Πέμπτη 12 Οκτωβρίου 2017

Greci e serbi sollecitano i cinesi a collegare Belgrado con l'Egeo

Progetto da 17 miliardi di dollari per una via fluviale

MAPPA

Atene e Belgrado sollecitano Pechino perché realizzi una via fluviale di 650 chilometri fra la Serbia e il Mar Egeo. Il progetto ha un costo stimato di 17 miliardi di dollari (14,8 miliardi di euro) per dieci anni di lavori, e avrebbe un impatto commerciale e geopolitico. La proposta greco-serba è stata presentata in estate ai cinesi che, per volontà del presidente Xi Jinping, hanno intenzione di realizzare la nuova via della seta.

di Ettore Bianchi

Un progetto faraonico e strategicamente molto ambizioso perché di fatto si tratterebbe di collegare il Danubio con il Mar Egeo.

Il tracciato collega il golfo di Thermaikos, sul quale si affaccia la città di Salonicco, nel Nord della Grecia, e risale il fiume Axios (chiamato Vardar nella sua parte macedone) e collega la Morava, affluente del Danubio. Morava e Vardar non sono collegati attualmente. I due fiumi dovranno essere resi navigabili, rispettivamente per 346 chilometri e per 275, in maniera da poter aprire alla navigazione da parte di chiatte di grande capacità. Per questo dovranno essere costruiti numerosi canali alla frontiera fra Serbia e Macedonia e all'uscita del porto di Salonicco. Inoltre, il progetto prevede la costruzione e lo sfruttamento di centrali idroelettriche lungo tutto il percorso.

Questo canale navigabile balcanico aprirebbe delle prospettive per il trasporto fluviale delle merci e, eventualmente, dei passeggeri, con l'auspicio di sviluppare tanto il commercio che il turismo nelle regioni attraversate.

Uno studio di fattibilità è stato lanciato da China Gezhouba Group Corporation che determinerà se il canale tra il Mediterraneo e l'Europa centrale potrà vedere la luce. La Cina avrebbe così una nuova via di trasporto più rapida e meno onerosa per portare i propri prodotti verso il cuore del l'Europa.


Sul progetto gravano diverse incognite, prima fra tutte su chi paga il conto dal momento che la proposta arriva dai paesi europei e non dai cinesi. Inoltre, bisogna vedere cosa ne pensa Bruxelles dal momento che la Commissione europea non vede di buon occhio gli investimenti cinesi nei Balcani perché li considera come una porta di ingresso facile alla regione che ha bisogno di infrastrutture e capitali. E dunque, c'è il rischio che il progetto della via fluviale, come quello della ferrovia, vada alla calende greche.


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