La tragedia
di Eracle, scritta da Euripide, messa in scena dagli allievi del master della
Scuola di Recitazione “Mariangela Melato” del Teatro Stabile di Genova ha
debuttato ieri sera, mercoledì 8 novembre, al Teatro Duse.
9-11-2017
Euripide,
sempre così attento alla psicologia dei personaggi e concentrato ad analizzare
gli effetti del thumòs che si agita dentro ciascuno di noi, fu il primo a
mettere in scena uno dei momenti più scabrosi del mito di Eracle. L’eroe, da
sempre odiato da Era viene da questa indotto ad uccidere i suoi figli credendo
di avere davanti i figli di Euristeo, suo nemico che gli aveva imposto le
fatiche, e si rende assassino anche della moglie Megara. Tornato in sé capirà che l’ultima sua prova,
la fatica più grande, sarà proprio quella di vivere il resto dei propri giorni
nella consapevolezza di aver commesso il più atroce dei delitti.
Massimo
Mesciulam, regista dello spettacolo, spiega la scelta di mettere in scena questa
tragedia di Euripide: «Eracle rappresenta l’amicizia e la visione laica e
moderna di Euripide. I classici greci sono sempre universali, ci parlano in
modo diretto, senza le lenti deformanti della psicologia, è l’umanità allo
stato puro. Ho scelto Eracle sia per interesse drammaturgico sia pedagogico
relativamente alla formazione degli attori, in quanto pone problemi
tecnico-artistici importanti, a partire dal linguaggio alto e lontano da noi».
«Un testo
tanto contemporaneo ed universale da mettere a nudo lo scheletro fondamentale
dell’esperienza umana. – continua Mesciulam – Qui ci sono anche emozioni
estreme, gente impazzita, uomini che uccidono i figli, madri che li divorano,
il che, come ben sappiamo, succede anche nella contemporaneità. Dovremmo avere
una democrazia dentro di noi, ma alle volte entra a si instaura una tirannide
che non riusciamo a controllare».
L’adattamento
di Mesciulam che risolve la tragedia in un’ora e mezza di spettacolo è molto
coralizzato, per dare l’idea di una società in cui l’individuo rispetto al
resto delle persone ha confini più sfumati, come fosse un organismo che si
articola in più personaggi. Il regista insiste molto sul personaggio di Eracle
ed insiste sul termine “sfortunato”, tanto che il sottotitolo potrebbe essere
“Eracle, lo sfortunato”, il cui sforzo maggiore, nonchè l’ultima fatica, è
quella di combattere contro l’autodistruttività. Mesciulam ha cercato, senza
alcuna protezione da effetti teatrali ed ultilizzando solo i corpi degli
attori, di realizzare quella precisa storia di Euripide. I 10 giovani attori
sono tutti bravissimi a creare la magia e l’illusione delle cose, ed il
pubblico è lasciato libero di attribuire quel qualcosa in più in base alla
propria immaginazione.
E così
l’officina artistica da cui, per restare al recente passato, sono “usciti” nomi
come Tullio Solenghi, Elisabetta Pozzi, Enrico Campanati, Valerio Binasco e il
drammaturgo Fausto Paravidino, torna a presentare i suoi migliori allievi che
in questo caso sono Giuseppe Brunetti, Roberta Catanese, Fabrizio Costella,
Valentina Favella, Gabriele Furnari Falanga, Riccardo Marinari, Silvia
Napoletano, Matteo Palazzo, Francesco Patané, Alessandro Pizzuto che recitano,
danzano e suonano con grande maestria, dimostrando ancora una volta quanto
pregiata sia la preparazione che offre la Scuola dello Stabile di Genova.
Lo
spettacolo viene replicato fino 12 novembre al Teatro Duse.
A partire
dal 14 novembre, si sposta nella Sala Mercato dell’Archivolto, dove resta in
scena per tre repliche fino al 16 novembre.
Eracle di
Euripide
AL DUSE E
ALLA SALA MERCATO
Dall’8 al 12
novembre e dal 14 al 16 novembre fuori abbonamento
info:
www.teatrostabilegenova.it
Francesca
Camponero
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