Ci sono progressi
«costanti», ma comunque non sufficienti. L’Europa accelera nella gestione dei
richiedenti asilo, ma gli Stati membri sono ancora lontani dagli impegni di
farsi carico dei migranti giunti in Italia e Grecia, e la Commissione chiede
ulteriori sforzi, su base mensile, per accelerare i ricollocamenti, in
particolare dal territorio italiano.
E’ quanto emerge nel nuovo rapporto della
Commissione sull’attuazione delle politiche di immigrazione, diffuso oggi. Dal
2 marzo, in poco più di un mese, le altre capitali sono venute in soccorso di
Roma e Atene prendendo 2.465 persone, pari al +27% rispetto all’ultimo
censimento degli smistamenti condotto da Bruxelles. E’ il nuovo dato record,
enfatizza l’esecutivo comunitario. Tutto questo è «una dimostrazione di
solidarietà» per il commissario per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che
invita però a «intensificare» ulteriormente gli sforzi.
Obiettivi
lontani, ma per l’Ue ancora raggiungibili
Nell’ultimo mese
il grosso dei richiedenti asilo è stato preso in consegna dalla Grecia (più di
1.600), il resto (poco più di 800) dall’Italia. In entrambi i casi i ritardi
sono evidenti: sono stati ricollocati 11.339 richiedenti asilo sui 63.302 della
repubblica ellenica, 5.001 sui 34.953 della repubblica italiana. In totale gli
Stati devono farsi carico di 120mila persone giunte in Italia e Grecia, nel
rispetto delle due decisioni successiva adottate dal Consiglio, l’insieme dei
Ventotto membri dell’Ue. Nel primo caso (luglio 2015) si era fissato il tetto a
40mila, nel secondo caso (settembre 2015) lo stesso tetto è stato portato a
quota 120mila. L’esecutivo comunitario è dell’idea che gli impegni contenuti
nella prima decisione possano essere rispetti, ma patto che da qui a settembre
vengano spostati 3.000 migranti al mese dalla Grecia e 1.500 dall’Italia. Il
rapporto invita perciò a mantenere impegni precisi su base mensile, aumentando
il numero dei migranti di cui farsi carico, accelerando le procedure e
riducendo i tempi di risposta delle richieste.
Si faccia presto
in Italia e con l’Italia
La Commissione
chiede esplicitamente alle autorità italiane di espletare i controlli dei
migranti più rapidamente. «Nel caso dell’Italia la registrazione e
l’identificazione di tutte le persone idonee al ricollocamento deve avvenire il
prima possibile», mette nero su bianco Bruxelles. Ma l’esecutivo comunitario
invita anche gli Stati a «una maggiore flessibilità», sempre nel caso
dell’Italia, circa la necessità di condurre interviste supplementari di
sicurezza.
Europa a più
velocità, ma comunque lenta (e divisa)
Sull’immigrazione
l’Europa procede in ordine sparso. Soltanto Malta e Finlandia stanno tenendo
fede agli impegni con la Grecia, gli altri sono indietro nei ricollocamenti.
Lussemburgo e Portogallo stanno mostrando progressi costanti nei confronti di
ellenici e italiani, mentre in Bulgaria, Croazia e Slovacchia si procede «su
base limitata». L’Austria ha annunciato che inizierà a rispettare gli impegni a
breve, mentre Ungheria e Polonia ancora si rifiutano di partecipare allo schema
europeo.
La nuova priorità
sono i minori
La Commissione
chiede poi di garantire, d’ora in avanti, protezione alle categorie «più
vulnerabili» di richiedenti asilo. La prima di queste è senza dubbio quella dei
bambini e dei minori non accompagnati. Si chiede la formazione di personale
dedicato esclusivamente a loro e la nomina di un ufficiale responsabile per i
minori in ogni hotspot, garantire per i più piccoli le adeguate condizioni di
accoglienza e assistenza, e intensificare lo scambio di informazione sui
bambini scomparsi. «Un richiedente asilo su tre è un bambino», ricorda
Avramopolos. «Serve una risposta più forte e completa». Il commissario per la
Giustizia, Vera Jourova, evoca la possibilità di individuare famiglie
affidatarie per i minori non accompagnati.
Emanuele Bonini
via La Stampa
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