Tempio di Apollo a Delfi
Dalla Via
Sacra che sale il monte Parnaso, i resti del Tempio di Apollo a Delfi sembrano
sfocati dal sole. Solo quando, un passo dopo l’altro, si arriva vicino, i
contorni si definiscono e tutto appare nitido e imponente.
Le antiche
colonne che reggevano il tetto scomparso sono state erose dal tempo – lascito
ultimo insieme alle fondamenta di questa struttura che i greci hanno dedicato
al dio del sole.
Con il
teatro e lo stadio, il tempio di Apollo è parte fondamentale del sito
archeologico, oggi patrimonio Unesco. Qui ogni anno migliaia e migliaia di
visitatori arrivano per soffermarsi di fronte a quel che è stato uno dei luoghi
più importanti della Grecia.
Sull’architrave
della struttura c’erano importanti massime di sapienza. Tra loro il motto
“conosci te stesso” con cui il grande filosofo Socrate caratterizzò la sua
vita, cercando di interpretarlo ogni giorno.
All’interno
del tempio di Apollo bruciava la fiamma eterna mentre nel recinto si trovavano
alcune statue. Tra le due più importanti, c’erano sena dubbio le due scolpite
dallo scultore greco Patrocle di Crotone.
Per
realizzare questa imponente struttura, fu necessario portare della terra dalla valle
del Parnaso: servì a costruire il terrapieno per le fondamenta lungo cui scorre
la Via Sacra. Mentre sul tratto di passaggio fu innalzato il Muro Poligonale.
Sulle sue
pareti, i pellegrini hanno inciso nella pietra intenzioni e preghiere al dio
del sole. Tra loro, dedicata al tempio di Apollo, c’è quella di Gelone, tiranno
di Siracusa, che venne a Delfi per ringraziare per la vittoria ottenuta nella
corsa dei cavalli ai Giochi olimpici.
Proprio di
fronte alla struttura, si vede bene il teatro che è stato scavato nelle pendici
della montagna. Prossima tappa di questo viaggio per raggiungere poi, sempre
lungo la Via Sacra, i resti dello stadio.
di Andrea Lessona
Per
approfondire: Wikipedia
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