Dopo un’annata
assai problematica condita da incomprensioni a Milano, Atene e Gerusalemme un
indubbio talento del nostro basket torna nel campionato di Serie A vestendo la
maglia della Virtus Bologna. Una grande chance per Alessandro Gentile o non
vuol lasciarsi scappare pensando sia alla propria carriera ed a quanto potrà
fare con la maglia della Nazionale, vista la sua assenza agli Europei 2017.
30 settembre 2017
“Sarà una
stagione importante con grandi ambizioni sia a livello personale che
collettivo. Vorrei fosse vincente, la mia aspirazione è portare la Virtus a
essere protagonista dopo la promozione dell’anno scorso, ricordandoci da dove
partiamo, da neopromossi. L’avvio di stagione è sempre delicato: ci sono
acciacchi, chi torna dalle Nazionali, si è assieme da poco. Aspettiamo un po’
prima di formulare giudizi“, le parole del giocatore azzurro, intervistato
sulla Gazzetta dello Sport
Un’occasione
speciale per Alessandro che potrà giocare anche insieme a suo fratello Stefano
quest’anno: “E‘ il massimo: ho sempre inseguito quest’esperienza. Averlo fatto
in Nazionale e ora con la Virtus mi rende fiero. Stiamo insieme tutto il
giorno”. E poi sul rapporto con coach Ramagli: “E’ molto buono, è stato molto
chiaro con me: mi ha chiesto di essere positivo all’interno del gruppo e in campo
di creare vantaggi per tutti”.
Sugli
obiettivi di squadra, il 24enne di Maddaloni ha dichiarato: “E’ molto
stimolante per noi giocatori avere obiettivi ambiziosi ed avere una proprietà
che ci motiva in questo senso. Noi dobbiamo concentrarci però sul presente
senza dimenticare da dove partiamo. Milano ha fatto una campagna acquisti molto
importante acquistando tanti grandissimi campioni. Venezia si confermerà ai
vertici. Trento ha mantenuto l’ottimo impianto della scorsa stagione, Avellino
è da anni ai vertici. Sarà un campionato competitivo, anche se ancora presto
per dirlo“.
E poi
Alessandro si è soffermato sulle due esperienze poco fortunate con il
Panathinaikos e con l’Hapoel
Gerusalemme: “Ci sono stati tanti episodi a cui ancora oggi non so dare una
spiegazione, però la lezione mi è servita. Non entro nel merito di chi ha
ragione o torto, quando succedono queste cose ognuno ha le proprie
responsabilità. Ad Atene è stata un’esperienza dura ma senza recriminazioni. So
di aver giocato molto al di sotto di quello che si aspettavano da me, quindi ho
capito la scelta dell’allenatore che è stata puramente tecnica. Mentre a
Gerusalemme ho vissuto un momento particolare. Ho avuto la fortuna di passarlo
con mia madre che è venuta con me. Sono dovuto andar via per un lutto e non per
altri motivi. Mio nonno è morto mentre stavo tornando a casa. Prendo il meglio,
dunque di queste esperienze”.
Infine sulla
Nazionale: “Sono rimasto molto male per non aver neanche avuto la possibilità
di guadagnarmi il posto, anche se comprendo la scelta fatta. Ora con le tante
defezioni la situazione cambierà. Con Sacchetti ho parlato alla presentazione
del campionato, mi ha detto che ci saremmo sentiti più avanti“.
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