Visita
ufficiale del premier greco a Washington: dibattiti e feroci polemiche
dall’opposizione (e non solo), non tanto per la motivazione quanto per i
risultati che sembrano nulli. A meno che…
21 OTTOBRE 2017
DI MIRTO MANOU
Tsipras ha
ricevuto simpatia e incoraggiamento dal presidente Trump, ma non ha ottenuto
niente in concreto, mentre ha firmato un accordo militare da 2,4 miliardi di
dollari fortemente contestato da tutti. Il premier si e recato a Washington per
sostenere che la Grecia è una destinazione ideale per gli investimenti
stranieri, che il Paese comincia a riprendersi e che presenta una grande
stabilità in una zona geostrategica assai turbolenta. Il premier ha voluto pure
spiegare a Trump la necessità di un alleggerimento del debito pubblico e di un
suo sostegno per un tale traguardo. Tsipras, parlando ai mass media
statunitensi e internazionali (Ft, Bloomberg, Politico, Pbs, Cnbc, Washington
Post, Wsj) si è riferito alle sue priorità, tra cui la conclusione della terza
valutazione del programma di salvataggio e le misure per l’alleggerimento del
debito pubblico. Il premier ha incontrato pure investitori statunitensi e
businessmen che hanno manifestato il loro grande interesse per gli investimenti
in Grecia.
Ma i risultati
della visita non sono stati chiari e promettenti come sperato. Secondo molti
analisti che sono stati particolarmente critici, Tsipras è andato negli Usa per
parlare d’investimenti senza però essere accompagnato da imprenditori greci o
rappresentanti di associazioni industriali. In più, tranne la simpatia espressa
dal presidente Trump e dichiarazioni da parte sua del tipo: «La Grecia sta
facendo un grande lavoro per riprendersi» o «siamo grandi amici e alleati», o
ancora: «Sosteniamo un piano responsabile di ristrutturazione del debito
greco», Tsipras non solo non ha ottenuto aiuti concreti ma ha pure promesso un
accordo di rinnovamento della flotta degli aerei militari F-16 con un contratto
di 2,4 miliardi di dollari (!) nel momento in cui sono migliaia le persone che
aspettano più di tre anni per cominciare a prendere le loro pensioni, gli
ospedali non funzionano, la disoccupazione aumenta e, secondo l’ultima ricerca
dell’Istituto del lavoro, è risalita al 28,7% nel primo trimestre del 2017,
cioè un greco su tre vive in condizioni di povertà. Persino il consumo
alimentare si è ridotto del 27%. In questo contesto la dichiarazione del
presidente Trump che l’accordo sugli F-16 potrebbe ridurre la disoccupazione
negli Stati Uniti ha portato tutti (politici, giornalisti e opinione pubblica)
ai limiti di sopportazione.
Sempre
secondo molti analisti, la simpatia del presidente Trump è giustificata visto
che, come lui stesso ha detto, la Grecia dedica il 2,38% del Pil alla Difesa,
la seconda più alta percentuale nella Nato dopo gli Stati Uniti, nonostante la
crisi e sua fragile situazione finanziaria. In più, visto che la Turchia è un
alleato imprevedibile, la Grecia è invece un alleato relativamente stabile. La
reazione turca all’accordo sugli F-16 è stato l’aumento delle violazioni dello
spazio aereo greco da parte turca, anche se i media turchi non si sono
espressi. Questo accordo ha messo a disagio pure le istituzioni europee, visto
che il costo del rinnovamento degli F-16 è molto alto ed è difficile che l’attuale
situazione finanziaria del Paese possa sostenerlo. A onore del vero, ci si
chiede pure se questa visita sia stata un errore del premier oppure se
l’incontro abbia portato ad altri tipi di investimenti che non sono stati resi
pubblici. Si vedrà.
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