Selezione di
frasi e battute divertenti di Marcello D'Orta (Napoli 1953-2013), docente e
scrittore italiano. Marcello D'Orta è diventato noto al grande pubblico con la
pubblicazione, nel 1990, del libro Io speriamo che me la cavo, una raccolta di
sessanta temi svolti da bambini di una scuola elementare della città di Arzano,
in provincia di Napoli. Da questo libro è stato tratto il film omonimo del
1992, interpretato da Paolo Villaggio e diretto da Lina Wertmüller.
Le seguenti citazioni di Marcello D'Orta, oltre che da Io speriamo che me la cavo, sono tratte dai libri: Dio ci ha creato gratis (1992) e Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso (1993).
Io speriamo
che me la cavo
Sessanta
temi di bambini napoletani
© Mondadori
1990 - Selezione Aforismario
A me non mi
interessa io che mestiere farò da grande, basta che guadagno.
A me io lo
sport che preferiscolo e il calcio, perche si segnano molti gol, mentre nelo
sci e nel cavallo non si segna neanche un gol.
Al Nord il
maltempo è sempre cattivo, piove e nevica sempre, le persone si svegliano
umide.
I buoni
rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un pò ridono e un pò
piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la
cavo.
Il mondo fa
schifo, io non ho paura a dirlo, perché sono il capoclasse, e certe cose posso
dirle.
Io penzo (e
credo) che la donna deve essere uguale a l'uomo, perché non è giusto che non è
uguale. L'8 Marzo la donna deve essere uguale, all'uomo!
Io
preferisco la fine del mondo, perché non ho paura, in quanto che sarò già morto
da un secolo.
Io la mamma
se non ci sarebbe la inventassi perché sennò come faccio a sapere da chi sono
nato?
Io vorrei
che il telegiornale non lo farebbero giusto quando noi mangiamo, ma un po' più
tardi, così mangiassimo in santa pace!
La mamma è
una cosa seria. Essa si sacrifica da quando noi nasciamo. Essa produce il latte
per noi. Quando siamo piccoli produce il latte, perché è un mammifero: per ciò
si chiama mamma.
La mia casa
è tutta sgarrupata, i soffitti sono sgarrupati, i mobili sgarrupati, le sedie
sgarrupate, il pavimento sgarrupato, i muri sgarrupati, il bagnio sgarrupato.
Però ci viviamo lo stesso, perché è casa mia, e soldi non cene stanno. Mia
madre dice che il Terzo Mondo non tiene neanche la casa sgarrupata, e perciò
non ci dobbiamo lagniare.
La pioggia è
benefica, perché fà parte del ciclo dell'acqua. Il mare bolle sotto i raggi del
sole, e poi evaqua, e si trasforma in nuvole che si trasformano in pioggia.
Non si
trovava pace all'epoca primitiva. In famiglia si litigava sempre, ed erano
tutti sporchi. Non si lavavano. Non si pettinavano. Non si facevano la barba.
Neppure le donne.
Mia madre
dice che il Terzo Mondo non tiene neanche la casa sgarrupata, e perciò non ci
dobbiamo lagniare: il Terzo Mondo è molto più terzo di noi!
Noi siamo
felici quando mangiamo. Quando viene mio zio che fa il carabbiniere, vuole
sempre che io mi lavo le mani, prima di mangiare, ma io faccio finta di andare
nel bagnio, perché mi sfotto di lavarmi le mani!
Per il
[[maiale] l'inverno è una brutta stagione. A Gennaio, quando è diventato ben
grasso, suona la sua ultima ora. Lui è come se sentisse una voce nell'aria che
gli dice: «Ti vogliono scannare! ti vogliono scannare!», e allora punta i piedi
a terra come gli asini, e cerca di non farsi scannare. Però l'uomo viene lo
stesso, e lo trascina, lo batte, gli storzella la coda, e alla fine lo uccide.
Dopo che lo ha ucciso, neanche è contento! Lo taglia in mille parti, e lo
trasforma in salcicce, prociutto, lardo, còtena, soprassata, piede di porco,
sanguinaccio, strutto, persino spazzolino da denti.
Quando
Garibardi divenne re d'Italia, ai 1000 li fece diventare: a chi principe, a chi
cavaliere, a chi onorevole. A quelli che avevano sparato male non so che li fece
diventare, forse facchini.
Quando io
correvo sulla spiaggia tutta la rena andava in faccia ai signori che dormivano,
e quelli gridavano. Ma a me che me ne fotte? io correvo!
