Chiedono di
ricongiungersi con le loro famiglie nel nord Europa i 14 rifugiati in sciopero
della fame ad Atene. Sono in maggioranza cittadini siriani e dopo l’orrore
della guerra hanno conosciuto il dramma della separazione da genitori, figli o
fratelli.
Vivono in condizioni sempre peggiori e sanno che la loro disperazione li rende delle facili prede per i trafficanti di uomini.
I rifugiati
rimangono bloccati per molti mesi, mentre viene esaminata la loro domanda di
asilo.
“I
trafficanti si approfittano di noi e la Grecia offre loro l’opportunità di
farlo – dice Fawaz – Ho visto con i miei occhi una persona offrire il proprio
rene per il denaro. Cosa c‘è peggio di questo?”
C‘è chi è
stato accettato in Germania, ma non lascia i propri cari in attesa di risposta
e le procedure sono molto lente a causa della carenza di personale.
“A questo
punto avrei preferito rimanere in Siria, saremmo per lo meno morti con dignità
– dice Fidel, una rifugiata – Non come viviamo qui, abbandonati da tutti”.
Le 14
persone in sciopero della fame chiedono alle autorità tedesche e greche di
rispettare il limite legale di sei mesi per il ricongiungimento familiare.
“La prossima
settimana, le famiglie separate da anni hanno in programma una protesta in
contemporanea ad Atene e a Berlino”, conclude la giornalista di euronews,
Nikoleta Drougka.
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