© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
"Sembra
che io abbia allenato gli esordienti finora, invece ho esperienza in tre
nazioni diverse". Come è giusto che sia, Gennaro Gattuso difende e
rivendica la sua carriera, non solo come calciatore, ma anche come allenatore.
Inevitabile, per il nuovo tecnico del Milan, acclamato dai tifosi ma accolto in
maniera molto scettica dalla critica. Le 105 panchine accumulate in carriera,
però, sposano la tesi della carriera molto corta. E le nazioni saranno pure
tre, ma una è la Grecia e l'altra la Svizzera: non proprio campionati di
vertice. Che l'esperienza di Gattuso come allenatore sia poca, anzitutto, lo
dicono i numeri: 105 panchine, di cui nessuna in Serie A. E l'esperienza non fa
tutto, ma la carriera da allenatore di Ringhio racconta una storia non semplice
da decifrare. Da scartare, anzitutto, l'esordio col Sion, durato appena tre
partite. Stesso discorso per l'avventura a Palermo, terminata anzitempo più per
le abitudini di Zamparini che per oggettivi demeriti di Gattuso. Ma pur sempre
terminata dopo sei giornate.
L'esordio
col Sion, per forza di cose, dobbiamo lasciarlo da parte: 3 partite, troppo
poco. Stesso discorso per il Palermo, dove Ringhio è durato sei gare estive,
con una media neanche da buttare (2 vittorie 1 pareggio e 3 sconfitte). Ma lì
c'è Zamparini, e sappiamo che fine fanno gli allenatori. La prima vera
esperienza da allenatore è quella all'OFI Creta: amato dai tifosi, durato sei
mesi con quattro vittorie in quindici partite. Salutata la Grecia, arriviamo a
Pisa, l'avventura che fin qui più di tutte ci dice qualcosa sul Gattuso
allenatore. Benissimo in Lega Pro, col secondo posto che poi valse la finale
playoff e quindi la promozione in B. L'anno dopo, meno bene ma non per sue
colpe: a Pisa succede di tutto, la società fallisce e poi cambia proprietà, a
fine anno la squadra retrocede. E Gattuso? Può sembrare paradossale, ma tiene
la squadra in ordine finché le cose a livello societario vanno male. Quando
riesce a trasferire ai giocatori la sua qualità principale: la grinta. Poi
arrivano gli stipendi (il riferimento al 6 e al 7 del mese non sarà stato
casuale, e anche quello dice molto della sua carriera da tecnico), che
diventano un'arma a doppio taglio, con Verna & co che non indovinano più una
partita da lì alla fine della stagione.
Grecia,
Svizzera, Lega Pro e Serie B: Gattuso difende la sua carriera, come è giusto
che sia. Però il suo curriculum da tecnico non è quello di un allenatore del
Milan, se tralasciamo gli anni recenti. È un dato di fatto, da cui lo stesso
Ringhio può partire: accettare i limiti del proprio passato, per trasferire a
giocatori apparsi senz'anima nelle ultime uscite quella rabbia che può fare la
differenza nella rinascita rossonera.
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