Riforme con gravi effetti collaterali. Una nuova classe sociale è emersa
in Grecia dalla crisi economica: i lavoratori poveri. Donne e uomini esperti,
per lo più laureati, che cercano di sbarcare il lunario con lavori mal pagati.
Il rapporto esclusivo pubblicato dal settimanale tedesco “Der Spiegel” e
ripreso dal blog “Keep Talking Greece” evidenzia come i cosiddetti lavoratori
“poveri” abbiano redditi inferiori a una determinata soglia di povertà.
Tra le storie raccontate, c’è quella di Stelina Antoniou, 24 anni,
laureata, che lavora tre giorni alla settimana come barista al Royal Theatre di
Salonicco. Spesso lavora 12 ore per turno, per un guadagno di circa 240 euro
netti al mese.
“L’unica ‘consolazione’ è che non devo pensare a come spenderò i soldi che
guadagno, dato che mi basta appena per mangiare“, dice Stelina.
Ha studiato letteratura e lingua greca, ma l’unico lavoro che ha trovato è
stato questo. “Questo è il lavoro e il denaro che ti viene offerto in Grecia al
giorno d’oggi, se hai meno di 25 anni”, ha detto ancora la 24enne.
La giovane condivide un appartamento con un’amica di 22 anni che guadagna
uno stipendio simile al suo svolgendo la professione di domestica. Le due
ragazze mettono insieme i loro soldi per poter pagare le bollette. “La nostra
priorità è riuscire a pagare la bolletta del riscaldamento”.
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