In mezzo al mare Egeo, su uno yacht di lusso, sei uomini decidono di giocare ad un gioco divertente.
Nel mezzo
del mar Egeo, sei uomini di ritorno da una battuta di pesca su uno yacht di
lusso decidono di intraprendere un gioco. In una gara di paragoni senza regole
e senza limiti, gli amici iniziano a giudicarsi su una serie di abilità e
caratteristiche per eleggere infine il migliore. Così, montano mobili Ikea, si
interrogano su ricette o sui valori del colesterolo, si danno voti su come
camminano, come si vestono, come dormono, si mettono alla prova nel canto,
nelle immersioni subacquee, fino alle più intime dimostrazioni fisiche. Alla
fine del gioco e del viaggio, il migliore si aggiudica l'anello della vittoria,
lo Chevalier.
Un film
femminista vincitore del London Film Festival 2015, dedicato alle donne, senza
neanche l'ombra di una donna, è il paradosso di Athina Rachel Tsangari,
rappresentante della nouvelle vague greca insieme a Yorgos Lanthimos e al loro
condiviso sceneggiatore Efthymis Filippou.
Chevalier,
in realtà, racconta l'universo maschile dal punto di vista di una donna che fa
visibilmente pesare il suo giudizio sull'uomo come fautore dei codici del
maschilismo che regolano la società occidentale. Così l'apparente commedia
crudele sulla virilità si rivela una favola politica che mette a nudo il
sistema di dominazione e competizione imperante.
Attraverso
lo sguardo cinico della regista che non sembra affatto amare i suoi personaggi,
osserviamo i sei uomini dibattere seriamente di futili quisquilie e sfidarsi in
prove mai intellettuali. Diversi tra loro per età e gradi di conoscenza, tutti
però, accettando di partecipare al gioco, rivelano le proprie vanità e un
innato spirito di competizione, mascherate dietro la patina da gentleman.
Intorno al più anziano e rispettato dottore ruotano tutti gli altri: Yannis,
suo genero che ha portato con sé il fratello Dimitris, goffo e un po' nerd,
Yorgos che lavora per il dottore e vuole presentarsi come il maschio
"alpha", infine Josef e Christos, soci in affari tra loro e amici del
dottore. Armati di penna e taccuino, tutti sono al contempo giudici e imputati
degli altri, pronti a spiare debolezze e vanità di ciascuno con il rischio di
mettere in discussione i rapporti di una vita. Un'atmosfera di sospetto e
sorveglianza si instaura sulla barca contagiando anche il personale di bordo.
Così, in mezzo al mare in questa estenuante gara tra orgoglio, segreti e nuove
alleanze, gli equilibri si rovesciano e le apparenze si rivelano illusorie.
Un film più
facile da amare rispetto agli altri della regista, Chevalier in realtà gioca
con stereotipi e metafore da interpretare su diversi livelli di lettura. Se il
film si apre sulla scena dei pescatori che giungono a riva con i polpi,
rievocando la condizione dell'uomo-predatore nel ciclo della natura, Tsangari
ci mostra subito la scena che detta il tono dell'intero film: i sei uomini in
muta risalgono sulla barca e si fotografano con il pescato, riflesso di
autocompiacimento e sfida nei confronti degli altri. Seguirà, in effetti, la
discussione su chi ha pescato di più, da cui parte la competizione. Ma è la
scena in cui gli amici si aiutano a togliersi vicendevolmente le mute che
rivela l'interesse della regista, intenta a denudare l'uomo delle maschere
sociali che abitualmente gli vengono affidate.
Con misura ed eleganza, Tsangari dunque porta avanti
l'annientamento del maschilismo in un climax ascendente che non perde mai di
vista il sarcasmo intelligente. E con eguale distacco osserva i sei uomini,
nella cui ammirevole performance attoriale risiede la forza del gioco di
gruppo. La stessa freddezza si riflette, infine, nella fotografia di un mare
greco fuori stagione attraverso un ambiguo rinvio di sguardi. In questa
commedia imprevedibile, Tsangari dunque, si diletta a giocare con l'immagine
dell'uomo, il suo riflesso negli specchi dello yacht e il riflesso
nell'inconscio di una donna.
Un film da vedere 2015
Titolo originale: Chevalier
Regia di Athina Rachel Tsangari
Con Yorgos Kentros, Panos Koronis, Vangelis Mourikis, Makis Papadimitriou, Yorgos Pirpassopoulos
Genere Drammatico
Grecia, 2015
durata 99 minuti.
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