Hanno
aiutato riforme, ma non Paese a tornare sui mercati
BRUXELLES -
I programmi Ue di risanamento economico della Grecia hanno fornito stabilità
finanziaria nel breve periodo e hanno reso possibile alcuni passi in avanti in
materia di riforme, ma hanno contribuito solo in misura limitata alla ripresa
della Grecia e, a metà del 2017, non erano riusciti a ripristinare la capacità
del Paese di finanziarsi sui mercati. Lo afferma in un rapporto la Corte dei
conti europea.
16 novembre 2017
Il primo
programma per la Grecia, nel 2010, ammontava a 110 miliardi di euro, e i due
successivi a 172,6 miliardi di euro (2012) e 86 miliardi di euro (2015).
L'obiettivo era ridare stabilità economica, coprendo il fabbisogno in cambio di
riforme strutturali di ampia portata, evitando in tal modo il
"contagio" degli altri paesi dell'area dell'euro. "Questi
programmi hanno promosso le riforme e hanno impedito il default della Grecia.
Ma la capacità del paese di finanziarsi integralmente sui mercati finanziari
rimane problematica", ha detto Baudilio Tomé Muguruza, responsabile del
rapporto. In sostanza, la Corte accusa la Commissione di non aver inserito i
programmi in una strategia più ampia per la Grecia, e di averli fondati su
ipotesi macroeconomiche "scarsamente giustificate".
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