Kostas Karamanlis, la Cia voleva farlo fuori? (LaPresse)
Il piano della Cia per assassinare l'ex presidente
della Grecia, Kostas Karamanlis: video reportage dalla Russia, tutti i dubbi e
il presunto golpe dell'ex premier legato a Putin
16 OTTOBRE 2017
«Gli Usa
volevano assassinare il primo ministro greco Kostas Karamanlis»: un piano della
Cia d’altri tempi, da Guerra Fredda e invece siamo nel 2008 e in Grecia, alla
vigilia di una stagione che ha portato poi le ben note destabilizzazioni nel
Paese ellenico fino all’orlo del default. Ecco, per gli amanti della
dietrologia questo ultimo reportage del canale russo Vesti potrebbe fare al
caso suo, ma dobbiamo prima capire i vari termini della questione prima di
poter giungere a qualche conclusione. Ebbene, nasce tutto da alcuni report
dell’intelligence russa che in questi giorni sono stati presentati dal canale
Vesti e dal lungo articolo di Russia Insider: nel 2009 l'intelligence russa ha
scoperto un complotto dalla CIA per rimuovere allora il primo ministro Kostas
Karmamanlis dal suo incarico e per assassinarlo se necessario, per il suo
sostegno alla Russia, in particolare al gasdotto Sud Stream verso l'Europa. Una
trama da film di James Bond eppure sarebbe tutto verificato dai documenti in
quantità industriale in mano all’intelligence russa in questi anni
post-complotto. Come sempre, trattandosi di questioni di fatto ancora legate
alla Guerra Fredda 2.0 tra Usa e Russia bisogna sempre prendere con le pinze
tutto quanto rivelato, ma di certo la spiegazione fornita dai vari elementi
rischia di dare un contorno realistico a quanto avvenuto in Grecia negli ultimi
anni.
PERCHÈ
PROPRIO KARAMANLIS?
Siamo nel
2008 quando primo ministro con il partito Nuova Democrazia è il leader
conservatore Karamanlis: economia, opposizione feroce, crisi sociale, i vari
problemi per tutti i presidenti greci delle ultime decadi non lasciano in pace
il governo e per questo motivo per la politica estera Karamanlis cerca un
partner importante come la Russia per poter dar seguito a possibili accordi su
commercio d’armi e soprattutto sul fronte energetico. Karamanlis ha sostenuto
in particolare la partecipazione della Grecia alla pipeline
Burgas-Alexandroupoli e al Sud-Stream: si trattava di un gasdotto per il
trasporto dell'olio e del gas russo in Europa meridionale e centrale. Ecco qui
l’origine del presunto complotto: qualcuno a Washington e soprattutto a
Bruxelles non gradiva questa eccessiva partnership Mosca-Atene e per questo
motivo nel giro di pochi mesi alcune forze vollero intervenire in Grecia per
cercare di interrompere i progetti. Detta schietta, gli obiettivi erano in
serie 3: destabilizzazione nel paese, cambio del corso politico e liquidazione
dell'obiettivo principale, ovvero proprio il primo ministro.
LA
DESTABILIZZAZIONE
Comincia
così il primo step, sempre secondo i report della stampa russa, confermati da
vari articoli dei media greci dal 2009 a questa parte: il piano è stato
chiamato Pythia-1 (la sacerdotessa che nel santuario di Delfi dava i responsi
per le possibili rivoluzioni politiche da attuare, ndr), e doveva essere
eseguito da alcuni agenti stranieri, dispiegati in Grecia. «Nessuno sa quali
paesi provenivano: ma è un dato noto che avevano alleati tra i Greci e ciò
include l'esercito, le autorità e i deputati», scrive Russia Insider portando
così il grado del complotto all’ennesima potenza un golpe in piena regola
insomma. Un Occidente, qualcuno non voleva veramente realizzare i progetti
Burgas-Alexandroupoli e i progetti del sud-est, e soprattuto non voleva Putin
troppo potente nel centro dell’Europa: i servizi della FSB hanno determinato
che in Grecia, all'interno della cospirazione anti-governativa, sono stati
coinvolti almeno 7 gruppi terroristici. «Di questi, 3 specializzati nel furto e
nel sequestro . Ha derubato e rapito uomini d'affari su larga scala .Tutto
questo è stato fatto per creare l'atmosfera del caos e della paura per le
strade e per le imprese. Questo è ciò che significa destabilizzazione».
IL CASO E IL
GOLPE MANCATO
Come viene
però scoperto “l’arcano” data l’assoluta riservatezza del progetto? Pare a
questo punto che il destino abbia giocato un ruolo importante, se non decisivo:
la FSB (gli 007 russi post-KGB) ha ricevuto le informazioni a partire da un
semplice caso giudiziario aperto per caso. Durante la destabilizzazione
cominciata già nel 2008 ci furono scontri ad Atene e nelle principali città con
il caos sociale che già stava montando, ma in qualche modo pilotato dall’alto:
il caos di massa di Atene e di altre città, nonché l'aumento della tensione
economica e sociale, hanno veramente indebolito le posizioni del governo
Karamanlis che però non è stato assassinato. Come ma? Sicuramente bastava in
quel momento l’indebolimento generale, ma intervenne anche un secondo motivo,
come dicevamo prima, “casuale”: «le spie russe si sono incontrate con i
cospiratori faccia a faccia», scrive Russia Insider. In un incidente stradale
nell’aprile 2008 le spie di Mosca intercettano per caso un minivan dove
all’intero vengono trovate un arsenale di armi, compresi esplosivi, fucili
Kalashnikov, strumenti di comunicazione, attrezzature per la visione notturna,
mappe dettagliate con l'itinerario del PM Karamanlis e informazioni dettagliate
sulle sue guardie del corpo. Sarebbero coinvolti, anche se i nomi sono quasi
tutti secretati, l’ex parlamentare greco, Michalis Karchimakis, William Basil,
ex agente della CIA e altri membri del partito di George Papandreou, socialista
e nemico di Karamanlis.
Fu proprio
lui a vincere le elezioni nel 2009 dopo il caos generato dal presunto golpe
mancato e molti nomi sono per questo rimasti nell’ombra dato che la volontà di
interrompere il ponte Putin-Grecia è avvenuto senza assassinio politico. «Alla
fine, la Grecia ha esaurito lentamente il gasdotto Burgas-Alexandroupoli e la
pipeline del sud-est: ma ora cosa succede? L'indagine della cospirazione
Pythia-1 è presa sul serio dai Greci. Ci saranno probabilmente nuovi dettagli e
nuovi sospetti». Si chiude così il reportage in cui il golpe anti-Grecia
sarebbe così spiegato e svelato nei suoi tentativi: restano tanti dubbi e tante
questioni non spiegate dai russi, ovviamente, ma guardando la destabilizzazione
creata e portata avanti anche durante la crisi del rischio default, con lo
“spettro” Russia che la Merkel voleva in ogni modo allontanare come area
d’influenza della Grecia, qualche sospetto viene anche a noi.
NICCOLÒ MAGNANI
Il video qui:
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