L'agata incisa, dopo essere stata ripulita - JEFF VANDERPOOL / UNIVERSITY OF CINCINNATI
In una tomba
di quasi 3.500 anni fa è stata rinvenuta una pietra preziosa che reca
un'incisione finissima, con tre guerrieri come protagonisti: una scena che
ricorda quelle cantate da Omero.
Due anni fa
gli archeologi impegnati negli scavi di una tomba a Pylos, una storica città
sulla costa sudoccidentale della Grecia più volte citata nei poemi omerici, si
imbatterono in un piccolo oggetto incrostato, lungo meno di 4 cm e di forma
ovale, simile a una grossa perla.
Non
riuscendo a decifrarlo, lo lasciarono da parte per concentrarsi sugli altri
tesori rinvenuti nel sepolcro appartenuto a un antico guerriero morto intorno
al 1450 a.C., uno dei ritrovamenti più importanti compiuti in Grecia negli
ultimi decenni.
La pietra
ancora incrostata, poco dopo il ritrovamento. - ALEXANDROS ZOKOS/UNIVERSITY OF
CINCINNATI
UN PICCOLO
CAPOLAVORO. Ma poi, ripulita la sporcizia, l'oggetto misterioso si è rivelato
una pietra preziosa, incisa con precisione mirabile: un frammento di agata
decorato con una scena di combattimento tra tre guerrieri. Uno sta per
infilzare con la spada l'avversario, che si copre invano con lo scudo. Un terzo
giace a terra, senza vita, in una rappresentazione che ricorda un momento
drammatico dell'Iliade, o dell'Odissea, di Omero.
L'oggetto -
come spiegano gli archeologi dell'Università di Cincinnati - è montato per
essere indossato al polso come un orologio, e il guerriero che impugna la spada
nell'incisione ne sfoggia uno simile.
Il dettaglio
della scena, in un disegno ingrandito. | TINA ROSS/UNIVERSITY OF CINCINNATI
DUE DOMANDE.
Due sono i misteri che riguardano la pietra: come è stato possibile decorarla
così nel dettaglio (e dove, a quell'epoca)? Ed è davvero una scena dei poemi
omerici, quella rappresentata?
STATUS
SYMBOL. Il Guerriero del Grifone, l'uomo sepolto nella tomba insieme alla
pietra, morì attorno al 1450 a.C., in un periodo cruciale di transizione in cui
l'eredità della civiltà minoica si stava trasferendo da Creta all'interno del
Peloponneso. I capi locali, come il nostro guerriero, esibivano oggetti di fine
artigianato come questo per mostrare di appartenere alle élite del potere.
DA
CONSUMARSI GLI OCCHI. Per la qualità della lavorazione, la pietra non poté che
essere incisa a Creta: a quell'epoca in nessun altro luogo della Grecia era
possibile una simile maestria. Il dettaglio nei particolari fa pensare che sia
stata usata una lente di ingrandimento, anche se gli archeologi non ne hanno
mai trovate. Altri hanno ipotizzato che l'incisore fosse miope e quindi
costretto a lavorare da vicino, ma pare più improbabile. La pietra reca una
riproduzione in piccolo di una scena su larga scala, forse dipinta a parete,
come quelle che decoravano il Palazzo di Cnosso a Creta.
CRONACA
PUNTUALE? La relazione con i poemi omerici appare più complicata. I due
guerrieri sconfitti nel disegno appartengono allo stesso esercito (sono vestiti
allo stesso modo), e il significato della scena era probabilmente ben noto
nell'iconografia minoica. Ma se un tempo si pensava che l'Iliade raccontasse
eventi storici, che ci si affrettava a riconoscere nei vari reperti rinvenuti,
ora si procede con maggiore cautela.
Si ritiene
che i poemi omerici riportino secoli di tradizione orale, e che la distruzione
di Troia avvenuta nel 1.200 a.C. possa essere rimasta impressa nella narrazione
comune per circa 500 anni, prima che queste opere fossero messe per iscritto,
nel 700 a.C..
PATRIMONIO
COMUNE. La sepoltura del Guerriero del Grifone precede la caduta di Troia, ed è
ancora più distante, nel tempo, dalla stesura dei poemi omerici. Tuttavia si
pensa che le narrazioni orali su cui essi si basano risalgano ai tempi
dell'introduzione della Lineare B, il primo sistema di scrittura greco adattato
dalla Lineare A minoica dai Micenei.
Le più
antiche attestazioni di Lineare B risalgono al 1450 a.C., il tempo del nostro
guerriero: può darsi, perciò, che le tradizioni orali alla base di Iliade e
Odissea fossero già diffuse alla sua epoca. Non si può quindi dire che l'eroe
nella scena sia Achille, o Ettore; è però probabile che il disegno si richiami
a un ciclo di storie familiare a Minoici e Micenei.
ELISABETTA INTINI
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