Παρασκευή 26 Ιανουαρίου 2018

L’eterno amore di Selene ed Endimione tra mito e Hiperionidi

Endimione

Questa è la storia più triste, più romantica e più toccante di tutto il mito classico. Un grande amore, forse impossibile e alquanto mistico, tra Selene, la dea della luna, ed Endimione, un personaggio la cui identità e storia sono state tramandate nei secoli in modo molto confusionario. I mitografi, in ogni modo, concordano sul fatto che questa storia tocca profondamente i cuori dei lettori sia per la sua bellezza che per la speranza di una coppia di ritrovarsi un giorno nel futuro per amarsi “senza ostacoli, senza nuvole(1).

Da Marco Parisi -  25 gennaio 2018

Il mito di Selene ed Endimione


Come già accennato in precedenza, l’origine di Endimione è molto incerta. Non si sa di preciso chi fosse e chi fossero i suoi genitori in quanto le narrazioni variano da autore ad autore. Le fonti quindi sono moltissime: un pastore dell’Anatolia che porta spesso a pascolare il suo gregge nelle valli ai piedi del monte Latmio nella Caria; un condottiero di origine carica ed eolico di razza, che strappò il trono a Climeno nell’Elide e che usava spesso addormentarsi ai piedi di un monte (non il Latmio perché l’Elide è ad ovest del Peloponneso, mentre la Caria è nel sud della Turchia) nelle fresche notti d’estate; alcuni, seppur una minoranza, lo vedono come un semidio, figlio di Zeus e della ninfa Calice da cui ereditò un’incredibile ed invidiabile bellezza.

Anche la storia del loro grande amore varia da autore ad autore pur arrivando però alla medesima conclusione: Endimione fu catapultato in un lungo sonno perpetuo dentro un universo dove sogna la sua Selene per l’eternità.

Una serena e calda notte d’estate, il giovane Endimione s’abbandonò al sonno in un boschetto del monte Latmio, riparato dagl’alberi. Quivi un fascio di luce pallida illuminò il suo volto, poco dopo comparve Selene per ammirarlo più da vicino. La dea s’innamorò perdutamente di quel baldo giovane, e da allora, ogni notte, scendeva dal cielo per dormire accanto a lui. Un giorno, Selene si presentò a Zeus chiedendogli sia di sposare il suo Endimione che di renderlo immortale e lui accettò, consapevole del fatto che la dea si era dimenticata di chiedere per il suo promesso anche l’eterna giovinezza, ripetendo così l’errore che fece la sorella Eos con Titone.

Ai primi capelli bianchi, Selene impazzì all’idea che il suo sposo fosse destinato a fare la medesima fine di suo cognato. Questi infatti invecchiò talmente tanto da diventare piccolo e brutto costringendo Eos prima al ripudio e poi a rinchiuderlo in una grotta sino a mutarlo in una cicala. La dea così decise, d’accordo con Ipnos, di baciare le palpebre di Endimione così da farlo dormire per sempre onde evitare che il tempo potesse continuare a nuocergli le carni.

Selene così, da allora per l’eternità, si reca ogni notte di “luna nuova” sul Latmio, nella grotta dove si trova il talamo nunziale con Endimione addormentato, che la rende madre di cinquanta figlie.

Selene ed Endimione negli Hiperionidi

 

L’amore tra Selene ed Endimione è uno dei tanti temi principali affrontati nella tetralogia Hiperionidi, dove non c’è solo una “rivisitazione” di questa storia, ma anche un “chiarimento” definitivo sulle origini di Endimione.

Il secondo libro di prossima uscita affronterà questo tema in maniera “romanzata” dove verrà alla luce, grazie al testo lasciato da Erodoto e trovato da dei monaci ortodossi del convento di Dios, un mito sconosciuto dove Endimione diventa non solo l’assoluto protagonista, ma anche il primo vero “supereroe” senza poteri e senza una maschera con cui proteggere l’identità, con il solo arduo compito di salvare Selene dalla “dannazione eterna”. Il ragazzo quindi sarà costretto a percorrere “il peggiore dei suoi incubi”, dove il tempo sarà il suo principale avversario in quanto, come confermato anche dal mito tradizionale, egli è immortale, ma non eterno giovane…

L’amore eterno esiste ancora?

L’amore eterno esiste e non può spezzarlo neanche la morte. Lo rivela uno studio dell’Università dell’Arizona, pubblicato sulla rivista americana “Psychological Science”: il benessere di un partner continua ad essere influenzato dall’altro anche dopo la morte di uno dei due, con la stessa intensità di quando era in vita.

E’ quello che in un modo o nell’altro accade nel mito di Selene e di Endimione, dove la coppia continua ad amarsi anche dopo il “sonno” di Endimione e lo stesso tema è trattato anche nella prima parte del secondo volume di Hiperionidi: il rapporto d’amore e d’affetto continua anche dopo il “trapasso” di Endimione nell’universo onirico.

“Le persone a cui teniamo continuano a influenzare la qualità della nostra vita anche dopo la loro morte“, spiega Kyle Bourassa, dottorando di psicologia all’Università dell’Arizona e capo del progetto che continua: “La qualità della vita di un vedovo o di una vedova risente dell’influenza del coniuge deceduto proprio come se questi fosse ancora in vita“.

Gli scienziati hanno analizzato i dati provenienti dal progetto di ricerca Share, che coinvolge ottantamila persone anziane di 18 diversi paesi europei più Israele.

Oltre a confermare la stretta dipendenza che c’è tra il benessere dei coniugi, la ricerca mostra che questo fenomeno continua anche dopo la morte di uno dei due partner, indipendentemente da età, stato di salute e anni di matrimonio. Ma ciò che colpisce è che il “legame” tra il partner deceduto e quello in vita non presenta differenze rispetto a quello tra coniugi ancora entrambi vivi.

Adesso la ricerca si focalizzerà sui motivi di questo stretto legame anche dopo la morte: “Quello che vogliamo sapere è se il solo pensare al coniuge è sufficiente per creare l’interdipendenza. Se è così, in che modo potremmo utilizzare queste informazioni per aiutare meglio coloro che hanno perso il coniuge?”

  (1)Citazione del titolo di una canzone dell’artista irpino Gennaro Curato, in arte “Geni”, uscito nel 2011 tratto dall’album “Tratti di me”.

IL VIDEO QUI:

Bibliografia:
Robert Graves, I miti greci, Longanesi e C.

Sitografia:

 Fonte:

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