Il diario di un giovanissimo ufficiale volontario, prima spettatore
della mancata difesa di Rodi, poi in missione ad Alessandria d'Egitto presso i
comandi britannici, infine prigioniero in campi di concentramento tedeschi.
È difficile, qualche volta, dover dare in una breve
sintesi il quadro che viene descritto in un libro, specie quando quest'ultimo
tratta di una vicenda personale, ed è una testimonianza vissuta, sofferta, come
una ferita non ancora chiusa; perché l'Autore, la cui educazione ebbe luogo in
Belgio, fu tra quei pochi, giovanissimi volontari, che la guerra la vollero
fare mantenendo sempre la testa alta e fede al giuramento prestato.
Abbandonati gli studi d'ingegneria, sottotenente di
complemento nell'artiglieria, venne a trovarsi, per un seguito di circostanza
fortunose, prima impotente spettatore della mancata difesa di Rodi dopo l'8
settembre, poi in missione ad Alessandria d'Egitto per prendere contatto con i
comandi britannici e, infine, rimandato da questi a Lero, dove si consumò una
tragedia: quella dell'annientamento sistematico delle difese italiane della
Marina, del sacrificio di irlandesi, britannici, maltesi in una disperata
quanto inutile battaglia contro le migliori truppe d'assalto tedesche incaricate
di «ripulire» il Dodecaneso, appoggiate alla Luftwaffe che fece terra bruciata
dell'intera isola prima di sbarcarvi i suoi paracadutisti; tra le figure di
maggior spicco, in primo luogo quella dell'ammiraglio Luigi Mascherpa, poi
messo a morte da un tribunale militare fascista, e quella dell'imperturbabile e
flemmatico generale di brigata Robert Tilney, ai cui ordini operavano le truppe
inglesi e del Commonwealth nonché effettivo comandante della divisione Regina,
non impiegata, per insondabili ragioni, nella difesa dell'isola.
In questa cornice, in cui si inseriscono le parti
documentali dell'Ufficio Storico della Marina Militare, la narrazione
dell'Autore sembra privilegiare il particolare minuto, la figura intravista un
istante, le bizze di un capitano o lo scempio fatto dai locali delle risorse
dell'Aeronautica Regia a Rodi; si tratta di un composito mosaico in cui la
storia, quella con la S maiuscola, corre come un filo sotterraneo che tutto
collega e che rivela amare e tristi verità: ogni cosa, vista attraverso gli
occhi di un giovanissimo ufficiale, assume una sua rilevanza e mette a nudo le
contraddizioni di un armistizio, il disinteresse di alcuni alti ufficiali, la
prodigiosa volontà di resistere dei marinai posti a difesa delle barriere costiere.
Il pathos, nella volontà dell'Autore, s'accompagna allo
sguardo disincantato di chi ha già compreso ogni cosa prima che i giochi siano
fatti; uno sguardo talvolta ironico, poiché la dura realtà della guerra ha
anche, come nell'Avventuroso Simplicissimus, i suoi risvolti paradossali se non
proprio comici.
L'autore
Giuseppe Corrado Teatini, d'origine umbra, nato nel 1922,
ingegnere, capitano di complemento, ha partecipato alla guerra balcanica e alle
vicende del Dodecaneso; decorato di croce al V.M., subì, dopo la resa di Lero,
la prigionia in campi di concentramento tedeschi in Polonia e nella stessa
Germania. Venne liberato solo nel settembre del 1945. Fu il più giovane
ufficiale incaricato di una missione delicata presso i comandi britannici ad
Alessandria d'Egitto. Attualmente si occupa di
automazione industriale.
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