Δευτέρα 8 Ιανουαρίου 2018

Morfeo, dio e demone dei sogni nel mito greco

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Evelyn de Morgan - The Angel with the Serpent

“Dormire (o essere) tra le braccia di Morfeo”: è l’espressione tipica per indicare quella persona che dorme serenamente e profondamente. In realtà Morfeo c’entra col “dolce dormire”, solo che lui in realtà è, secondo i miti greci, il dio dei sogni e non il dio del sonno, mansione affidata al padre Ipno o Ipnos.

Da Marco Parisi -  8 gennaio 2018

Chi è Morfeo?

Come già detto, Morfeo è il dio dei sogni ed è figlio di Ipnos e di Notte, nato da una rapporto incestuoso tra il dio e sua madre. Il dio è citato nelle Metamorfosi di Ovidio, il quale gli attribuisce anche due fratelli: Fobetore e Fantaso.

Secondo il poeta latino, Morfeo aveva il ruolo di entrare nei sogni degli esseri umani personificandosi in altre persone; Fobetore, invece, compare negl’incubi delle persone trasformandosi in creature mostruose; Fantaso infine s’immedesima in oggetti inanimati che popolano i sogni delle persone.

Iconografia

Morfeo spesso viene rappresentato come nell’atto di abbracciare il padre Ipnos circondato dagli spiriti dell’immaginazione. Era rappresentato a volte come un giovane con grandissime ali di farfalla che sbattono silenziosamente alle sue spalle ed un paio di alette sulla testa. Aveva con sé una cornucopia da cui estraeva l’essenza del sogno ed un fiore di papavero per far entrare la persona in un sonno profondo.

Morfeo demone negli “Hiperionidi”


La figura ed il ruolo di Morfeo nella mitologia greca cambiano quasi radicalmente ne gli “Hiperionidi”. In quest’opera letteraria, il dio diventa un demone al servizio di Ade che prima causa il rapimento di Selene, poi, secondo un piano ben organizzato ed architettato dal Signore dell’Oltretomba, libera Endimione dalla sua prigionia onirica per condurlo nel “peggiore dei suoi incubi”.

Morfeo è così sotto il controllo del dio degli Inferi, abbandonando di fatto il suo ruolo di portatore di sogni nel mondo e fondendosi di fatto con Fobetore. Ipnos così, preoccupato per la sorte del figlio, combatte una serrata battaglia col Morfeo per condurlo sulla via della rettitudine.

Nella tetralogia, come tutti personaggi che popolano la saga, anch’egli ha fattezze umane ben descritte. E’ rappresentato come una persona con un’espressione tenebro-minacciosa ma affascinante, che incute il “fascino del cattivo ragazzo” e che fa innamorare le donne al primo colpo. Ha la pettinatura nera ed ondulata, le sopracciglia folte e scurissime, gli occhi verdi pistacchio, le labbra sottili e prelibate, la barba sottile, incolta e profumata, la carnagione stinta, ed è coperto solo con un lungo mantello nero bordato di blu.

Le teorie sui sogni: da Artemidoro a Freud

I sogni hanno sempre suscitato l’interesse degli uomini fin dai tempi più remoti. La letteratura classica, ad esempio, è ricca di racconti che hanno a che fare con l’attività onirica. Già nell’antichità furono numerose le teorie che cercavano di spiegare i sogni. Addirittura nel II secolo d.C. un autore greco di nome Artemidoro Daldiano, precorrendo Freud, scrisse un’opera intitolata “L’interpretazione dei sogni”.

Diciassette secoli dopo, Sigmund Freud fu uno dei primi studiosi moderni a occuparsi in modo sistematico dei sogni. Secondo le sue teorie il sogno rappresenta “la strada maestra verso l’inconscio”, ovvero tutto ciò che cerchiamo di nascondere a noi stessi durante lo stato di veglia (a causa dell’effetto negativo che produrrebbe su di noi) riemergerebbe durante il sogno poiché i freni inibitori della nostra coscienza sarebbero allentati. Tuttavia in qualche misura i freni inibitori continuerebbero almeno in parte ad agire e questo spiegherebbe il carattere fantastico, surreale e spesso criptico tipico dei sogni. Per questo motivo, secondo Freud, i sogni necessitano di una interpretazione per poter scoprire gli aspetti più reconditi del nostro inconscio, anche se queste teorie non hanno mai ottenuto una vera e propria dimostrazione scientifica.

