In Grecia
l’eredità è diventata una fonte di spesa: nel triennio dal 2013 al 2016 si è
registrato un aumento del 50% dei cittadini che hanno rifiutato lasciti e
donazioni immobiliari
In Grecia,
adesso, persino l’eredità è diventata un onere insostenibile.
I dati parlano
chiaro: nel triennio dal 2013 al 2016 il numero dei cittadini che hanno
rifiutato lasciti e donazioni immobiliari è raddoppiato.
L’ennesimo
retroscena della crisi ellenica è svelato, dalle colonne de Il Venerdì di
Repubblica, dal giornalista Simone Porrovecchio che cita le stime ufficiali
diffuse dal Ministero della Giustizia greco. Secondo il Dicastero in questione,
infatti, solo nel 2016, sono state 54.422 le persone che hanno rinunciato al
patrimonio familiare con un aumento del 50% rispetto al 2015.
Cosa si cela
dietro a questi numeri? Tante storie di disagio quotidiano e l’inasprimento
dell’imposta sulle successioni. “È evidente che questi cittadini non vogliono o
non possono accollarsi gli oneri fiscali legati ai lasciti relativi,
soprattutto, ad immobili urbani e a proprietà terriere”, ha spiegato il
ministro della Giustizia, Stavros Kontonis, a Il Venerdì.
A questo fenomeno
fa da contraltare quello del crollo del costo delle locazioni. A tal proposito,
sono eloquenti le stime fornite dall’Agenzia statistica nazionale, secondo cui
il 41% dei nuovi contratti di affitto non prevede un corrispettivo mensile
bensì solo la copertura delle spese correnti: luce, gas e acqua.
Quindi,
paradossalmente, per una larga fascia di cittadini greci appare decisamente più
sostenibile rivolgersi al mercato privato delle locazioni rinunciando così al
diritto di proprietà sulla casa familiare.
Elena Barlozzari
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