Σάββατο 2 Δεκεμβρίου 2017

Perché l'Italia rischia di fare la fine della Grecia

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Bridewater Associats, il più colossale fondo d'investimento al mondo, ha scommesso sul default dell'Italia. Significa che la sabbia nella clessidra capovolta del Belpaese ha già cominciato a scendere

GIULIA UGAZIO - VENERDÌ 1 DICEMBRE 2017 

ROMA – Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ci raccontano che l'Italia si sta riprendendo dalla crisi. E guardano al futuro del Belpaese con ottimismo (o almeno così vogliono farci credere per incoraggiare gli elettori a votarli di nuovo). Ma cosa succederebbe al nostro Pese se uno dei più grandi fondi d'investimento al mondo decidesse di scommettere sul default della Penisola? L'Italia sarebbe in grado di far fronte a una nuova crisi di fiducia dei mercati finanziari sul debito pubblico nazionale ed evitare che la profezia autoavverante di un fallimento annunciato diventi realtà? Probabilmente no, perché il Governo non ha più cartucce da sparare per difendersi da una nuova crisi. E quando il programma di stimoli monetari della BCE, il cosiddetto QE (Quantitative easing), cesserà di esistere allora il nostro debito pubblico inizierà a crescere esponenzialmente anno dopo anno a causa del lievitare astronomico degli interessi da pagare. Ma questo lo sapevamo già. Quello che, invece, non sapevamo ancora e abbiamo scoperto adesso è che Bridewater Associats, il più colossale fondo d'investimento al mondo, ha già scommesso sul default dell'Italia. Significa che la sabbia nella clessidra capovolta ha già cominciato a scendere.

Cosa accadrà al debito pubblico quando il QE finirà

La strategia del banchiere centrale Mario Draghi non sta dando i frutti sperati. Le iniezioni di liquidità nel sistema bancario comunitario avrebbero dovuto rilanciare la ripresa economica, ma questa stenta a consolidarsi. Soprattutto in Italia, dove i problemi strutturali e le riforme incompiute zavorrano qualsiasi possibile slancio vitale. Il Belpaese è il fanalino di coda dell'Unione europea, perfino la Grecia (il paese che era sull'orlo del baratro fino a poco tempo fa) ora fa meglio di noi. Il tasso di crescita del Pil greco previsto per il 2018, infatti, è pari addirittura al 2,5% contro l'1,3% dell'Italia. Vorrà dire qualcosa oppure no? Non per Gentiloni, Padoan e Renzi evidentemente. Ma la brutta notizia è che il peggio deve ancora venire. A breve Mario Draghi sarà costretto a chiudere i rubinetti del QE e il costo del denaro tornerà a salire. Questo vuol dire che i bassi (bassissimi) tassi d'interesse sul debito pubblico di cui il governo Renzi prima e il governo Gentiloni poi hanno potuto approfittare in questi anni diventeranno solo un lontano ricordo. E il debito pubblico italiano inizierà a crescere molto rapidamente, e a dismisura. In breve tempo potrebbe diventare fuori controllo.

La scommessa contro l'Italia di Bridewater Associats

Una prospettiva molto poco rassicurante per i cittadini e i risparmiatori italiani, ma appetitosa per gli speculatori finanziari internazionali che guardano all'Italia come alla gallina dalle uova d'oro e possono arricchirsi scommettendo sul default di un paese. E' il caso di Bridewater Associats, il più colossale fondo d'investimento al mondo, che ha scelto di «shortare» (cioè scommettere al ribasso in gergo finanziario) sul ribasso azionario di Eni, Enel, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Generali e altri gioielli di famiglia nostrani. Perché? Perché la crisi che potrebbe colpire l'Italia inevitabilmente potrebbe travolgere anche questi titoli azionari. E per uno speculatore finanziario questo è il momento migliore per fare questo tipo di scommessa: ora che i titoli in Borsa sono ancora alti e godono di buona salute. Più sarà massiccia la perdita di valore azionario sui mercati, più lo speculatore guadagnerà dal collasso dei titoli in questione. Ma cosa succederà all'Italia? Se non sarà capace di far fronte alla crisi economico finanziaria che potrebbe travolgerla è presto detto: rischierà di perdere la sua sovranità.

Perché i tedeschi stanno rimpatriando le loro riserve auree?

Sarà come un deja vù. Con la differenza che questa volta, al posto della Grecia, potremmo esserci noi. Ed è probabile che, come è accaduto per i greci, saranno i più deboli a pagare il prezzo più alto. Molti risparmiatori potrebbero perdere la loro ricchezza. Certo, non saremo i soli ad avere dei problemi. Per l'Unione europea sarà un altro durissimo colpo e rischierà (ancora una volta) di sciogliersi come un ghiacciolo al sole. Sarà mica per questo che, guarda caso, da tempo la Germania sta inspiegabilmente (?) e silenziosamente rimpatriando le sue riserve auree da Parigi e altri lidi comunitari? Già, perché l'oro è ancora il bene rifugio per eccellenza e soprattutto è l'unica «moneta» che conserva il suo valore nonostante il collasso delle valute, come l'euro ad esempio. Sarà mica che i tedeschi sentono puzza di bruciato e si stanno assicurando una scialuppa di salvataggio a base di lingotti d'oro da custodire gelosamente nel ventre delle banche teutoniche? Noi del Diariodelweb, stavolta, speriamo di sbagliarci.


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