Se devo dire
la verità, ma proprio la verità, a me il telegiornale dell'una mi piace, perché
non lo vedo in quanto esco da scuola a più dell'una.
Un povero
che chiede la carità a Milano, non è di Milano, è di Foggia.
I buoni
rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un pò ridono e un pò
piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo
che me la cavo. (Marcello D'Orta)
Dio ci ha
creato gratis
Il Vangelo
secondo i bambini di Arzano
© Mondadori
1992 - Selezione Aforismario
Dio ci ha
creati per spedirci con calma in Paradiso.
Dio ci ha
creati perché ci voleva più bene di prima.
Dio ci ha
creato gratis.
Dio creò il
creato in sette giorni, come la settimana.
Dio ha
creato pure i negri, solo che loro non lo sanno.
Dio ha fatto
bene a crearci, solo che ha esagerato un po'.
Dio prima
creò l'uomo e poi lo addomesticò.
Dio ci creò
antichissimi.
Ma se Dio
sapeva che la maggior parte andava all'Inferno, perché ci ha creati?
O Dio o un
altro, qualcuno ci doveva creare...
Quando voi
avete spiegato perché Dio ci ha creati, io ero assente.
Se ci ha
creati Dio perché a mio fratello l'hanno messo in colleggio?
Se Dio ci ha
creati sono cazzi suoi.
Adamo ed Eva
erano una bellissima coppia, ma furono sfortunati con i figli. Due che ne
fecero, uno fu un assassino e un altro morto.
Adamo e Deva
vivevano sempre nel Paradiso terresto anche nei giorni feriali. Erano molto
felici e ridevano sempre, come Al Bano e Romina Pauer.
I dieci
comandamenti li ebbe Mosè per gli uomini, per non fargli commettere più
peccati. Prima dei dieci comandamenti non cene era neanche uno e non si sapeva
a chi dare ragione. Ognuno faceva a testa sua e c'era molta confusione in giro.
A me il
comandamento numero 6 mi fa ridere.
Gesù bambino
nacque alla vigilia di Natale, a mezzanotte in punto.
Io vorrei
che Gesù non moriva mai. Se c'ero io a Ponzio Pilato gli facevo una mossa di
karaté.
I bambini
piccoli non rubano, non dicono le parolacce e le bestemmie, non uccidono e non
fanno venire le guerre. Se il mondo sarebbe tutto di bambini piccoli sarebbe un
mondo bellissimo, come quando c'era Adamo ed Eva prima della mela.
Per me il
miracolo più grande Gesù l'ha fatto quando si è risorto da solo senza l'aiuto
di nessuno.
L'anima non
si può dire cos'è perché non si vede. L'anima è quello che ognuno crede che è.
Romeo e
Giulietta si fidanzarono dal basso
L'amore e il
sesso: nuovi temi dei bambini napoletani
© Mondadori
1993 - Selezione Aforismario
Chissà chi
glielo disse, ad Adamo ed Eva, come si faceva.
I miei
genitori non mi hanno mai parlato di sesso perché dicevano sempre che ero
troppo piccola. E adesso ancora non me ne parlano perché dicono che ormai sono
grande e già lo so.
Io, come
escono i figli dalla pancia l'ho capito, è come entrano che non l'ho ancora
capito.
La
differenza più sostanziale fra uomo e donna è che l'uomo fa i figli e la donna
li subisce.
Le
differenze fra uomo e donna sono moltissime. Innanzitutto se un uomo nasce
uomo, la mamma è più felice, perché se è donna, va bè, è sempre meglio di
niente ma l'uomo è un'altra cosa.
Le
differenze tra uomo e donna sono che l'uomo ha sempre contato qualcosa e la
donna mai niente.
Le donne,
gli uomini non le hanno mai considerate: per esempio non le hanno mai fatte
diventare Papa, neanche per curiosità.
Tutte le
mamme che conosco io, prima di essere mamme sono state incinte, tranne una,
Filomena, che per non faticare troppo il figlio se l'è adottato.
Io so
moltissime cose sugli atti impuri, ma mi vergogno di dirle alle elementari. Al
massimo le dirò in seconda media.
Libro di
Marcello D'Orta
Io speriamo
che me la cavo
Editore:
Mondadori, 1990
Sessanta
temi di bambini napoletani è un libro scritto nel 1990 dal maestro elementare
Marcello D'Orta nella forma di una raccolta di sessanta temi svolti da ragazzi
di una scuola elementare della città di Arzano, in provincia di Napoli, che
raccontano con innocenza, umorismo, dialettismi (e infiniti errori
grammaticali, appositamente non corretti) storie di vita quotidiana.
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