I sogni secondo altri studiosi

Altri studiosi invece hanno formulato teorie molto diverse. Per alcuni (come ad esempio il neurofisiologo Robert W. MacCarley) il sogno, anziché essere un processo di mascheramento, sarebbe un processo di attivazione. Per altri autori, il sogno sarebbe invece una rielaborazione delle esperienze nascoste percepite durante lo stato di veglia, dove verrebbero memorizzate e poi, durante il sonno, riemergerebbero.

Il premio Nobel per la medicina Francis Crick ha elaborato una teoria secondo la quale il sogno sarebbe un modo in cui il cervello smaltisce l’eccesso di informazioni raccolte. Secondo la teoria delle “reti neurali” (ovvero gruppi di cellule neuroniche che cooperano per la registrazione delle associazione tra eventi percepiti) il sogno servirebbe non solo a mettere ordine, ma anche a fare pulizia, eliminando i ricordi più deboli e inutili, mantenendo in efficienza la rete neuronica per il giorno seguente. Secondo tale teoria i sogni sarebbero quindi una sorta di spazzatura che il cervello sta eliminando.

Dal fatto che esistano diverse teorie, spesso contrapposte, il lettore può facilmente capire che dal punto di vista scientifico i sogni rappresentano ancora in buona parte un mistero. Questo deriva ovviamente dal fatto che essi sono il prodotto del cervello che è e rimane l’oggetto più complesso che esista in natura.

Nel momento in cui comprendessimo meglio il funzionamento del nostro cervello, probabilmente riusciremmo anche a spiegare a fondo il meccanismo dei sogni.

I sogni premonitori nel folklore popolare

Ciò che la scienza può invece dirci con certezza è che sono del tutto prive di fondamento le credenze che attribuiscono ai sogni capacità divinatorie.

Morfeo
Endimione dormiente

Sognare un evento e constatare poi il suo verificarsi nella vita reale è sicuramente un’esperienza sconcertante che può essere comprensibilmente scambiata per attività paranormale, ma in realtà corrisponde solo a semplici coincidenze. Casi particolari li troviamo descritti spesso nella mitologia greca (v. Mopso) e nella letteratura italiana; il caso più eclatante è il sogno del conte Ugolino nella Divina Commedia di Dante Alighieri (v. Inferno, canto XXXII): dalla feritoia della torre dove è stato rinchiuso, Ugolino vide una battuta di caccia capitanata dai Gualandi, Sigismondi e Lanfranchi contro un lupo e tre lupicini, quivi costoro liberarono i cani e li sbranarono (mi parea lor veder fender li fianchi, v.36). Il conte ridestatosi capì così del tragico destino che avrebbe afflitto lui ed i suoi figli (rinchiusi a morire di fame). Tuttavia un esame più attento del fenomeno ridimensiona fortemente la leggenda folkloristica dei sogni.

La “probabilità” nei sogni

Ogni notte, i 6 miliardi di persone che popolano la Terra sognano per più di un’ora, costruendo un numero spaventoso di sogni. Appare quindi probabile che prima o poi compaia qualche episodio che si verifica realmente.

Inoltre, tendiamo a dimenticare rapidamente i sogni che contengono episodi che non si verificano nella realtà, mentre ricordiamo con grande enfasi quelli in cui gli eventi si realizzano. Se si facesse un’analisi statistica tra le previsioni avveratesi e quelle non avveratesi, si scoprirebbe di essere perfettamente all’interno delle leggi probabilistiche.

Anche la teoria delle informazioni nascoste, citata prima, può contribuire a spiegare certi sogni premonitori. Può, infatti, accadere che un soggetto percepisca delle informazioni senza rendersene conto (ad esempio, vedendo una persona percepisce il suo cattivo stato di salute). Durante il sogno queste informazioni possono riaffiorare (per continuare l’esempio, si può sognare che quella persona si ammali) e ciò che si sogna ha una certa probabilità di accadere realmente (la persona si ammala).

Morfeo nella smorfia napoletana

Seppur indirettamente, il dio vive anche nell’era moderna, più che altro ricordato nella smorfia napoletana, da cui il nome, direttamente da Morfeo.

La cultura popolare napoletana vuole che ogni personaggio, ogni azione o parti del corpo che appaiono nei sogni di una persona vengano incanalati in una tabella di 90 numeri che costituiscono il gioco del lotto.

L’usanza vuole che i defunti più cari che risiedono nell’aldilà ci appaiano in sogno per darci i numeri vincenti per migliore il nostro benessere finanziario.
  
Sitografia e bibliografia

Marco Parisi, Hiperionidi
Anna Maria Carassiti, Dizionario di Mitologia Classica

Fonte:

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