Τετάρτη 29 Νοεμβρίου 2017

Gattuso rivendica la sua esperienza. Ma Grecia e Svizzera non sono la A

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

"Sembra che io abbia allenato gli esordienti finora, invece ho esperienza in tre nazioni diverse". Come è giusto che sia, Gennaro Gattuso difende e rivendica la sua carriera, non solo come calciatore, ma anche come allenatore. 

di Ivan Cardia - 28.11.2017 

Inevitabile, per il nuovo tecnico del Milan, acclamato dai tifosi ma accolto in maniera molto scettica dalla critica. Le 105 panchine accumulate in carriera, però, sposano la tesi della carriera molto corta. E le nazioni saranno pure tre, ma una è la Grecia e l'altra la Svizzera: non proprio campionati di vertice. Che l'esperienza di Gattuso come allenatore sia poca, anzitutto, lo dicono i numeri: 105 panchine, di cui nessuna in Serie A. E l'esperienza non fa tutto, ma la carriera da allenatore di Ringhio racconta una storia non semplice da decifrare. Da scartare, anzitutto, l'esordio col Sion, durato appena tre partite. Stesso discorso per l'avventura a Palermo, terminata anzitempo più per le abitudini di Zamparini che per oggettivi demeriti di Gattuso. Ma pur sempre terminata dopo sei giornate.

L'esordio col Sion, per forza di cose, dobbiamo lasciarlo da parte: 3 partite, troppo poco. Stesso discorso per il Palermo, dove Ringhio è durato sei gare estive, con una media neanche da buttare (2 vittorie 1 pareggio e 3 sconfitte). Ma lì c'è Zamparini, e sappiamo che fine fanno gli allenatori. La prima vera esperienza da allenatore è quella all'OFI Creta: amato dai tifosi, durato sei mesi con quattro vittorie in quindici partite. Salutata la Grecia, arriviamo a Pisa, l'avventura che fin qui più di tutte ci dice qualcosa sul Gattuso allenatore. Benissimo in Lega Pro, col secondo posto che poi valse la finale playoff e quindi la promozione in B. L'anno dopo, meno bene ma non per sue colpe: a Pisa succede di tutto, la società fallisce e poi cambia proprietà, a fine anno la squadra retrocede. E Gattuso? Può sembrare paradossale, ma tiene la squadra in ordine finché le cose a livello societario vanno male. Quando riesce a trasferire ai giocatori la sua qualità principale: la grinta. Poi arrivano gli stipendi (il riferimento al 6 e al 7 del mese non sarà stato casuale, e anche quello dice molto della sua carriera da tecnico), che diventano un'arma a doppio taglio, con Verna & co che non indovinano più una partita da lì alla fine della stagione.

Grecia, Svizzera, Lega Pro e Serie B: Gattuso difende la sua carriera, come è giusto che sia. Però il suo curriculum da tecnico non è quello di un allenatore del Milan, se tralasciamo gli anni recenti. È un dato di fatto, da cui lo stesso Ringhio può partire: accettare i limiti del proprio passato, per trasferire a giocatori apparsi senz'anima nelle ultime uscite quella rabbia che può fare la differenza nella rinascita rossonera.


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