Il
presidente della Podistica Copertino ha percorso in 97 ore e 53 minuti i 490
chilometri della gara più lunga al mondo
Andrea Morrone - 22 novembre 2017
LECCE – Ci
sono imprese che devono essere raccontate e tramandate, storie che rimangono
impresse nel corpo e nell’anima, sfide leggendarie scritte con l’inchiostro
della fatica e dalla passione, che fanno venire i brividi e riempiono gli occhi
di lacrime. Oggi, 22 novembre 2017, alle 7.53 italiane, si è conclusa la grande
avventura di Dario Della Pace, 57enne ultramaratoneta di Copertino, uno dei
tredici atleti (terzo degli italiani) al traguardo della Phidippides Run, la
corsa più lunga al mondo, conosciuta come ASA, ossia Atene-Sparta-Atene. Un
tragitto di 490 chilometri da percorrere nel minor tempo possibile, rispettando
check point rigorosi, con un limite massimo prestabilito di 104 ore, cioè 4
giorni e 8 ore. Dario ha compiuto l’intero percorso in 97 ore e 53 minuti,
scrivendo il suo nome nell’élite dei grandi atleti mondiali.
Una sfida
massacrante (con ventotto atleti al via e 15 ritiri), in cui il 57enne di
Copertino ha dovuto fare i conti con le prime 48 ore flagellate dal maltempo,
con temperature rigide (vicino allo zero nelle ore notturne) e vento e pioggia
che hanno messo a dura prova la tempra degli atleti in gara, costringendo Della
Pace a far ricorso all’assistenza sanitaria per curare le dolorosissime
vesciche e una caviglia malandata. Il presidente della Podistica Copertino,
però, non ha mai mollato, stringendo i denti e proseguendo verso la sua
impresa, passo dopo passo, senza mai vacillare. Domenica sera, alle 21
italiane, l’arrivo a Sparta al cospetto della statua di Leonida, fiero sul suo
piedistallo che pronuncia la celebre frase Molòn Molon-2labé (letteralmente
“vieni a prendere”), la più classica espressione di sfida, pronunciata secondo
Plutarco per la prima volta dal re di Sparta in risposta alla richiesta di
consegnare le armi avanzata dal re persiano Serse durante la battaglia delle
Termopili. Un bacio al piede dell’antico guerriero, come vuole la tradizione, e
poi si torna indietro, con altri 245 chilometri da percorrere e una montagna da
scalare, su sassi scivolosi e fra cespugli traditori in salita e in discesa,
solo con la tua piccola lucina frontale. Un viaggio dentro una terra in cui
tutto è eroico, mitico, leggendario. Ma soprattutto un viaggio dentro di sé,
superando i propri limiti e le proprie paure, sfidando le leggi del corpo e
della fisica, imparando come la mente sia capace di dominare il fisico.
L’Asa,
giunta alla sua terza edizione, è molto più di una gara, è una sfida con se
stessi, in cui la passione, la forza di volontà e la determinazione superano
ogni immaginabile aspettativa, in cui si spinge il proprio corpo e la propria
mente oltre i limiti del possibile. Alle spalle del presidente della Podistica
Copertino una preparazione massacrante per preparare il fisico a limitare
drasticamente le sue necessità fisiologiche, non ultimo il ritmo sonno-veglia
che ha un ruolo quasi fondamentale. Ore, ore e ore di corsa, nelle diverse
fasce orarie, dieta, palestra, stile di vita rigoroso, sono solo alcune
sfaccettature che possono rendere l'idea di quanta disciplina, sacrificio,
dedizione e determinazione ci debba essere dietro a sfide del genere. Una corsa
epica, sulle orme di Fidippide, l’emerodromo (portatore di messaggi) inviato
dal consiglio ateniese a richiedere l'aiuto degli spartani per combattere i
persiani.
Una gara leggendaria
che Dario ha percorso con il supporto di due straordinari amici, Gianni
Muscella e Fernando Re, che lo hanno accompagnato offrendogli il supporto
obbligatorio per regolamento e fissato a tappe prestabilite, a non meno di 7
chilometri di distanza Amici-2-2l'una dall'altra. Perché se non hai amici,
miti, ricordi, mani da afferrare, storie da inventare, corpi da stringere e
abbracciare, non ne vieni fuori, Non vinci, non arrivi alla meta. La corsa è
urlo, silenzioso, dentro di te. Un urlo lungo 2500 anni. La corsa è una storia
da copiare, come amanuensi della fatica. La corsa è il viaggio. Si fugge per
arrivare. Per capire che alla fine non si è più gli stessi. Si corre, si
cambia, si diventa. Ad accompagnarlo idealmente anche tutti gli amici della Podistica
Copertino, che hanno sofferto e fatto il tifo per lui, e tanti podisti che con
la sua impresa si sono emozionati e hanno sognato di attraversare la Grecia.
Con le sue immagini Dario ha commosso ed entusiasmato, portando onore e gloria
a tutto il Salento, come solo i grandi guerrieri sanno fare. Per lui i
complimenti anche del sindaco di Copertino, Sandrina Schito: “Congratulazioni
per la straordinaria impresa sportiva di Dario Della Pace. In attesa di un
incontro ufficiale in municipio, tutta la città abbraccia, orgogliosa, il suo
concittadino con emozione”. Grazie e onore a te Dario.
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