A Malta raggiunto
un accordo di massima sui nuovi tagli per Atene, ma i tecnici dovranno definire
i dettagli del compromesso nelle prossime settimane nella capitale ellenica.
Tsipras dovrà votare un taglio alle pensioni pari all'1% del pil nel 2019 e un
giro di vite fiscale simile nel 2020. Ma potrà approvare misure espansive se
l'economia andrà meglio del previsto.
MILANO - La
Grecia e i creditori hanno raggiunto "un accordo sui principali
punti" - come ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem -
per la chiusura del secondo programma di aiuti al paese, spianando la strada
per l'ok a 7 miliardi di nuovi aiuti necessari per pagare i debiti ellenici in
scadenza a luglio. La strada per la firma finale non è ancora del tutto in
discesa: i tecnici dell'ex Troika torneranno "molto presto" ad Atene
per mettere a punto i dettagli finali. E con alcuni temi come la riforma del
lavoro il compito non sarà facilissimo. Il compromesso raggiunto a Malta è un
piano a due facce, buono da vendere (sperano le parti) sia ai falchi del rigore
e al Fondo monetario che agli elettori di Syriza. Il governo di Alexis Trsipras
si è impegnato a votare misure pari al 2% del pil (circa 3,8 miliardi) in due
fasi: una prima, nel 2019, lavorando sulle pensioni, l'altra metà l'anno
successivo agendo sulla leva fiscale. Numeri che dovrebbero consentire al Fondo
di continuare a prendere parte al salvataggio. Il premier ellenico potrà però
approvare in Parlamento misure espansive se l'economia andrà meglio del
previsto.
Dopo i duri
scontri delle scorse settimane, però, il clima pare più disteso. "La Grecia
ha ottenuto nel 2016 un avanzo primario vicino al 3% - si è complimentato il
Commissario agli affari economici Pierre Moscovici -. Sono contento dell'intesa
di massima perchè è il momento di mettere fine all'incertezza". "Il
governo dovrà adottare ora subito tutte le iniziative legislative necessarie
per mettere in pratica le intese", ha aggiunto Dijsselbloem, nell'occhio
del ciclone nei giorni scorsi per le sue polemiche osservazioni ("non si
può spendere soldi in donne e vino e poi chiedere aiuto") riferite ai
paesi del sud dell'Europa. La road-map da qui a luglio è dunque intesa e lunga.
"Risolti i problemi di fondo", ha detto il presidente
dell'Eurogruppo, Tsipras dovrà
convincere tutti i parlamentari di Syriza a votare in Parlamento le nuove
misure. Impresa non facilissima visto che aveva promesso di non imporre più un euro di
sacrifici al paese. I creditori dovranno invece convincere l'Fmi a rimanere a
bordo e giocare con il calendario per rimandare l'ipotesi di un intervento di
ristrutturazione del debito a dopo le elezioni tedesche per evitare corti
circuiti.
di ETTORE LIVINI
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