Uno spazio ampio
e spoglio, compreso tra alte pareti bianche, la luce fredda cade dall’alto e
non incontra nessun ostacolo. Il vuoto è la condizione di partenza per ogni
storia, poi, di solito si riempie. E se invece fosse proprio il vuoto a
recitare la parte del protagonista?
È una delle
possibili domande poste da "Empty Pr(o/e)mises?”, call for proposal
indetta da Aikaterini Koskina, direttrice dell’EMST-Museo di Arte Contemporanea
di Atene, e Lanfranco Aceti, direttore del dipartimento di Arts Administration
alla Boston University, in collaborazione con MIT Press, che stamperà il
catalogo dei progetti vincitori. Il bando chiuderà ad agosto 2017 e prende le
mosse da una situazione ambigua, trasformata in occasione di confronto. Le sale
del museo ateniese hanno aperto nel 2014, al termine di un lungo restauro della
storica sede di produzione della birreria FIX. Un'ottima premessa ma i lavori
per popolare quegli spazi non sono mai iniziati veramente, nonostante l’egida
del potentissimo Ministero della Cultura e dello Sport. Per dire, quello che ha
detto no alla sfilata di Gucci sul Partenone. Certo, in questi ultimi tempi, la
Grecia ha vissuto in regime di austerità, acuito da un clima di incertezza
politica. Tutto ciò non ha agevolato la mission del museo, ovvero «la creazione
di una collezione ellenica e internazionale di opere d’arte contemporanea, la
promozione e la presentazione delle tendenze artistiche avanzate e
sperimentali, lo sviluppo della ricerca scientifica su argomenti di storia e
teoria dell'arte contemporanea», si legge sullo scarno sito ufficiale. Il
risultato è ovvio: sale semivuote. E riempite solo in occasione di Documenta
14, perché Adam Szymczyk ha messo al centro del suo progetto curatoriale
proprio i grandi e promettenti spazi dell’EMST, dove è stata allestita anche
una sala dedicata a Maria Lai.
Ma cosa succederà
dopo la kermesse? Come si trasformerà questo grande bianco? Per ora, conferma
Aceti, più di quattrocento progetti hanno provato a rispondere alle vuote
promesse/premesse, considerate da un punto di vista politico, sociale, visivo.
«Chiediamo agli artisti di pensare a qualunque progetto in totale libertà, è
accettato ogni mezzo e ogni pratica», si legge nella call, scaricabile da
questo link.
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