Bridewater
Associats, il più colossale fondo d'investimento al mondo, ha scommesso sul
default dell'Italia. Significa che la sabbia nella clessidra capovolta del
Belpaese ha già cominciato a scendere
GIULIA UGAZIO - VENERDÌ 1 DICEMBRE 2017
ROMA – Il
premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ci
raccontano che l'Italia si sta riprendendo dalla crisi. E guardano al futuro
del Belpaese con ottimismo (o almeno così vogliono farci credere per
incoraggiare gli elettori a votarli di nuovo). Ma cosa succederebbe al nostro
Pese se uno dei più grandi fondi d'investimento al mondo decidesse di
scommettere sul default della Penisola? L'Italia sarebbe in grado di far fronte
a una nuova crisi di fiducia dei mercati finanziari sul debito pubblico
nazionale ed evitare che la profezia autoavverante di un fallimento annunciato
diventi realtà? Probabilmente no, perché il Governo non ha più cartucce da
sparare per difendersi da una nuova crisi. E quando il programma di stimoli
monetari della BCE, il cosiddetto QE (Quantitative easing), cesserà di esistere
allora il nostro debito pubblico inizierà a crescere esponenzialmente anno dopo
anno a causa del lievitare astronomico degli interessi da pagare. Ma questo lo
sapevamo già. Quello che, invece, non sapevamo ancora e abbiamo scoperto adesso
è che Bridewater Associats, il più colossale fondo d'investimento al mondo, ha
già scommesso sul default dell'Italia. Significa che la sabbia nella clessidra
capovolta ha già cominciato a scendere.
Cosa accadrà
al debito pubblico quando il QE finirà
La strategia
del banchiere centrale Mario Draghi non sta dando i frutti sperati. Le
iniezioni di liquidità nel sistema bancario comunitario avrebbero dovuto
rilanciare la ripresa economica, ma questa stenta a consolidarsi. Soprattutto
in Italia, dove i problemi strutturali e le riforme incompiute zavorrano qualsiasi
possibile slancio vitale. Il Belpaese è il fanalino di coda dell'Unione
europea, perfino la Grecia (il paese che era sull'orlo del baratro fino a poco
tempo fa) ora fa meglio di noi. Il tasso di crescita del Pil greco previsto per
il 2018, infatti, è pari addirittura al 2,5% contro l'1,3% dell'Italia. Vorrà
dire qualcosa oppure no? Non per Gentiloni, Padoan e Renzi evidentemente. Ma la
brutta notizia è che il peggio deve ancora venire. A breve Mario Draghi sarà
costretto a chiudere i rubinetti del QE e il costo del denaro tornerà a salire.
Questo vuol dire che i bassi (bassissimi) tassi d'interesse sul debito pubblico
di cui il governo Renzi prima e il governo Gentiloni poi hanno potuto
approfittare in questi anni diventeranno solo un lontano ricordo. E il debito
pubblico italiano inizierà a crescere molto rapidamente, e a dismisura. In
breve tempo potrebbe diventare fuori controllo.
La scommessa
contro l'Italia di Bridewater Associats
Una
prospettiva molto poco rassicurante per i cittadini e i risparmiatori italiani,
ma appetitosa per gli speculatori finanziari internazionali che guardano
all'Italia come alla gallina dalle uova d'oro e possono arricchirsi
scommettendo sul default di un paese. E' il caso di Bridewater Associats, il
più colossale fondo d'investimento al mondo, che ha scelto di «shortare» (cioè
scommettere al ribasso in gergo finanziario) sul ribasso azionario di Eni,
Enel, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Generali e altri gioielli di famiglia
nostrani. Perché? Perché la crisi che potrebbe colpire l'Italia inevitabilmente
potrebbe travolgere anche questi titoli azionari. E per uno speculatore
finanziario questo è il momento migliore per fare questo tipo di scommessa: ora
che i titoli in Borsa sono ancora alti e godono di buona salute. Più sarà
massiccia la perdita di valore azionario sui mercati, più lo speculatore
guadagnerà dal collasso dei titoli in questione. Ma cosa succederà all'Italia?
Se non sarà capace di far fronte alla crisi economico finanziaria che potrebbe
travolgerla è presto detto: rischierà di perdere la sua sovranità.
Perché i
tedeschi stanno rimpatriando le loro riserve auree?
Sarà come un
deja vù. Con la differenza che questa volta, al posto della Grecia, potremmo
esserci noi. Ed è probabile che, come è accaduto per i greci, saranno i più
deboli a pagare il prezzo più alto. Molti risparmiatori potrebbero perdere la
loro ricchezza. Certo, non saremo i soli ad avere dei problemi. Per l'Unione
europea sarà un altro durissimo colpo e rischierà (ancora una volta) di
sciogliersi come un ghiacciolo al sole. Sarà mica per questo che, guarda caso,
da tempo la Germania sta inspiegabilmente (?) e silenziosamente rimpatriando le
sue riserve auree da Parigi e altri lidi comunitari? Già, perché l'oro è ancora
il bene rifugio per eccellenza e soprattutto è l'unica «moneta» che conserva il
suo valore nonostante il collasso delle valute, come l'euro ad esempio. Sarà
mica che i tedeschi sentono puzza di bruciato e si stanno assicurando una
scialuppa di salvataggio a base di lingotti d'oro da custodire gelosamente nel
ventre delle banche teutoniche? Noi del Diariodelweb, stavolta, speriamo di
sbagliarci.
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