La bandiera della Ue danneggiata e sullo sfondo il Parlamento di Atene – Credits: LOUISA GOULIAMAKI /AFP / Getty Images
Dopo anni di
austerity serve un po' di flessibilità per aiutare Atene a camminare sulle
proprie gambe
Altri 6,7
miliardi di euro sono pronti per essere donati alla Grecia per completare
l'ambizioso pacchetto di riforme imposto dall'Unione Europea per sostenere
quello che passerà alla storia come piano di aiuti più generoso di sempre, in
cui sono stati sborsati niente meno che 326 miliardi di euro per salvare il
paese dalla bancarotta.
Prestiti e
riforme
Il
Commissario europeo per gli affari economici e monetari Pierre Moscovici si è
battuto per l'approvazione di quest'ultima tranche di aiuti che, dal suo punto
di vista, il Premier Alexis Tsipras si è meritato. Il leader greco è infatti
riuscito a portare avanti 95 delle 110 riforme richieste dai creditori
internazionali, ed ora ha bisogno di nuovi fondi per ultimare la
"rivoluzione" dell'assetto politico-economico del paese.
I meriti di
Alexis Tsipras
Ma se
Tsipras è stato così "bravo" al punto da ottenere altri prestiti per
andare avanti sulla strada delle riforme, perché l'UE continua a respingere la
sua richiesta di alleggerimento del debito? Atene vorrebbe allungare le
scadenze dei debiti per ritagliarsi quella flessibilità necessaria per
allentare la morsa dell'austerity e far fronte alle emergenze quando capitano.
La Germania però non d'accordo, probabilmente per paura che in questo modo
possano innescarsi nuove dinamiche poco virtuose che finiscano con l'allungare
troppo i tempi di implementazione dell'intero pacchetto di riforme.
Il nodo
dell'alleggerimento del debito
Il Fondo
Monetario Internazionale, invece, la pensa diversamente, e sta cercando di
convincere l'Europa a trovare un modo per andare incontro alle esigenze attuali
di Atene. Fedele al suo nuovo ruolo di "salvatrice dell'Unione", la
Francia si è assunta il compito di mediare tra le due posizioni, proponendo un
nuovo meccanismo in grado di collegare il rimborso del debito alla crescita del
Pil: quindi se il paese è in difficoltà lo si può aiutare con una riduzione del
debito significativa, se no il programma resta inalterato.
Lo stato
dell'economia della Grecia
Per provare
ad ipotizzare in che direzione andranno i negoziati conviene dare un'occhiata
all'effettivo stato di salute dell'economia greca. Dopo tre anni estremamente
difficili, in cui per rispettare le condizioni imposte dall'Europa Atene si è
ritrovata costretta anche a ricorrere a misure emergenziali come l'imposizione
forzata di limiti ai prelievi giornalieri dai conti correnti, la Grecia si
ritrova in una situazione economica e sociale piuttosto fragile. Come ha
riassunto alla perfezione un articolo del Post, dal 2010 ad oggi il paese
"ha perso un terzo del suo Pil, mezzo milione di persone è emigrato
all'estero e il 20 per cento più povero della popolazione ha perso il 42 per
cento del suo potere d'acquisto. Lo stato ha un debito pari al 180 per cento
del Pil" e il tasso di disoccupazione resta tra i più elevati d'Europa.
Contemporaneamente, gli stipendi sono calati, le famiglie si sono impoverite, e
lo stato sociale fa sempre più fatica a rispondere alle necessità di tutti.
Gli scenari
di medio periodo
Se da un
lato è vero, come ha sottolineato anche il Ministro delle Finanze Euclide
Tsakalotos, che la popolazione in generale guarda al futuro con maggiore
ottimismo ed entusiasmo, i dati positivi che arrivano dai mercati (economia in
(lenta) ripresa, disoccupazione in calo dal 28 al 21,8 per cento, incremento
del flusso turistico tra il 2016 e il 2017 di 30 milioni di unità) non devono
indurci a pensare che la crisi sia ormai stata superata.
I numeri
sono incoraggianti, certo, ma non si può far finta di non vedere che il
rapporto tra debito e Pil sta continuando a crescere, e nel 2018 potrebbe
segnare il tetto record del 184 per cento. Quindi meglio essere cauti, e
rimanere concentrati sulle riforme. Lasciando però alla Grecia quel pizzico di
flessibilità in più per iniziare a costruire il suo futuro nell'era
post-salvataggio.
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