Dall'antica Grecia alla legge Merlin in Italia. La
nascita del mestiere più antico del mondo
Quando è nata la prostituzione? Dove e come si è
sviluppata nelle varie epoche storiche?
Laura Porcu, 31-01-2018
La lunga storia della prostituzione, dalla sua
definizione di cortigiana, lucciola, fille galante, puttana, attraversa tutte
le epoche storiche. L’elenco dei nomi affibbiati a chi la svolgeva potrebbe
continuare con svariati eufemismi utilizzati per definire il lavoro più vecchio
del mondo, quello della prostituta. Ma questo è vero oppure la prostituzione è
un po’ più giovane di ciò che si pensa? In realtà il concetto di prostituzione
era estraneo agli uomini primitivi. Anche se, osservando le nostre cugine
scimmie si può notare come le femmine si concedono ai maschi del branco in
cambio di cibo. Dovendo sostenere per anni il mantenimento di cuccioli, la
natura impone loro di selezionare maschi che “pagano” cioè aiutano a mantenere
i piccoli. E i doni finiscono per essere desiderati da queste scimmie anche in
assenza di piccoli da mantenere.
In realtà, però, la prostituzione umana, quella che noi
conosciamo, ha origini più giovani. Con lo sviluppo dell’agricoltura e la
nascita della coppia stabile, nacque la differenza e la separazione tra la
sessualità femminile e quella maschile. Una divisione che segnò per la prima
volta il destino sociale delle donne. La motivazione era prevalentemente
economica, dettata principalmente dalla necessità di tramandare la paternità ai
figli maschi. Da quel momento la sessualità femminile era stata imbrigliata e
le sue relazioni al di fiori della famiglia ridotte ai minimi termini. Così,
per soddisfare la richiesta sessuale di uomini non sposati e le fantasie di
quelli sposati, nacque la prostituzione. In origine la prostituzione era
destinata alle schiave, giovani sterili oppure vedove senza protezione ma
esistevano anche dei culti che la incoraggiavano con sacerdotesse che
diventavano prostitute sacre.
Le prime “case chiuse” o di tolleranza, vennero istituite
nella società ateniese dove la prostituzione era prevalentemente maschile. La
vita sessuale della società maschile si divideva in una vita privata con le
donne e una pubblica orientata verso i ragazzi. Vi erano poi le etère,
collocate sul gradino più alto della scala: alcune offrivano i loro favori a
chiunque, altre a clienti fissi che però tenevano nascosti uno all’altro. Anche
i filosofi frequentavano le etère, molte entravano nella scuola di Epicuro,
anche come studentesse, e lo stesso Socrate si intrattenne varie volte con
Aspasia.
I Greci avevano addirittura un magistrato che si occupava
di controllare la prostituzione e a Roma esisteva un tribunale che verificava
la condotta di 32mila prostitute.
Meno diffusa era la prostituzione presso i barbari. Pene
severe contro il commercio del corpo furono introdotte anche da Carlo Magno,
come percorrere per 40 giorni la campagna, nuda fino alla cintola, con il
motivo della condanna scritto in fronte con un ferro rovente.
Nel Rinascimento si affermò la figura della cortigiana,
chiamata così in quanto seguiva le corti. Le meretrices honestae possedevano
un’educazione raffinata e nelle loro dimore passavano cardinali, artisti,
nobili e re.
Con la diffusione della sifilide, definita l’Aids dell’epoca,
mutò notevolmente l’atteggiamento della società nei confronti della
prostituzione. le prostitute sottoposte a pesanti imposizioni fiscali e si
tentò di relegarle in quartieri-ghetto. Tolleranza e repressione si alternarono
nel corso dei secoli. Fino a Napoleone, fondatore della moderna
regolamentazione delle case di tolleranza. Nasce nel 1904 il primo accordo
internazionale contro lo sfruttamento della prostituzione. Nel 1910, invece, la
convenzione per la repressione della tratta delle bianche.
In Italia la legge per l’abolizione delle case chiuse,
presentata dalla senatrice socialista Lina Merlin nell’agosto del ’48, passò 10
anni dopo, il 4 marzo ’58, tra accese polemiche e tesi ancora oggi dibattute.
Fu l’ultima tappa del lungo percorso della regolamentazione della prostituzione
in Italia. Le case chiuse erano infatti state istituite da Cavour nel 1859. Nel
1891 furono addirittura ridotte le tariffe per limitare e ridurre la
prostituzione libera che, al contrario, non era soggetta a controllo sanitario.
Nel 1958 fu approvata la legge Merlin, che chiuse le case
di tolleranza, e fu introdotto il reato di sfruttamento della prostituzione o
lenocinio.
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