Lo Stato cretese (in greco Κρητική Πολιτεία) fu istituito nel 1898, a seguito dell'intervento da parte
delle grandi potenze sull'isola di Creta.
Nel 1897 un'insurrezione aveva indotto l'Impero
ottomano a dichiarare la guerra al Regno
di Grecia, spingendo il Regno
Unito, la Francia, l'Italia e la Russia ad intervenire sulla base del fatto che
l'Impero ottomano non poteva più mantenere il controllo.
Istituzione dello Stato cretese Entro marzo 1897, le grandi potenze avevano deciso di
ripristinare l'ordine nell'isola che fu sottoposta ad un comitato di quattro
ammiragli. Il comitato rimase in carica fino all'arrivo del principe Giorgio, figlio del re di Grecia Giorgio I, come primo alto
commissario (in greco: Αρμοστής) di una sorta di
governatorato di Creta, il 9 dicembre 1898. Le forze turche erano state espulse nel
corso del 1898, e fu istituito uno Stato autonomo di Creta, rimasto tuttavia
formalmente sotto la sovranità ottomana. L'ordine era garantito da una forza
militare internazionale.
Rivolta Therisos Il 13 dicembre 1898, il principe Giorgio di Grecia era arrivato
nell'isola con un incarico di tre anni come alto commissario. Il 27 aprile1899 venne creato un "comitato
esecutivo", di cui fece parte un giovane cretese di La Canea, Eleutherios
Venizelos,
come ministro della Giustizia. Tra il 1900, Venizelos e il principe entrarono
in contrasto su numerose questioni di politica interna e sulla questione dell'Enosis,
l'unione con la Grecia.
Venizelos
si dimise nei primi mesi del 1901, e per i successivi tre anni, lui e i suoi
sostenitori condussero un'aspra lotta politica contro il governo dell'alto
commissario, portando ad una situazione di stallo politica e amministrativa.
Nel marzo del 1905, Venizelos e suoi
sostenitori, riuniti nel villaggio di Theriso, sulle colline fuori La Canea, costituirono
una "Assemblea rivoluzionaria", che chiese riforme politiche e si
pronunciò a favore dell'unione di Creta con la Grecia come un unico libero
Stato costituzionale in un manifesto. La gendarmeria cretese rimase fedele al
principe, ma numerosi deputati aderirono alla rivolta, e nonostante la
promulgazione di una legge straordinaria il 18 luglio le forze militari non
intervennero contro i ribelli. Il 15 agosto, l'Assemblea cretese votò a favore
delle proposte di Venizelos, e le grandi potenze negoziarono un accordo, in
base al quale il principe Giorgio si sarebbe dovuto dimettere e sarebbe dovuta
essere promulgata una nuova costituzione. Nel 1906 alle elezioni il principe Giorgio
ottenne la maggioranza, con 38.127 voti, contro i 33.279 di Venizelos, ma nel
settembre del 1906 venne sostituito
dall'ex primo ministro greco Alexandros Zaimis e lasciò l'isola.
Funzionari greci sostituirono gli italiani nella organizzazione della
gendarmeria, e fu iniziato il ritiro delle truppe straniere dall'isola,
lasciando Creta de facto sotto il controllo greco.
Unione con la Grecia Il 24 settembre 1908, approfittando delle agitazioni interne in
Turchia, e di una vacanza di Zaimis lontano dall'isola, i deputati cretesi
dichiararono l'unione con la Grecia. L'atto non venne tuttavia riconosciuto
internazionalmente fino al 1913, dopo le guerre balcaniche.
Con
il trattato
di Londra il
sultano Mehmet V rinunciò
formalmente ai suoi diritti sull'isola. In dicembre, la bandiera greca fu innalzata sulla fortezza Firkas di
Candia, alla presenza di Eleutherios
Venizelos e
del re di Grecia re
Costantino I.
La
minoranza islamica, inizialmente rimasta
sull'isola, fu successivamente trasferita in Turchia nel quadro di uno scambio generale di
popolazione concordato nel trattato
di Losanna del 1923 tra la Turchia e la Grecia.
Rivolta di Creta del
1897-1898
Antefatto La conquista di Creta da parte
ottomana avvenne nel 1669, con la
conquista di Candia (attuale
Iraklio), ponendo così fine al veneziano regno di Candia e divenendo una provincia dell'impero ottomano. Dopo che
la Grecia divenne
indipendente nel 1821, Creta
aspirò ad un'unione con essa, la popolazione dalla fine del XIX secolo si rivoltò
più volte contro i turchi le rivolte più feroci furono nel 1866, 1878 e 1897-1898, sperando
così di attirare l'attenzione delle grandi potenze in loro favore.
Soldati turchi ottomani a Creta nel1897-1898 con sullo
sfondo le bandiere delle grandi potenze.
Nel 1895 il
massacro degli armeni in Anatolia provocò un
forte choc nell'opinione pubblica internazionale
e le grandi potenze iniziarono ad interessarsi alla situazione di Creta. Il 3
febbraio 1895 dei
rappresentanti delle diverse province cretesi (Apokoronas, Kydoniai, Sphakia,Retimo e Aghios
Vasileios) si riunirono a Klema, presso La Canea, dove
redassero un memorandum che fu inviato alla Grecia e alle grandi potenze, dove
si domandava la designazione di un governatore cretese per l'isola e la
protezione da parte delle potenze internazionali.[1] Sull'isola,
per mostrare la sua buona volontà, la Sublime Porta rimpiazzò i governatori esistenti con il cretese Alexandre Karatheodoris.[2]
I cretesi d'origine greca furono favorevoli
a questa nomina, non i loro coisolani turchi, che si organizzarono in bande
terroristiche, perpetrando massacri di cristiani al fine
d'obbligare Karatheodoris alle dimissioni. In risposta, gruppi di cristiani effettuarono rappresaglie
contro i musulmani.
L'Assemblea chiese il ripristino delle clausole del Patto
di Halepa del 1878,
favorevole ai cristiani. Alexander Karatheodoris si dimise il 18 giugno 1895.
L'insurrezione del 1897 indusse l'Impero ottomano a dichiarare la guerra al Regno di Grecia,
spingendo il Regno Unito,
la Francia, l'Italia e la Russia ad
intervenire sulla base del fatto che l'Impero ottomano non poteva più mantenere
il controllo.
Entro marzo 1897, le
grandi potenze avevano deciso di ripristinare l'ordine nell'isola che fu
sottoposta ad un comitato di quattro ammiragli. Il comitato rimase in carica
fino all'arrivo del principe Giorgio, figlio del re di Grecia Giorgio I, come primo alto commissario (in grego:Αρμοστής) di una sorta di governatorato di Creta, il 9 dicembre 1898. Le forze
turche erano state espulse nel corso del 1898, e fu istituito uno Stato autonomo di Creta, rimasto tuttavia formalmente sotto la sovranità
ottomana in cui l'ordine era garantito da una forza militare internazionale.
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