Cari Italians,
sono tornato da una vacanza in Grecia e, precisamente, a Creta, con pause ad
Atene all’andata e al ritorno. Le sensazioni che abbiamo avuto sono certamente
influenzate dal fatto che abbiamo visitato luoghi turistici e non le aree più
povere, ma anche quando ho noleggiato una macchina e abbiamo attraversato la
parte montuosa e selvaggia dell’isola, non ho avuto sensazioni di miseria e
degrado.
Alberghi e ristoranti erano gradevoli, costavano un po’ meno che da noi, ed erano ben organizzati. Il personale era gentile e lavorava con entusiasmo. E dappertutto c’era gusto, fantasia e arredamento di design. Gli autobus erano nuovi ed efficienti, partivano e arrivavano in orario, e tutti pagavano il biglietto. Quasi tutti parlavano inglese, alcuni molto meglio di me, altri meno, ma lo parlavano. Certo si capisce che hanno preso un po’ troppo alla lettera le teorie di Keynes e per troppi anni hanno sostenuto l’occupazione con i lavori pubblici a debito. Mezzi di trasporto nuovi, alberghi ristrutturati, tante strade perfette. Quelle nei centri storici spesso lastricate in pietra. Sulle strade importanti, lungo la doppia riga continua ci sono milioni di catarifrangenti incassati nell’asfalto. Hanno asfaltato anche i viottoli. Lungo i marciapiedi, spesso ben costruiti in pietra pregiata, ci sono milioni di costosi paletti di protezione in ghisa, che in Italia manco ce li sogniamo. I lampioni stradali sono costosi e di design. Certo, alla fine gli interventi pubblici dovevano esaurirsi e la disoccupazione ora è alta. E sarebbe ancora più alta se negli anni passati non avessero mandato tanti in pensione prima del dovuto. Le promesse di Tsipras erano affascinanti, le sue azioni, deludono. Qualcuno rimpiange perfino i colonnelli “almeno allora rubavano in pochi. Ora rubano un po’ tutti …”. Purtroppo mi aspettavo che i greci fossero gli ultimi della classe e mi consolavo, mentre su tanti aspetti sono decisamente più bravi di noi italiani.
Luigi Lenzini, luigilenzini@fastwebnet.it
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