filomacedoni, e i radicali, che trovarono una guida in Demostene. Egli comprese che la vittoria di Filippo avrebbe rappresentato la fine politica di Atene.

Atene si alleò poi con Tebe alla condizione che Atene doveva riconoscere a Tebe l'egemonia sui greci e in cambio Tebe la avrebbe aiutata nelle battaglie. Ma nel 338 a.C. l'esercito alleato venne distrutto nella battaglia di Cheronea e finisce il periodo delle libere polis. Filippo si comportò con moderazione e fece unire tutte le città greche nella lega di Corinto, che costituiva la sudditanza al regno macedone.

Annunciò una spedizione contro la Persia, ma Filippo fu assassinato e gli successe il figlio Alessandro.

Quando salì al trono aveva solo vent'anni e la sua formazione culturale era totalmente greca. Il suo migliore amico si chiamava Clito che lo aveva salvato quando venne ferito gravemente. Qualche anno dopo Alessandro lo uccise perché Clito gli rimproverava sempre di essersi trasformato in un tiranno.

Atene e Tebe provarono a ribellarsi, ma Alessandro le rase al suo facendo vendere gli abitanti come schiavi.

La spedizione partì dalla Grecia e venne accompagnato da cartografi, filosofi, scienziati, medici, storici. L'esercito era costituito da 30000 soldati e 5000 cavalieri. La Persia era sotto il comando del re Dario III che affrontò i macedoni a Isso in cui Alessandro assalì la guarda del corpo del re giungendo quasi a catturare lo stesso sovrano, che si salvò con la fuga lasciando nelle mani nel nemico il tesoro imperiale. Quando arrivò in Egitto fondò una città vicino al Nilo e la chiamò Alessandria.

Nel frattempo Dario III aveva radunato un nuovo esercito e prima di rischiare, il Gran Re tentò un accordo con Alessandro in cui la parte orientale doveva essere lasciata stare. Egli rifiutò la proposta perché voleva ormai conquistare tutta l'Asia. Così si scontrarono a Gaugamela e la vittoria fu dei macedoni. L'esercito di Alessandro si spinse sempre più a oriente e quando arrivarono in India l'esercito, ormai stremato dalla fatica, si rifiutò di procedere e ritornò verso Babilonia.

Cominciò poi a promuovere i matrimoni tra greci e persiano e si sposò con Roxane che gli diede un figlio. Alessandro pretendeva che i suoi generali arrivando al suo cospetto si inginocchiassero in segno di omaggio e a mano a mano che questi atteggiamenti diventavano sempre più assolutistici, cresceva l'opposizione. Ci furono diverse congiure ma furono duramente represse. Il sovrano morì prematuramente in seguito una malattia e il progetto politico si arrestò.

Poco prima di morire Alessandro aveva lasciato il suo anello con il sigillo reale al generale Perdicca, che era primo ministro. Egli non aveva ancora eredi in grado di salire al trono siccome suo foglio nacque poco dopo la sua morte. L'assemblea dei comandanti riconobbe al neonato il diritto di successione e nominò Perdicca suo tutore. Però nessuno era disposto a rinunciare alle sue ambizioni così Perdicca e la famiglia di Alessandro furono eliminati. Tra gli altri pretendenti al regno, detti diadochi, ossia "successori", iniziò una serie di guerre.

Demostene cercò una ribellione di città greche contro i dominatori macedoni ma il generale Antiparo la soffocò. In Atene fu abolita la democrazia e Demostene si uccise.

Si formarono poi un serie di regni autonomi:

1. il regno di Siria, che comprendeva la parte maggiore dell'impero di Alessandro. Questa struttura risultò fragile.

2. la Macedonia, che continuò a dominare sulla Grecia fino a quando non venne sottomessa da Roma.

3. il regno di Pergamo, in cui si costruì una forte potenza militare e un centro artistico e culturale.

4. il regno d'Egitto, fondato da Tolomeo nel 306 a.C. La capitale fu stabilita ad Alessandria e i tolomei favorirono la cultura greca. La realizzazione più importante fu la biblioteca.

La grecizzazione è l'insieme di elementi greci e orientali.

La società ellenista fu multirazziale e in tal modo ci fu lo scambio di esperienze culturali. L'aspetto essenziale è il mutamento del rapporto tra stato e cittadino in cui il popolo era suddito.

Il sincretismo è la mescolanza di elementi appartenenti a culture diverse.

Il cosmopolitismo è un fenomeno caratterizzato dall'abitudine alla presenza di culture differenti.

I sovrani ellenistici avevano bisogno di un esercito per difendere i regni. Si verificò così un flusso migratorio che trasferì centinaia di greci in Oriente e questo stava dando luogo ad una colonizzazione.

Si formò una lingua comune detta koinè che era il greco. Furono create banche e si allargò il mercato.

La biblioteca fondata ad Alessandria dai tolomei, raccolse tutto il patrimonio letterario e scientifico dei greci.

Archimede studiò il galleggiamento dei corpi, il piano inclinato, i principi della leva.

Tolomeo sostenne invece che il Sole ruota intorno alla Terra.

La poesia era un genere destinato ad un elitè culturale perché i lettori erano molto pochi a causa del costo elevato dei libri che erano scritti su rotoli di papiro.

Il video "Presentazione della Grecia antica e di Erodoto" qui:

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